Di Lorenzo: una matassa inestricabile

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Ma che fine ha fatto l’inchiesta della Commissione Trasparenza del Comune sulla balconata di Alberto Di Lorenzo nella notte di capodanno ?

Una domanda che, allo stato, è ancora senza risposta. Al clamore suscitato dalla notizia e alla dichiarazione dell’avvio di un’inchiesta da parte della suddetta Commissione non ha fatto seguito alcuna altra notizia. Alla chetichella la pratica è stata archiviata, tanto chi se ne ricorda più, a cominciare dalla stampa; soprattutto quando si tratta di un pezzo da novanta come, del resto, è l’ingegnere Alberto Di Lorenzo.

Ma questa testata giornalistica è ancora qui, dopo poco più di due mesi dai fatti, a chiedere conto e ragione soprattutto alla Commissione Trasparenza che aveva annunciato, come detto, un’inchiesta rigida e senza sconti per nessuno.

Prima di andare avanti è necessario chiarire, una volta per tutte, che il “caso Di Lorenzo” per quella balconata la notte di capodanno è un fatto essenzialmente di cultura etico-comportamentale più che di profili penalmente rilevanti; anche se per trovare questi ultimi non è necessario uno sforzo incredibile, soprattutto quando i magistrati si mettono in testa di poter tracimare da quello che è il loro compito essenziale e contenuto nella giustizia commutativa. Ma a Salerno, quando si parla del Comune, non siamo ancora a questo grado di “perversa” sensibilità.

Dunque è proprio l’aspetto “etico-comportamentale” quello più importante e significativo dell’intera vicenda; il lavoro della Commissione Trasparenza (presieduta dall’avv. Antonio Cammarota), che non ha compiti giudiziari, era quello di individuare eventuali profili di “incongruenze e contraddizioni” tra l’arrogante dichiarazione televisiva e giornalistica resa dall’ingegnere Alberto Di Lorenzo e il rapporto scritto dal capo dell’ufficio affari generali del Comune (dr. Tommaso Esposito). Sembra che nel corso dell’inchiesta il presidente Cammarota abbia evidenziato diverse incongruenze e contraddizioni, anche in merito alla domanda specifica di chi era presente sul balcone che è rimasta senza risposta, contenute in rapporto e trasferite (sembra !!) pari pari a tutti i componenti la Commissione nell’ottica di un modo molto trasparente di portare avanti le inchieste. Quest’ultime non sono di natura giudiziaria e, quindi, il compito della Commissione si ferma dinanzi all’evidenza di incongruenze e contraddizioni; tutto il resto è lasciato al libero arbitrio interpretativo dei singoli commissari ed anche del Sindaco, ognuno dei quali potrebbe anche segnalare, motu proprio, il caso alla Procura per l’accertamento di eventuali profili di natura penale che, sinceramente, nella vicenda non si vedono a meno di non voler fare certosinamente e specularmente un’inchiesta giudiziaria capillare che potrebbe portare anche in altre direzioni; è questo il rischio che Di Lorenzo quella sera non valutò a sufficienza e per questa leggerezza andrebbe almeno severamente punito in sede amministrativa.

C’è però un altro aspetto della vicenda che non convince assolutamente; di fronte all’evidenza pubblica del caso apparso su tutti i giornali e tv locali ed anche su facebook, sarebbe necessario arrivare rapidamente alla pubblicazione di tutti gli atti nell’ottica di una trasparenza che è l’essenza stessa della Commissione. A tal proposito, sembra che il segretario generale del Comune abbia opposto un radicale e deciso rifiuto come se di fronte alle eclatanti incongruenze si possa far finta di niente e chiudere il caso definitivamente senza arrivare almeno ad una reprimenda nei confronti del dirigente al fine di indurlo in futuro a mantenere un comportamento degno del ruolo che riveste nell’amministrazione comunale.

Insomma, come dire, un caso di “commessa cazzata” sta tramutandosi in una sorta di affare di stato in cui tutti sembrano sbagliare: Alberto Di Lorenzo con la sua intervista, Tommaso Esposito con il suo rapporto e il segretario generale dott.ssa Ornella Menna per la sua opposizione alla pubblicazione degli atti della Commissione; senza voler arrivare a credere che il non buono rapporto istituzionale tra Di Lorenzo e Esposito (così sussurrano negli ambienti bene informati) possa aver inciso direttamente sul contenuto del rapporto scritto e inviato alla Commissione.

