PADULA: ai confini della cultura … tra certosa e Musei

Aldo Bianchini
PADULA – Proprio un anno fa, subito dopo il raduno internazionale di scrittori e dopo aver seguito per tutta l’estate le varie presentazioni di alcuni dei libri scritti da Emilio Sarli (avvocato e scrittore, nonché uomo di provata cultura) mi posi subito la domanda sul perché un uomo capace addirittura di “sceneggiare” le presentazioni dei suoi libri non fosse stato chiamato dall’Amministrazione Comunale di Padula o dalla direttrice della Certosa di San Lorenzo a collaborare per il rilancio della cultura in un territorio che, al di là del grande patrimonio museale, ha estrema necessità di fermarsi un attimo sul “punto cultura”, un elemento che no n guasta mai quando è propinata in maniera attenta e intelligente.
Un anno dopo ho ritrovato l’avv. Emilio Sarli chiamato dal Comune a collaborare e ad organizzare eventi culturali nei tanti contenitori immobiliari che, altrimenti, rischiavano di rimanere vuoti come sempre. Ottimo e tempestivo l’intuito del sindaco Paolo Imparato e della sua giunta (con i giovani Filomena Chiappardo e Settimio Rienzo in prima fila) nel voler coinvolgere in un discorso serio ed innovativo di fare cultura, un discorso che soltanto Emilio Sarli può affrontare con la sicurezza di un successo scontato e di un certo livello.
Appena qualche settimana di elaborazione ed ecco già pronto un cartellone di piccoli e medi appuntamenti con al centro la cultura come anima pulsante della nostra vita, anche associativa. Le prime due tappe sono già in archivio; nella sala del Museo Civico Multimediale di Padula la prima riservata al racconto della vita dell’illustre poeta-storico-giornalista lucano Leonardo Sinisgalli e la seconda riservata alle relazioni sugli “statuti comunali” che presero vita, almeno nel Vallo di Diano, lungo tutto l’arco del 16° secolo d.C..
Il discorso più importante, però, rimane quello dei coinvolgimento dei 20 musei disseminati nei 16 paesi del Vallo; una specie di riammagliamento culturale in grado di evidenziare le peculiarità di ogni museo in un discorso a 360° che vada ben oltre i confini campanilistici per parlare di antichi saperi, di doposisma, del battistero di San Giovanni in Fonte, della pietra di Padula, del suolo, del fiume Tanagro, dell’archeologia, di legalità con Joe Petrosino, di erbe e di antiche vestiture, solo per citare alcuni importanti passaggi. Tutto questo nel segno della cultura che non conosce confini, come dice sempre Emilio Sarli, nell’ottica di una visione globale dell’uomo e della sua vita tra storia, natura, tradizioni e musei tematici (1 vallata, 16 comuni, 20 musei).
L’avvocato Emilio Sarli è stato, in passato, anche un amministratore del Comune di Padula ma questo non ha impedito all’attuale amministrazione di chiamarlo alla guida di un progetto ambizioso sul quale ci sono state le convergenze di tutti gli altri Comuni, caso più unico che raro, che devono trovare tutti insieme la via del riscatto, della rinascita e del definitivo rilancio.
Sicuramente ci sono diverse cose da modellare e da mettere a posto, anche in questo progetto culturale, a cominciare dai tempi per i singoli interventi avendo ben presente che la cultura va somministrata a piccole dosi, altrimenti rischia di far fallire ogni iniziativa e di far naufragare i volenterosi assetati di cultura in un mare magmatico di “lectio magistralis” e di “apodittici ed autoreferenziali interventi” che poco hanno a che fare col il senso vero della cultura.
Il progetto rimane, comunque, coraggioso e d’avanguardia e se i suoi organizzatori (primo fra tutti Emilio Sarli) sapranno centellinare e rimodellare nella maniera più giusta i suoi momenti territoriali potremo, forse, salutare il primo vero progetto capace di riunire in un unico discorso ben 16 paesi attraverso i suoi 20 musei che non dovranno mai più essere un costo per le comunità ma dovranno rappresentare (come ha serenamente detto Sarli nel suo intervento) la linfa vitale per attrarre investimenti, crescita ed occupazione.

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