CONSIP: la notte della Repubblica !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Molti anni fa il maestro di giornalismo Sergio Zavoli fu il protagonista assoluto di uno speciale televisivo in più puntate denominato “La notte della Repubblica” in cui raccontava, con grande capacità professionale ed interpretativa, tutte le malefatte della Prima Repubblica. Mise soprattutto in evidenza il “clima pesante” che si respirava in quegli anni (parlo della fine degli anni ’80) connesso al desiderio della gente comune di chiarezza fino a manifestare forti segnali di giustizialismo. Qualche anno dopo la Procura di Milano scatenò “Mani pulite”, la tangentopoli che rapidamente dilagò in ogni parte del Paese con le conseguenze che tutti ricordiamo.
Molto probabilmente sbaglierò ma a me sembra di rivivere lo stesso clima, la stessa tensione, lo stesso scontro tra i vari poteri dello Stato che precedettero l’ondata delle inchieste giudiziarie dei primi anni ’90. Non a caso in uno dei precedenti articoli sul tema del Consip ho testualmente scritto in data 15 maggio scorso: “”… uno scontro che non finirà a tarallucci e vino ma che lascerà sul campo morti e feriti. Adesso sono improvvisamente usciti tutti allo scoperto, i giudici, i giornalisti e i politici in un intreccio clamoroso di interessi e ragioni di potere; e se per il caso Consip a suonarsele di santa ragione sono i giudici tra di loro anche alla luce delle inquietanti dichiarazioni del capitano Scafarto, nella fattispecie in esame a picchiarsi saranno il giornalismo e la politica …””. Non solo, in data 18 maggio ho aggiunto: “… Alla luce, però, dei fatti che sono accaduti dal 9 maggio ad oggi e che continueranno ad accadere è giusto chiedersi “Chi comanda tra le Procure di Napoli e Roma ?”. C’è un filo ad altissima tensione che unisce l’inchiesta Consip con le due Procure e con l’ennesimo scandalo globale che, forse, rimarrà ingabbiato nel “porto delle nebbie” per sempre. Il gioco è al massacro contro tutti quelli che si oppongono alla delegittimazione dell’inchiesta e la posta in gioco è altissima …””. Non sono stato smentito dai fatti di questi ultimi giorni, soprattutto dalla discesa in campo del presidente della repubblica emerito Giorgio Napolitano che è entrato a gamba tesa sul tema delle intercettazioni mettendosi di traverso rispetto alle dichiarazioni catastrofiste di Matteo Orfini (presidente riconfermato del PD). Insomma un clima da ultima spiaggia; e, se in tanti anni ho imparato a leggere gli scandali del nostro Paese, tanto altro deve ancora accadere; ed accadrà.
Probabilmente siamo giunti al punto di non ritorno; qui o si conquista il potere vero o si è destinati a soccombere. E il potere vero possono conquistarlo soltanto due specifiche categorie: la magistratura e la politica. Per la prima volta la politica parte in netto vantaggio perché potrà contare sull’alleanza dei poteri occulti, dell’alta finanza, della stampa e della grande imprenditoria che non hanno il minimo interesse a favorire la magistratura in questa corsa disperata e disperante. Mentre nel caso di Berlusconi erano tutti contro il cavaliere (magistratura, politica, poteri occulti, alta finanza, buona parte della stampa e grande imprenditoria), nel caso di specie è la magistratura in chiave minoritaria in quanto potrà avvalersi soltanto di una parte della stampa; tutto il resto è già schierato con l’uomo solo al comando che appare sempre più forte, soprattutto dopo l’intercettazione del suo colloquio con il padre, e pronto a normalizzare un Paese che sicuramente va normalizzato ma che, forse, era più giusto farlo in chiave di concertazione e non in maniera sfacciatamente autarchica.
Ma ormai la piena è partita ed ha già toccato i gangli vitali dello Stato, difficilmente potrà essere fermata anche perché per tutti rappresenta l’ultima spiaggia nella corsa forsennata alla ricerca del potere, quello sempre più forte ed incontrastato. Difficile dire chi vincerà: il terreno di scontro è ancora ricoperto dalle sabbie mobili, lo scontro tra le Procure di Roma e Napoli si fa sempre più duro, la perquisizione in casa d Tiziano Renzi fermata dalla Procura di Roma, l’incolpazione di Woodckoc e il suo annunciato trasferimento, l’inchiesta sul capitano dei carabinieri Gianpaolo Scafarto e le sue successive parziali ammissioni di una certa insistenza del pm napoletano nel tirare in ballo i servizi segreti, sono tutti elementi che portano significativamente a ritenere che davvero la guerra tra i vari poteri dello Stato è cruenta e che non potrà concludersi senza morti e feriti (in senso metaforico, ovviamente !!).
Nel precedente articolo sul Consip ho parlato diffusamente dell’articolo scritto da Massimo Adinolfi su Il Mattino del 9 maggio 2017; un articolo in cui la penna di Adinolfi riesce a mettere in luce alcuni aspetti inquietanti che, forse, sono stati sottovalutati. Nel prossimo appuntamento ripartirò proprio da lì per fare ancora maggiore chiarezza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *