25 anni senza Mimì

Dr. Vincenzo Mele
ROMA – Era il 12 Maggio 1995 quando i notiziari annunciarono la morte improvvisa della cantante Mia Martini a Cardano al Campo, comune di circa 15.000 anime nel varesotto, a soli 47 anni.
Nata nel comune reggino di Bagnara Calabra il 20 Settembre 1947, Mia Martini, pseudonimo di Domenica Rita Adriana Bertè, è stata per 25 anni una delle voci femminili più importanti della musica leggera italiana che ha saputo interpretare magistralmente grandi successi come “Piccolo uomo” e “Minuetto” che portò Mimì a vincere due Festivalbar. Tra la fine degli Anni ’70 e l’inizio degli Anni ’80 nacquero sodalizi artistici che segnarono l’apice del suo successo: uno di questi fu con Charles Aznavour che culminò con una sua esibizione nel ’78 all’Olympia di Parigi e con Ivano Fossati. Il duo Fossati-Martini si rivelerà vincente: Fossati scriverà testi che diverranno evergreen della musica italiana come “Non finisce mica il cielo”, che fruttò a Mia Martini il Premio per la Critica nel 1982, durante la 32° Edizione del Festival di Sanremo, dopo un intervento alle corde vocali l’anno prima.
Tante furono le sue collaborazioni con artisti del calibro di Vinicius de Moraes, Chico Buarque, Paolo Conte e la sorella Loredana Bertè.
Nel 1983 si ritirò dalle scene per via di calunnie sul suo conto per poi ritrovare la vetta del successo nel 1989: tornò a Sanremo esibendosi con “Almeno tu nell’universo”, brano scritto anni prima da Bruno Lauzi per lei. Con “Almeno tu nell’universo” Mia Martini vinse per la seconda volta il Premio per la Critica. All’inizio degli Anni ’90 interpretò successi come “La nevicata del ‘56” e “Cu’ mme”, scritta in collaborazione con Roberto Murolo e Enzo Gragnaniello. Nel 1992 raggiunse il secondo posto al Festival di Sanremo con “Gli uomini non cambiano” e quello fu l’ultima volta dopo che toccò l’apice del successo, prima del suo tragico quanto misterioso decesso.
Ancora oggi a distanza di 25 anni la morte della cantante conserva un alone di mistero ma i suoi successi rimangono tutt’oggi grandissime pagine della storia della musica italiana.

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