POLITICHE 2018: dopo le elezioni siciliane, don Matteo tra … i Boschi puliti

Aldo Bianchini

SALERNO – Se c’è una cosa certa dopo i risultati, non a sorpresa ma sicuramente eclatanti nella loro dimensione (e con i 100 presidenti di seggio di Catania fuggiti via dal loro posto !!), delle elezioni regionali siciliane la prima scossa vera di una già rutilante campagna elettorale in vista delle elezioni politiche 2018 l’ha data come spesso accade un giornalista di vaglia: Massimo Gramellini.
Dalla prima pagina del Corriere della Sera, nei giorni 27 e 28 ottobre 2017, ha sarcasticamente analizzato di due personaggi politici che, più degli altri, hanno caratterizzato la vita politica nazionale di questi ultimi anni: Matteo Renzi e Maria Elena Boschi; soprattutto di Elena Boschi che subito dopo lo spoglio siciliano ha già ricominciato a sparlare su argomenti che sarebbe meglio che lei ignorasse, perché fa danni appena tocca qualsiasi argomento.
Per l’analisi di Matteo il giornalista parte da Paestum e precisamente dalla Chiesa in cui ha tenuto un suo comizio nell’ambito di una visita alla Borsa Archeologica e nel contesto del suo viaggio elettorale sul “treno Italia”: “”Chi avrà suggerito a un omino riservato come Renzi di tenere un comizio dentro una chiesa, all’insaputa del parroco e del Padreterno, l’unico candidato che il PD avrebbe qualche probabilità di fare eleggere nei collegi a nord di Bologna con la nuova legge elettorale ? … E indossando giacca e maglioncino da monsignore in trasferta ha commentato con i fedeli alcuni passi del Vangelo secondo De Luca, il governatore simbolo di temperanza che sedeva nella prima fila di banchi, di solito riservata alle vecchine. Lo avesse fatto l’Unto del Signore (Berlusconi, ndr !!), suo futuro alleato, non si sarebbe parlato d’altro per tre giorni, fino a resurrezione avvenuta …””.
E Gramellini continua con le sue frecciate durissime, arrivando finanche a scrivere che con la sua “preghiera in chiesa” Renzi ha cacciato i sacerdoti (Bankitalia, ndr !!) dal Tempio o almeno ha cercato di farlo. E chiuse dicendo: “”Accettata con cristiana rassegnazione l’impossibilità di tornare al governo, don Matteo sente il richiamo di una nuova missione … rottamare la Curia e introdurre il culto di Maria Elena Addolorata (Boschi, ndr !!)””.
Iol giorno dopo, sempre sul Corsera, ecco il profilo di Maria Elena Boschi in un articolo dal titolo suggestivo “Boschi puliti”; l’attacco è estremamente pungente contro il direttore dei servizi tecnici di Ercolano per “aver dato disposizione di fare pulire le strade e di staccare i manifesti funerari dai muri. Non di tutta Ercolano, altrimenti residenti e turisti, si monterebbero la testa. Solo dell’isolato in cui sorge l’albergo che accoglierà l’augusta ospite”, naturalmente nella circolare c’è scritto che si tratta di un esperimento e che le strade andranno prima spazzate e poi attenzionate fino alla partenza dell’onorevole, quando potranno tornare a riempirsi di cartacce come tutte le altre. Ma per affronatre questo viaggio, dice Gramellini, la Boschi sembra già essere guarita dalla fastidiosa influenza che l’aveva tenuta lontana dal Consiglio dei Ministri in cui è stato reincoronato Visco come governatore di Bankitalia.
E conclude Gramellini con grande ironia e dar suo scrive: “”Che, considerato l’elevato tasso di servilismo di certi funzionari addetti al decoro pubblico, basterà mandarla in pellegrinaggio per sei o settemila weekend perché alla fine tutta l’Italia sia pulita coma le Svizzera, banche comprese””.
Che dire, o meglio come commentare i due articoli di Massimo Gramellini, editorialista del Corriere della Sera; in pratica il giornalista-scrittore ha già detto tutto ed ognuno può aggiungere o togliere le proprie personali considerazioni.
In tutta sincerità io avrei aggiunto una ulteriore precisazione che, badate bene, potrebbe apparire anche come una malignità, ma vi garantisco che non lo è. La domanda che io avrei posto dalle colonne del primo quotidiano d’Italia è questa: “Ma quanto costa a Renzi la presenza ossessiva della Boschi nel governo e nelle grandi decisioni che riguardano il Paese ?”; nel senso, mi spiego meglio, che pur riconoscendo le eccellenti doti professionali dell’ex ministra e attuale sottosegretario della presidenza del consiglio rimane il dubbio del costo effettivo, in termini squisitamente politici e relazionali all’interno del mondo molto particolare della politica, che l’insistente e spinosa presenza di Maria Elena scarica sulle spalle di Matteo Renzi.
Faccio un esempio forse dimenticato che prodotto danni notevoli sul piano politico al rottamatore; se avesse avuto la forza di scaricare Federica Mogherini ed avesse avuto l’intuito di mettere al suo posto l’immarcescibile Massimo D’Alema, probabilmente Matteo sarebbe ancora a Palazzo Chigi dove sarebbe tranquillamente ritornato dopo le elezioni della primavera del 2018.
Paga, ora, la mancanza di coraggio nel non aver mandato in pellegrinaggio per sei o settemila weekend le belle, intelligenti e professionali Maria Elena Boschi e Federica Mogherini; e paga, oggi, anche i cattivi consigli che probabilmente le “donne del PD” gli avranno propinato invitandolo a non mettere la faccia in Sicilia. Ma su questo ritornerò con un prossimo articolo.

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