FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO I NUOVI FARMACI PER IL DIABETE SONO SICURI?

Nota della direttrice editoriale

L’articolo del dr. Alberto Di Muria (titolare della omonima farmacia sita al Bivio di Padula) viene pubblicato in forma gratuita e, trattandosi di dati scientifici, sotto la totale responsabilità dell’autore.

da Dr Alberto Di Muria

 

Padula-Gli inibitori della dipeptidil-peptidasi IV, inibitori della DPP-4 o gliptine, sono una classe di farmaci antidiabetici orali che possono essere utilizzati per il trattamento del diabete mellito di tipo 2. Hanno un meccanismo d’azione molto particolare, in quanto non agiscono direttamente sull’insulina, come molti altri antidiabetici, ma aumentano i livelli di incretine, sostanze che inibiscono il rilascio di glucagone, ormone antagonista dell’insulina in quanto incrementa il livello di glucosio nel sangue, stimolano il rilascio di insulina e riducono lo svuotamento gastrico.  Negli ultimi tempi si è osservato un notevole incremento nell’utilizzo delle gliptine, sia da sole che in associazione con altri antidiabetici orali, anche perché considerate piuttosto sicure, soprattutto perché è improbabile che questo medicinale causi un basso livello di zucchero nel sangue, l’ipoglicemia, che è la grande paura di tutti coloro che intraprendono una terapia antidiabetica, perché non agisce quando il livello di zucchero nel sangue è basso.

Tuttavia gli eventi avversi segnalati e registrati anche nei foglietti illustrativi sono numerosi e certamente non poco significativi. Tra questi troviamo: rinofaringite, cefalea, nausea, ipersensibilità e reazioni cutanee. La Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, inoltre, ha aggiunto un nuovo avvertimento sul rischio che le gliptine possono causare dolori articolari che possono essere gravi e invalidanti, iscrivendolo sui bugiardini di tutti gli inibitori della DPP-4. Una revisione del 2014 ha rilevato un aumento del rischio di insufficienza cardiaca con l’uso di alcune gliptine, spingendo la FDA nel 2016 ad aggiungere l’avvertenza sulle etichette di questi farmaci.

Una meta-analisi del 2018 ha mostrato che l’uso di inibitori del DPP-4 era associato ad un aumento del rischio del 58% di sviluppare pancreatite acuta rispetto al placebo o nessun trattamento. Di conseguenza, la pancreatite è ora inclusa nelle informazioni del prodotto, come una possibile reazione avversa, con l’avvertenza che i pazienti trattati dovrebbero essere informati dei sintomi caratteristici della pancreatite acuta, cioè dolore addominale grave e persistente che a volte si irradia alla schiena, e invitati a riferire la sintomatologia al proprio medico.

Ancora, uno studio osservazionale del 2018 ha suggerito un elevato rischio di sviluppare una malattia infiammatoria intestinale, in particolare la colite ulcerosa, raggiungendo un picco dopo 3-4 anni di utilizzo e diminuendo dopo più di quattro anni di utilizzo.

Infine, di recente il Ministero della salute canadese ha lanciato l’allarme che questi farmaci possano aumentare il rischio di sviluppare pemfigoide bolloso, un disturbo cutaneo autoimmune cronico che determina, nei pazienti anziani, lesioni bollose generalizzate e pruriginose.

 

 

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