GIUSTIZIA: da Luca Palamara a … Emilio Fede

Aldo Bianchini

dr. Luca Palamara - magistrato

SALERNO – Ormai quando si parla di giustizia, o meglio degli operatori della giustizia e più specificamente dei magistrati bisogna andarci piano nelle considerazioni, altrimenti potrebbero essere cavoli amari.

Per due ordini di motivi: uno perché non si capisce più niente per tutto quello che sta succedendo nel mondo già complicato dei magistrati; due perche l’intera categoria, per col,pa di pochi, sta toccando il punto più basso della sua storia.

 

Qualche settimana fa, scrivendo del “caso giustizia” avevo invitato tutti ad una serena riflessione sul ruolo recitato (non so quanto suo malgrado !!) da Luca Palamara che per anni è stato il punto nodale dell’intera magistratura ed avevo sollecitato tutti a vederlo sotto un’altra luce, cioè nel ruolo di “moralizzatore indiretto e involontario” della magistratura e che per questo, in fin dei conti, si poteva e si doveva anche ringraziare.

Sapevo e mi rendevo conto che lanciavo una grossa provocazione che avrebbe fatto discutere, ma tutto quello che è accaduto dopo va senza dubbio in questa direzione.

Ed a distanza soltanto di qualche settimana siamo qui a prendere atto di una magistratura (tutta, per colpa di pochi ?) incartata e piegata su stessa, per non dire piegata in ginocchio e molto vicina al suo punto più basso mai toccato nel corso di tutta la sua storia.

 

Bisogna restituire dignità alla magistratura, che è un organo decisivo per la vita democratica, perché ogni cittadino si rivolge alle toghe per vedere riaffermati i propri diritti e per vedere riconosciuti i fondamenti della nostra cultura. Basta carrierismo, bisogna cambiare cultura oltre a introdurre le riforme giuste per selezionare i vertici degli uffici giudiziari, a cominciare dai posti più ambiti, quelli delle Procure”. Lo ho detto il giudice Raffaello Magi, grande protagonista di Spartacus-Uno con ben 21 ergastoli ai boss dei casalesi, che adesso è consigliere della prima sezione penale di Cassazione.

 

E quale sarebbe la soluzione per tutti i problemi legati allo sfrenato carrierismo dei magistrati attraverso il potere occulto delle correnti ? “Il sorteggio” da attuare tra gruppi di aspiranti alle nomine prestigiose.

Il sorteggio, che in tanti sbandierano come un punto altissimo di democrazia, per me è soltanto il punto più basso e per certi versi vergognoso che mortifica l’uomo ed anche la democrazia; difatti la vera democrazia è quella che se ben amministrata consente di compiere in piena armonia anche le scelte più difficili.

avv. Giulia Bongiorno - ex ministro

Ma qualcosa bisogna pur inventare per contrastare lo strapotere delle correnti. Sulle stesse è stata molto dure l’ex ministra Giulia Bongiorno (notissima avvocato e difensore storico di Giulio Andreotti): “Quello che ho letto finora mi fa tremare i polsi perché sono consapevole dell’enorme potere che ha un magistrato. Ora, davanti allo scandalo, molti dicono che non si meravigliano. Io dico invece che è una logica intollerabile, che non attenua e non giustifica un bel nulla. La sola idea che un giudice possa assolvere o condannare per non scontentare un pubblico ministero, in quanto esponente di una corrente capace di influenzare la valutazione della carriera di quello stesso magistrato, mi fa paura. Più in generale tra i cittadini si sta diffondendo sfiducia nei giudici, se non diffidenza. Ormai è prassi che il cliente, appena può, ci chieda chi è quel magistrato, a quale corrente appartiene, se lo conosciamo. E noi avvocati li dobbiamo difendere: stia tranquillo, il giudice è bravo, è indipendente, valuterà secondo il diritto…“.

 

E’ una vergogna assoluta che apre scenari impensabili e allarga lo scandalo non a pochi ma a centinaia di magistrati; e non solo PM ma anche giudici di tribunali.

Ripeto e confermo che qualche settimana fa ho suggerito, provocando, che bisognava ringraziare le esternazioni e le rivelazioni di Luca Palamara (che sicuramente continueranno anche in maniera più dura e sconvolgente); alla luce di quanto sta accadendo non è che faccio un passo indietro, ma almeno un dubbio comincia a farsi largo nella mia mente: “Vuoi vedere che il pentolone scoperchiato da Palamara vuoterà tutta la sua acqua bollente su noi poveri cristi di utenti della giustizia attraverso una ritrovata volontà da parte dei magistrati di affermar4e il loro potere e la loro autonomia ?”.

dr. Emilio Fede - già storico direttore del TG/1 e del TG/4

La prima risposta è arrivata con l’arresto di Emilio Fede (il noto giornalista che ha segnato, nel bene e nel male, la storia della categoria sia in Rai che a Mediaset); diciamo che Fede possa essere stato un mostro infernale negli scorsi anni e che lo stesso sia inviso alla maggioranza degli italiani, ma ora è un vecchio di 89 anni, claudicante e malfermo in  salute che per muoversi devee essere accompagnato. Aveva finito di scontare il periodo di arresti domiciliari a Segrate e per andare a Napoli dalla moglie per festeggiare il suo compleanno aveva anche avvertito i Carabinieri di Segrate. Macchè !!, la violenta scure della presunta giustizia si è abbattuta subito sul suo capo, quasi come se qualcuno stesse aspettando anche un minimo errore; e il povero vecchio è stato addirittura rinchiuso in un albergo a Napoli con l’obbligo che della sua camera non può aprire neppure una finestra anche semplicemente per prendere un po’ d’aria partenopea.

 

Violazione dei minimi diritti umani ?, non lo so, non spetta a me dirlo; sono invece convinto che il “dopo Palamara” sarà durissimo per tutti, magistrati e utenti.

 

 

 

 

 

 

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