SINERGIA, VECCHIA MALATTIA

 

di Michele Cavallo (libero pensatore)

MONTE SAN GIACOMO – Parto da lontano per arrivare a noi, gente che viviamo in queste piccole o meno piccole realtà soprattutto nel Sud Italia, ma non solo.

L’assegnazione dei giochi olimpici invernali del 2026 a Cortina e Milano è stata accolta con giubilo ed entusiasmo, tranne forse dagli abitanti piemontesi che non hanno voluto partecipare alla designazione dell’evento.

Passando dall’inverno all’estate, nei nostri luoghi questo è il periodo più florido e affollato di eventi, sagre, concerti etc… Le varie associazioni fanno a gara, sottolineo giustamente, a chi riesce ad organizzare l’avvenimento più attrattivo che coinvolga il maggior numero di persone. La concorrenza si sa, tranne poche eccezioni, ha portato sempre miglioramenti in tutti i campi per l’utente finale. La valorizzazione di proposte culinarie, culturali, artistiche legate alla storia, alle tradizioni o ai tempi moderni e tecnologici che viviamo è una ricchezza per tutti noi. Guai se queste occasioni, queste risorse, questo patrimonio venissero a mancare.

Fin qui, per chi ha letto qualche mio articolo in passato, farebbe fatica a riconoscere il mio modo di porre le questioni. Non fosse altro perché il mio senso critico mi spinge sempre a cercare l’ago – con il quale a dire il vero spesso mi pungo – nel pagliaio.

Le “gare” servono sostanzialmente a dichiarare un vincitore. Ad appuntare una medaglia al petto del migliore: “questa volta sono stato più bravo di te”.

Il Greco (la lingua, non il calciatore Manolas) ci indica un’altra strada, credo più efficace, che invece di assegnare medaglie ad ogni specialità, ne riconosce una a tutti ed a tutto, ma non per questo meno gratificante. Anzi! Soddisfazioni oggettive e non soggettive, personalizzate.

Sinergia dal greco vuol dire “cooperare”, “con”, “operare, agire insieme”. Azione combinata e contemporanea, collaborazione di più elementi (o persone) in una stessa attività.

Michele Cavallo - secondo (seduto) da destra, con un gruppo di amici

Un solo esempio: in medicina sin dalle prime cure per l’Aids – ma io credo che così sia stato da sempre anche se la mia ignoranza in materia non mi permette di addentrarmi nell’argomento – si è scoperto che per arrestare l’avanzamento della malattia, era molto più efficace un cocktail di farmaci anziché uno solo.

Potrei andare avanti per ore sul significato di questa parola grazie alla Treccani. Mi fermo qui perché il senso spero di averlo trasmesso. In piccoli, piccolissimi paesi come i nostri, convivono decine di associazioni ovviamente spesso con scopi diversi. Eppure un filo rosso fra tutte le lega o le dovrebbe legare: l’amore per il nostro territorio.

Insomma cosa voglio dire? Che come sempre non riusciamo a fare squadra. A volte non riusciamo ad ascoltare, ad ascoltarci. Anzi spesso ci dividiamo, ci scindiamo dalla stessa organizzazione solo per divergenze di opinioni. Mi sembra di parlare del PD!

Chi non partecipa alla realizzazione degli eventi, siede su di una panchina e critica – ed uso un eufemismo – dicendone di tutti i colori, ma stando ben attento a mettersi in gioco.

Sono convinto che insieme, tutte le associazioni e gli uomini di buona volontà, non sempre, ma se più spesso mettessero da parte le “bandiere”, il singolo legittimo riconoscimento e si sedessero ad un tavolo per collaborare in SINERGIA, forse qualcuno verrebbe menzionato e messo sul piedistallo qualche volta in meno, ma le cose gratificherebbero tutti noi.  Nessuno escluso. Forse solo i panchinari.

Marx diceva: “I singoli individui formano una classe solo in quanto debbono condurre una lotta comune contro un’altra classe; per il resto essi stessi si ritrovano l’uno di contro all’altro come nemici nella CONCORRENZA.

 

 

 

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