ASSINDUSTRIA: a Salerno è cosa nostra ? “Democracy dies in darkness”

   

Aldo Bianchini

SALERNO – Ha suscitato un certo scalpore la notizia degli “inviti personalizzati e ristretti” per la cerimonia di investitura del nuovo (si fa per dire !!) presidente di Assindustria Salerno ing. Andrea Prete che rappresenta, come spesso accade in questa città, un ritorno al passato. Ha suscitato tanto scalpore che sabato mattina, dinanzi alla solita edicola di Torrione, sono stato letteralmente investito da una serie di domande (da parte degli amici con i quali spesso mi intrattengo) con al centro un leit-motiv: “Ma anche Assindustria a Salerno è diventata cosa nostra ?”. Ho speso gran parte del mio tempo per contestare una simile affermazione ma l’incredulità sui volti degli astanti è rimasta intatta. Ma andiamo con ordine per raccontare quanto avvenuto venerdì 24 febbraio 2017 al momento dell’insediamento di Prete. “”Confindustria Salerno ha eletto per il quadriennio 2017-2021 il nuovo presidente, Andrea Prete, che ha ottenuto il 100% di consensi con 580 schede favorevoli””(fonte Il Mattino Mobile). Ma cosa è accaduto nella sala in cui si è svolta, venerdì 24 febbraio, la cerimonia di insediamento del nuovo presidente. Sembra che la scelta degli ospiti, soprattutto quelli da ospitare nelle prime file, sia stata fatta con una certosina pazienza fino al punto molto scabroso di aver eliminato dalla lista tutti i nominativi dei personaggi del centro-destra ovvero di quelli che avrebbero potuto, in un modo o nell’altro, dare fastidio o andare contro corrente rispetto ai desiderata del “capo dei capi” (come era stato definito Vincenzo De Luca qualche mese fa dal quotidiano La Città). Attenzione massima, quindi, nel tentativo di non scontentare il kaimano che ormai è arrivato a controllare o condizionare anche gli elenchi degli ospiti delle varie manifestazioni e cerimonie ufficiali. Almeno così sembra quando ci si trova di fronte a cazzate esagerate come quella che ha combinato il nuovo presidente Andrea Prete. E pensare che Assindustria non è una cosa privata, a maggior regione non è una cosa nostra ed è semplicemente una cosa pubblica che va gestita con sensibilità ed apertura a 360 gradi. Addirittura l’assessore comunale Mariarita Giordano (politiche giovanili e innovazione), non invitata ufficialmente, si è dovuta accontentare di rimanere in piedi per scattare, comunque, qualche fotografia ricordo. Ottimo senso di cavalleria da parte degli organizzatori della cerimonia, non c’è che dire. Peggio ancora l’elencazione degli ospiti chiamati ad intervenire, oltre Vincenzo Boccia e Mauro Maccauro; soltanto il sindaco Enzo Napoli e il figlio del kaimano Roberto De Luca. Meglio sarebbe dire Roberto De Luca e poi Enzo Napoli. Ho già scritto qualche altra volta che da un po’ di tempo a questa parte in città e in provincia esiste il leit-motiv dell’invito a soggetto, dove il soggetto è rappresentato a turno dai figli del grande capo: Piero e Roberto; anche per le sagre paesane vengono invitati, riveriti e rispettati. Rispetta il cane per il padrone, diceva un antico detto, i politici salernitani l’hanno preso alla lettera. E’ sufficiente chiamare uno dei due che il successo della manifestazione è assicurato e il resto del parterre viene scaraventato bruscamente alle ortiche. Che grande dignità che hanno moltissimi personaggi istituzionali, e non, del nostro territorio, pur di ingraziarsi il capo sono disposti a chiudere occhi e orecchie per immolarsi sull’altare del sacrificio senza tener conto che l’idolatria del capo fino all’estremo non garantisce affatto una lunga sopravvivenza. In tantissimi casi il capo ha prima sfruttato, poi strizzato e infine sbattuto fuori chiunque gli si sia messo fra i piedi. Indubbiamente Andrea Prete l’ha combinata grossa, se è vero che non ha invitato nessuno del centro-destra; la polemica che c’è stata è garanzia di quanto supposto in questo articolo. Ancora una volta a Salerno viene perpetrato lo scempio delle istituzioni che vengono utilizzate come fossero cosa loro; peccato, purtroppo è così. Mi viene da sorridere, per non dire da ridere, quando rileggo l’affermazione durante la cerimonia espressa dall’ex presidente Mauro Maccauro, si proprio quello che con l’altro ex presidente di Assindustria Agostino Gallozzi offese ed umiliò i due giovani rappresentanti dell’opposizione a De Luca (parlo di Celano e Amatruda) con quella squallida storia del contributo elettorale: “Il tratto distintivo che ho portato avanti è quello di un’assemblea svolta in grande armonia e quindi una associazione unita che in un momento di incertezza economica si pone sul territorio e si candida ancora una volta ad essere protagonista di relazioni con le istituzioni e di rappresentare al meglio le aziende. Lascio una associazione in equilibrio finanziario e che va nelle mani della persona che oggi meglio di tanti può rappresentarla””. Certo quello del nuovo presidente è un bel modo di rapportarsi con le istituzioni e con i rappresentanti politici di circa il 50% della città; e non conta niente se questi personaggi non contano nulla e non sanno abbozzare il benché minimo di opposizione, nella loro immagine c’è un valore intrinseco che va oltre le loro stesse persone, quel valore si chiama istituzione che il nuovo presidente Andrea Prete ha profondamente offeso ed anche umiliato. Stiano attenti, però, i maggiorenti di oggi perché così si uccide la democrazia; “Democracy dies in darkness” (la democrazia muore nell’oscurità) sosteneva il giornalista Bob Woodward del Washington Post. Il punto limite dell’oscurità democratica dovrebbero tutti tenerlo ben presente, anche perché a Salerno siamo giunti proprio ai limiti della caduta libera nell’oscurantismo della democrazia. E una grossa fetta di responsabilità ce l’hanno, come sempre, gli imprenditori che svolazzano da destra a sinistra in nome e per conto del padrone di turno. Infine, ha perfettamente ragione Gaetano Amatruda (Forza Italia) quando dice che “Il silenzio che Vincenzo De Luca ha imposto sul caso dei figli vale anche per Nicola Landolfi e per i circoli cittadini del Pd” e aggiunge: “Nicola Landolfi, segretario provinciale, chiarisca sulla patologia del Pd, superi questo stile politicamente omertoso adesso che la questione è diventata di rilievo nazionale. Quale è  il modello di società che hanno in testa ? Quale l’insegnamento alle giovani generazioni quando l’accordo fra Matteo Renzi e Vincenzo De passa attraverso l’impegno di garantire uno scranno per Piero al Parlamento?“. L’oscurità incombe, cerchiamo di accendere presto una luce.

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