SALERNO – Apriti cielo, sta succedendo la fine del mondo (si fa per dire !!) dopo la frase rivolta indirettamente da Vincenzo De Luca verso Virginia Raggi, neo eletta sindaco di Roma. Cosa ha detto De Luca: “Ho visto Virginia Raggi affacciata al balcone del Campidoglio, una bambolina imbambolata, mi sono intenerito…”, così l’ha definita con un eloquio da consumato attore di teatro dal palcoscenico della direzione nazionale del Partito Democratico. E tutti a scandalizzarsi perché la Raggi guarda caso è una donna e, forse, soltanto perché è una donna non può essere definita come molti milioni di italiani in questo momento pensano che sia, almeno nel loro immaginario. Io non ci vedo nessuna offesa e né “una scarsa considerazione –quasi proprietaria- dell’altro genere”, come afferma Stefano Tamburini (nuovo direttore del quotidiano La Città di Salerno). Non conosco Tamburini né so di dove sia, ma fatte le dovute congratulazioni all’unico direttore salernitano che si espone con continui approfondimenti di quell’arte del giornalismo ormai dimenticata, non sono ovviamente d’accordo quasi su niente di quanto dice nel suo editoriale del 5 luglio scorso. Per una ragione molto precisa che probabilmente Tamburini non conosce e che nessuno dei suoi pur validi collaboratori gli ha spiegato. Attaccando De Luca su questi fronti non si fa altro che il suo gioco. Vincenzo De Luca proprio grazie a queste “sconcertanti cacciate” è riuscito ad entrare prima nell’immaginario e poi nel cuore della gente; De Luca, gentile Tamburini, è stato capace più di ogni altro politico (da Salerno a Roma) di capire al volo cosa la gente vuole essere detto e lui lo dice, sicuro di accaparrarsi un consenso senza precedenti. E poi c’è un altro aspetto che non va sottovalutato e riguarda la stragrande maggioranza delle gente-elettori che queste cose le consente soltanto a lui che è riuscito ad ammaliarli come nessun altro in precedenza; è un grande maestro della comunicazione, non c’è che dire. Se si capisce tutto questo si può anche iniziare ad imbastire una sembianza di propaganda contro il kaimano con risultati che potranno arrivare solo nel corso dei prossimi anni. Fortunatamente, prima di ogni altro, ho scritto che a Salerno la sigla PD deve essere letta come “Partito Deluchiano” (non è una mia pretesa, ci sono le date che parlano), e fortunatamente nessuno può contestarmi di non essere stato avversario, giornalisticamente parlando, dell’ex sindaco da sempre, fin dagli albori del suo strapotere targato 1992 e non 1993 (in seguito avrò tempo di spiegare perché il potere di De Luca nasce nel 1992 in una data ben precisa: 16 aprile, un giovedì tutto da riscoprire). Non valgono a nulla le prese di posizione di Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Maria Elena Boschi in quanto anche loro, pur essendo politici ad un certo livello nazionale, non hanno capito o fanno finta di non capire le cose che ho esposto innanzi. Prima di lamentarsi delle battute di De Luca la giovane e bella Maria Elena avrebbe fatto meglio a precipitarsi verso Virginia il giorno della sua prima uscita per stringerle la mano invece di nascondersi dietro il suo potere di ministro; anche in questo caso c’è stato poco rispetto non solo verso il sindaco ma anche verso una donna da parte di un’altra donna. Da ridere l’intervento a gamba tesa di Mara Carfagna (portavoce alla Camera di Forza Italia) che ha detto: “Condivisibile o no, l’impegno di Virginia Raggi dimostrerà che non è una bambolina. In barba a Vincenzo De Luca e a chi lo applaude. #medioevopolitico“. Fortunatamente, per lui, De Luca si fa un baffo di quello che ha detto la Carfagna che, qualche tempo fa, per combattere Cirielli era arrivata addirittura a far sospendere un Consiglio dei Ministri per favorire l’allora sindaco di Salerno. Ma di cosa parliamo, amici lettori, se alle parole di De Luca finanche la platea della direzione nazionale s’è fatta una scorpacciata di risolini, frenati solo dopo che qualcuno ha ricordato a tutti che la Raggi è il sindaco di Roma. In definitiva che sia il sindaco di Roma nessuno lo mette in dubbio e spetta a lei dimostrare che lo saprà fare per smentire il pensiero generalizzato di chi la vede esattamente come la vede il governatore della Campania: “una bambolina imbambolata”. Ma la cosa più impressionante, e che nessuno dice, è il fatto che la denominazione bambolina provenga da un signore che ha fatto, prima di lei, esattamente quello che ha fatto o sta tentando di fare la bella Virginia: nominare amici, parenti ed affini. Questo è triste, non che De Luca abbia detto quello che ha detto sapendo di dirlo al fine di accrescere il sostegno ed il consenso delle masse di elettori. Insomma due politici, uno governatore e l’altro sindaco, che come primo atto nei loro rispettivi Comuni procedono o fanno procedere alle nomine di parenti o di fidanzati esattamente allo stesso modo e con estrema strafottenza. Non dimentichiamo neppure che il kaimano ha avuto ragione anche sulla Bindi essendo stato assolto e/o prosciolto da tutte le accuse che la presidente della Commissione Antimafia aveva presso a base della sua dichiarazione di impresentabilità; anche allora De Luca era uscito fuori delle righe definendo la Bindi “impresentabile lei in tutti i sensi”, ed ha avuto ragione. Un avvertimento al giovane Gaetano Amatruda, prima di cliccare “mi piace” su face book (come ha fatto per l’editoriale di Tamburini) riflettesse un poco e capisse che se vuole continuare a fare politica deve necessariamente ampliare il suo bagaglio di strategie antideluchiane e si allontanasse dal nucleo pseudo storico della Carfagna; in caso contrario è finita.
direttore: Aldo Bianchini
Caro Aldo, concordo sostanzialmente con il tuo articolo. Quello che mi preme evidenziare è che De Luca non solo non si nasconde dopo aver fatto determinate affermazioni. La sua è una ostentazione del potere e dell’arroganza, per nulla scusata anzi esibita ed ostentata. Come dire al mondo circostante “chi sono io” , è un marcare il terriotorio con spavalderia per incutere timore e imporre la legge del più forte. Non si spieigano altrimenti certe affermazioni sessiste ( peraltro non ad uso esclusivo di de Luca: anche in Forza Italia ho delle chicche conservate) e soprattutto non si spiegherebbe la nomina del figlio ad assessore. Poteva farlo nominare ovunque in Italia ma lui ha voluto farlo proprio qui a Salerno per dire a tutti ” qui comando io e basta!”.