Ma chi sono i componenti la Commissione Trasparenza del Comune di Salerno: Presidente CAMMAROTA Antonio; Vice Presidente GUERRA Ermanno; Consiglieri CARBONARO Antonio, CELANO Roberto, D’ALESSIO Antonio, DE ROBERTO Paola, FIORE Antonio, LAMBIASE Gianpaolo, MAZZOTTI Lucia, MEMOLI Pasqualina, NATELLA Massimiliano,
PETRONE Sara, POLVERINO Fabio, SORRENTINO Luca, STASI Pietro Damiano, SANTORO Dante, STABILE Eugenio, ZITAROSA Giuseppe.            Tutti i consiglieri, se le notizie fuoriuscite sono vere, avrebbero letto approfonditamente gli atti della Commissione e sembra che tutti abbiano alzato una cortina fumogena al fine di chiudere il caso e di non parlarne più, anche perché ormai fuori dall’attenzione della stampa.

Il caso fu portato in Commissione dai consiglieri Dante Santoro e Roberto Celano e incredibilmente sarebbero stati proprio loro, con l’aiuto di Giuseppe Zitarosa, a chiedere l’archiviazione della vicenda per dimostrare (come avrebbe dichiarato Celano in Commissione) di non essere fatti della stessa pasta degli avversari. Questa dichiarazione, se vera, aprirebbe nuovi scenari perché, pur nella sua eccellenza di stile, è una dichiarazione che non serve a niente se fatta nel chiuso di una stanza, ma che servirebbe molto per dimostrare l’arroganza degli avversari se fatta pubblicamente anche con una apposita conferenza stampa dopo aver pubblicato gli atti. Mi permetto di suggerire che l’opposizione se non prende spunto da questi casi, apparentemente di poca importanza, non potrà sicuramente arrivare ai veri obiettivi che non mancano e sono sotto gli occhi di tutti, tranne degli esponenti (pochi in verità !!) che dovrebbero opporsi allo strapotere del sistema deluchiano.

Da qui la necessità di pubblicazione degli atti che dovrebbero chiedere tutti i consiglieri, anche per il bene della stessa maggioranza che non ha bisogno di mostrare i muscoli come ha fatto il dirigente del Comune, dopo essersi affacciato al balcone la notte di capodanno, con le dichiarazioni pubbliche.

Come nelle migliori tradizioni, la polemica scoppia sui social con Amatruda che tuona: «L’ingegnere Alberto Di Lorenzo, già capo staff di De Luca e manager del termovalorizzatore, ha confuso un balcone del Comune con un palco Reale. La sera di Capodanno ha pensato bene di seguire il concerto della Mannoia dal terrazzo privilegiato. Lontano dalla plebe. La fesseria di chi confonde il pubblico con il privato, le istituzioni con un partito. Un bene pubblico con una proprietà personale. La vicenda merita parole di chiarezza e le scuse. Alla base c’è una concezione privatistica delle Istituzioni. Vincenzo Napoli accerti i fatti e spieghi».

E prosegue con la risposta dell’ingegnere: «Sono esterrefatto – spiega Di Lorenzo – di come si possano trarre conclusioni da una semplice immagine senza preoccuparsi di accertarsi dei fatti. In primo luogo tengo a specificare che se anche avessi voluto assistere al concerto dalla finestra della mia stanza, non sarebbe stato conveniente perché l’impianto è rivolto verso via Roma e non avremmo visto o sentito praticamente nulla. Mi trovavo al Comune, dove sono arrivato intorno alle 23.30, per assicurarmi che il sindaco non avesse bisogno di me e che tutto si stesse svolgendo secondo l’organizzazione prevista, visto che sono anche dirigente del settore spettacoli. Non devo scuse e spiegazioni a nessuno perché ero nell’esercizio delle mie funzioni. Le persone che erano con me sono amici insieme ai quali ho cenato a casa loro e ai quali ho chiesto di accompagnarmi per la mezz’ora in cui mi sono trattenuto in piazza dove, chiarisco, non sono mai andato dal 1994».

Poi tutto finisce nel nulla.
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