Ravello Festival 2020: un inno alla vita e al desiderio di ripartire

 

di Salvatore Di Martino

Sindaco di Ravello

In una stagione che sembra bloccata in un limbo atemporale, aggredita dall’incertezza e dalla mancanza di gesti, consuetudini, abitudini che caratterizzavano le nostre vite in maniera così cadenzata da essere spesso quasi scontati, in un anno che continua a propinarci prospettive cupe, di tanto in tanto rischiarate dal bagliore delle news che risuonano come un refrain, Ravello ed il suo Festival, sono un inno alla vita e al desiderio di ripartire.

Dopo esserci fermati, rinchiusi e consapevolmente limitati, è venuto il momento di guardare al futuro con fiducia e maggiore consapevolezza, certo rifuggendo ogni forma di incoscienza, superficialità e rischio.

Il nostro territorio, di questi tempi abituato ad esplodere di entusiasmo, attività e voracità turistica, sta sostenendo l’impatto devastante della pandemia con dignità e coraggio invidiabili.

Con una programmazione di qualità che ci accompagnerà fino alla stagione invernale, con scelte mirate ad esaltare ulteriormente, anche in questo momento di grande difficoltà, la nostra terra, il Ravello Festival sarà il vessillo di un territorio sicuro, accogliente, pronto a mostrarsi, ritto in piedi, in tutta la sua straordinaria, duttile e variegata bellezza.

Dalla musica alla cultura, passando per l’enogastronomia e le suggestioni storiche, il fulcro di questa strategia post Covid, è da rintracciarsi senza dubbio nel grande lavoro di sinergia, confronto ed osmosi fra l’Amministrazione che rappresento e la Fondazione Ravello: un lavoro capillare e costante che non solo garantirà la nuova edizione del Festival, ma che fortunatamente spazzerà  anche via l’ombra funesta di una storica interruzione nella tradizione che si perpetua ininterrottamente dagli anni ’50.

E c’è molto di più: con l’approvazione, infatti, del comodato d’uso dell’Auditorium Oscar Niemeyer, e i relativi lavori di riqualificazione che ne seguiranno, la prestigiosa struttura risorgerà esteticamente e si proporrà come location di spicco del fitto calendario di eventi culturali della Regione.

Ho letto che i periodi più cupi sono generalmente il preludio ad un cambiamento positivo.

È come l’arcobaleno che ci attraversa alla fine dei temporali violenti o imprevedibili.

Noi siamo pronti da tempo: alla bellezza, al sole e al sospirato segnale di fine tempesta.

 

 

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