Gaspare Russo: le origini (2°) … da Sullo a De Mita, passando per la Casa Bianca

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Continua il racconto dell’avv. Gaspare Russo (già presidente della Regione Campania, già presidente della CCIAAA – Camera di Commercio e già sindaco di Salerno) sulla sua lunga militanza politica e sulle scelte, anche forzate, che a volte è stato indotto a fare o che, comunque, ha fatto di propria volontà.

Qualcuno ha chiesto cosa sia mai la “Casa Bianca”; per chi ancora non lo sapesse è giusto precisare che detto appellativo era stato donato dagli elettori all’abitazione pontecagnanese dell’on. Paolo Del Mese nel momento del suo maggiore splendore politico; allora tutti andavano alla Casa Bianca, ora molti non se ne ricordano.

Presidente, perché l’uscita del giornale “Orientamenti” creò tanto scompiglio, forse perché la vostra era una iniziativa autonoma e indipendente da tutti ?

  • Era nel clima dell’epoca un grosso sasso lanciato nello stagno. La politica dell’epoca era dominata dal clima di “quieta non movita”.

Come proseguì il seguito dell’avventura editoriale ?

  • Decisi di continuare, ero pienamente in grado di affrontare la problematica della politica locale, ma non ero in grado di affrontare da solo il tema allora dominante nella politica nazionale di orientamenti politici, che si erano manifestati in diverse parti d’Italia.

Quindi, Presidente, la pubblicazione del giornale consentì il vostro ingresso ufficiale in politica  ?

  • Francamente non mi posi tanti problemi. Ero convinto che valesse comunque la pena di continuare. Allora presi l’iniziativa di collegarmi con il gruppo fiorentino, animato da Pistelli, il quale mi fornì e mi autorizzò a pubblicare sul mio giornale tutto il materiale edito da una loro rivista. Fu un autentico salto di qualità, che è continuato per diversi anni.

Negli anni successivi, Presidente, come continuò l’iniziativa editoriale con  la pubblicazione di Orientamenti ?

  • La mia esistenza politica era ormai una realtà ed era anche gradita in molti ambienti democristiani e non, ma ferocemente avversata  da molti ambienti democratici cristiani. Le mie iniziative politiche provocarono altre controiniziative da parte democristiana. E’ un racconto lungo che, forse, varrebbe la pena di essere raccontato.

E noi siamo qui per questo, Presidente ?

  • In definitiva ero un provinciale. Casualmente ho appreso dal mio amico e mentore Augusto Visconti, che era collegato con il segretario nazionale giovanile comunista Enrico Berlinguer, che la corrente democristiana di Base, che patrocinava l’apertura a sinistra, aveva una qualificata presenza ad Avellino, a capo della quale c’era l’onorevole Fiorentino Sullo, sottosegretario all’industria, con a fianco un gruppo di giovani quali Ciriaco De Mita – Gerardo Bianco – Nicola Mancino – Salverino De Vito – Giuseppe Gargani.

Sullo aveva iniziato la sua azione politica in provincia di Salerno e non c’era da meravigliarsi, perché la circoscrizione elettorale all’epoca era composta dalla provincia di Salerno e dalle provincie di Avellino e Benevento.

Fu proprio Augusto Visconti che mi segnalò che Sullo riceveva settimanalmente la clientela elettorale, ospite dello studio di un avvocato liberale.

Presidente, quindi andaste a quest’incontro ?

  • A questo punto chiesi un appuntamento a Sullo. Per la verità non era  molto informato né della mia esistenza né tantomeno della pubblicazione del giornale Orientamenti e men che meno dei miei collegamenti con il gruppo fiorentino della corrente di base guidato da Pistelli.

In definitiva io non conoscevo lui e lui non conosceva me; all’incontro lo in          formai delle mie iniziative; l’esistenza del giornale, i legami con Pistelli,        sostanzialmente io mi trovavo ad operare in provincia di Salerno come un      esponente operativo della Corrente di Base.

Mi ascoltò un po’ visibilmente contrariato.

E mi chiese perché avevo voluto vederlo e cosa volevo.

Io gli risposi che mi era sembrato naturale incontrare l’esponente nazionale più importante della corrente, che non volevo niente, ma che al contrario ero a disposizione per allacciare rapporti e dare.

Sullo un poco sconcertato mi disse “vediamoci” fra qualche tempo e la cosa finì in quel momento.

Dopo l’incontro io continuai tranquillamente nelle mie attività e nei miei collegamenti politici

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