CHIRICO: il Mattei del Cilento

 

Aldo Bianchini

Avv. Franco Chirico

SALERNO – Franco Chirico, un uomo, una storia lunga, anzi lunghissima; una storia che ha arato e solcato tutto il territorio del Cilento lasciando un solco profondo nella sua storia.

Questi, in poche parole, è Franco Chirico, padre di famiglia e sposo esemplare, avvocato, politico, economista, banchiere, e tante altre cose; anche, se non soprattutto, ottimo conoscitore della “regimentazione idrica” che ha condotto quasi per mano dal nulla assoluto ad un traguardo di prima grandezza per rilanciare le sorti economiche, sociali, imprenditoriali ed occupazionali di tutto il Cilento.

Chirico è stato capace, in definitiva, di risollevare a 360° le sorti complessive di un’intera zona della nostra provincia, svegliandola da un letargo antico (risalente ai tempi della Magna Grecia !!) che stava per farla precipitare per sempre in un burrone senza possibilità di risalita.

 

 

 

 

Per tutta questa serie di ragioni nel pieno degli anni ’80 l’allora ministro per le aree urbane lo on. Carmelo Conte lo definì “il Mattei del Cilento” accostando la sua figura a quel grande personaggio del passato “Enrico Mattei” che aveva saputo creare, domare e gestire le famose “Sette Sorelle” per la gestione del petrolio del medio oriente a tutto vantaggio dell’Europa e in special modo dell’Italia.

Sappiamo tutti come finì per il vero Mattei, sappiamo anche come sta andando avanti la favola del Mattei del Cilento che è ancora lì, saldamente in sella, ad una delle sue meravigliose creature, tutte raccolte nei faraonici: “Consorzio irriguo di miglioramento fondiario” ed ancora il “Consorzio di bonifica Velia”; con la realizzazione di sei dighe (quella più nota passa sotto il nome di “Diga dell’Alento”), quattro impianti di distribuzione irrigua su 7mila ettari, sicurezza idraulica dell’intera piana dell’Alento, un’oasi ambientale del Fiume Alento, la diga di Cannalonga; solo per ricordare alcune delle tante opere realizzate per il territorio che lui ha amato ed ama con tutto se stesso.

 

 

 

Con l’ex ministro Conte ha, da sempre, avuto un rapporto di odio-amore; insieme, anche se su posizioni spesso contrapposte, hanno dato davvero tanto al Cilento. Più di una volta si sono soccorsi a vicenda; l’ultimo soccorso toccò a Chirico che ripescò Conte dall’oblio del tempo; ma questa volta l’operazione mediatico-giornalistica con la “Fondazione Alario” non riuscì; Conte ritornò sui suoi passi e Chirico svettò verso nuovi successi nella gestione del potere in funzione del bene comune.

L’unica ciambella che non gli è riuscita con il buco è stata l’operazione banca sulla quale Chirico aveva impegnato tutto se stesso; da banchiere (a capo della Banca del Cilento) ha governato direttamente anche l’economia di prossimità per decine di migliaia di famiglie e di imprese, tutte cilentane doc. Dalla banca, dalla sua banca, ha avuto i dispiaceri più forti, superiori anche alla malriuscita intrusione di alcuni sprovveduti magistrati che nel ’93 cercarono di abbattere il mito del “Mattei del Cilento”.

Ma il suo mito continua a tenere banco; ora con 255 voti sui 307 disponibili è stato riconfermato, all’età di 86 anni, alla presidenza del Consorzio Irriguo di Miglioramento Fondiario; la sua creatura di sempre che dopo 55 anni lo accompagnerà ancora nei prossimi 5 per un record forse ineguagliabile addirittura a livello mondiale e, soprattutto, storico. Neppure Pericle seppe fare di meglio nell’antica Grecia.

 

 

 

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