SALERNO: Renzi, De Luca e i ragazzini cafoni e devastatori … atto secondo

                                                     

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Mi piace ritornare, a distanza di circa due mesi, sulla vicenda dei due ragazzini che dopo essersi introdotti nel sottopiazza di Piazza della Libertà (lasciato praticamente incustodito !!) furono inseguiti da un paio di imbecilli e fortunatamente riuscirono a sottrarsi ad una prevedibile violenza immotivata. Secondo i due imbecilli i ragazzini erano responsabili della rottura di un bastone di metallo che congiungeva due pilastrini di una costruenda ringhiera del predetto sottopiazza. Mi piace ritornare su quell’argomento innanzitutto perchè è questo il modo di fare giornalismo che mi piace e mi interessa, seguire la notizia capirne le sue evoluzioni e la sua conclusione dovrebbe essere il vademecum di ogni giornalista. Non certamente dei milioni di giornalisti in pectore che orami affollano le pagine del più grande social del mondo; difatti proprio dalle pagine di Facebook fu data la notizia dei ragazzini cafoni e devastatori da un sedicente gruppo “Salerno – Cantieri & Architettura” e fu anche corredata da una esplicativa fotografia, secondo loro. Anche un giornale online riprese ed amplificò la notizia perchè in quel momento faceva molto comodo assicurarsi le grazie del governatore De Luca che stava accompagnando il premier Renzi in una visita alla “stazione marittima” il giorno prima che quest’ultima fosse inaugurata. Ecco quale miglior occasione per dichiarare ai quattro venti che le apodittiche esternazione dell’ex sindaco contro i cafoni sono un fatto reale che colpisce l’immaginario della gente e, quindi, degli elettori. Poveri ragazzini, figli di persone perbene e ragazzi educati anche loro, sentirsi utilizzati come strumento mediatico per enfatizzare le rumorose pantomime settimanali del kaimano. Ma i ragazzini, dopo essere sfuggiti agli assalitori che li avevano inseguiti, decisero d’intesa con i genitori di metterci la faccia e di postare su FB la vera storia di quanto accaduto dichiarando la loro assoluta disponibilità a risarcire l’eventuale danno arrecato. Su questa vicenda scrissi il 26 aprile 2016, sempre su questo giornale, e subito giunsero un paio di commenti al mio articolo. Il primo di tale Antonio: “Ottimo!!! La prima osservazione da parte del “gruppo” doveva essere: Come è possibile? Un cantiere incustodito? Le foto choc della vandalizzazione, dovevano servire, semmai, a mettere in risalto come è stato facile , per due ragazzini entrarvi“. Il secondo di una certa Tara: “ho letto la dichiarazione di uno dei due ragazzini (che oltre mezzanotte, sebbene minorenne, ancora scriveva sul letamaio di facebook (dove ci si potrebbe iscrivere solo da maggiorenni) che in quel posto ci sono sempre drogati. La mia domanda, da madre e da educatrice è: dove erano i genitori? sapevano che spesso e volentieri i loro figli entravano in un cantiere? (è vero direte che era facile entrarvi,ma se io lascio la porta aperta, mica per forza devi entrare a rubare?)sapevano che i loro figli vi avevano incontrato dei tossicodipendenti? si sono mai chiesti perchè i ragazzini dovevano entrare a saltellare sulle ringhiere?“. Due commenti abbastanza contrastanti anche se quello dell’anonima Tara, devo essere sincero, ha suscitato in me una certa inquietudine innanzitutto perchè Tara purdichiarandosi educatrice si scaglia innanzitutto contro i genitori che non hanno sufficientemente controllato i loro ragazzini che spesso e volentieri entravano in un cantiere dove avevano incointrato dei tossici e al mancato controllo dell’utilizzo di FB ed anche per la mancata sorveglianza nella pratica di saltellare sulle ringhiere. Non so se la Tara, annima perchè FB consente soprattutto questo, ha dei figli; se si mi farebbe piacere sapere come li educa e se i suoi figli vanno a letto prima di mezzanotte senza postare qualcosa sul social di cui prima. Ebbene, gentile Tara (un nome che rievoca ,la mitica casa di campagna di Via col Vento), i ragazzi di oggi nascono, crescono e vivono con quello che io giudico uno dei peggiori strumenti mai inventato, iPad, sia sdotto forma di tablet che di  iPhone; purtroppo è così e bisognerà cercare di porvi qualche rimedio, cominciando verosimilmente da un controllo pianificato della divulgazione di massa di FB attraverso strumenti semplici quale quello, ad esempio, della iscrizione in un apposito registro di tutte le pagine e i profili per renderli identificabili così come facilmente è identificabile questo giornale. Di sicuro il controllo dei genitori, sia per i ragazzini in questione che per tutti gli altri, è necessario e non è mai sufficientemente esercitato. Per quanto attiene il resto va detto che sicuramente i genitori dei ragazzini non sapevano che entravano nel cantiere, o meglio in quel cantiere, perchè anche loro come me e come Antonio pensavano e pensano che i cantieri devono essere rgidamente  cutoditi. Cosa c’entra, poi, il discorso della porta aperta proprio non riesco a capirlo; quì stiamo parlando di un cantiere  di lavoro e non di una generica porta; nei cantieri non si deve poter entrare e non basta un cartello o un nastro per evitare severe responsabilità a carico dei responsabili del caniere. men che meno per un cantiere che è sotto sequestro giudiziario e che per questo dovrebbe essere custodito come leggi comandano, e non consentire l’accesso neppure a quei due imbecilli che hanno rincorso i ragazzini. Ma ognuno può pensarla, ovviamente, come vuole; per questa ragione esistono i giornali online, per dare a tutti di praticare una palestra di pensiero assolutamente al sicuro da inquinamenti anonimi. E i due ragazzini ? Beh !! loro sono stati sicuramente coraggiosi nel metterci la faccia e nell’autodenunciarsi; hanno trovato la forza di uscire allo scoperto ben sapendo a cosa andavano incontro; quella forza, purtroppo, Tara non l’ha trovata, anche se continuerà a fare l’educatrice dei ragazzi.

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