Grazie alla Senatrice a vita Liliana SEGRE! Testimone della memoria, l’abbraccio più grande della storia.

 

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Liliana Segre, senatrice a vita

Rondine (Arezzo), 12 ottobre 2020. La Senatrice  a vita Liliana Segre  ha offerto la sua testimonianza pubblica consegnando idealmente la difesa della memoria ai giovani studenti italiani e del mondo perché proseguano e diffondano il suo messaggio di pace e  promuovere l’educazione ai diritti umani. La sua storia è anche la nostra storia. Liliana Segre ha insegnato come donna, come cittadina e come Ministra, a non voltare mai le spalle, a non fare finta di nulla, a non stare in silenzio, a non dimenticare.  L’evento si è tenuto ad Arezzo, nel borgo medioevale di Rondine, sede dell’organizzazione internazionale impegnata da oltre venti anni nella formazione di giovani leader di pace e al fine di ridurre i conflitti armati nel mondo. “Grazie Liliana! L’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre alle Scuole italiane e ai giovani del mondo da Rondine Cittadella della Pace”: l’evento è stato ideato dal Comitato Promotore per Liliana Segre, di cui Rondine Cittadella della Pace è capofila, assieme al Ministero dell’Istruzione. Una giornata dedicata ai giovani e alle Scuole che ha visto anche un’importante presenza delle Istituzioni per rendere omaggio all’impegno di testimone della Shoah della Senatrice a vita Liliana Segre e per garantire l’impegno dello Stato a farsi promotore di questo passaggio del testimone ai giovani. «Vi racconto la ragazzina che ero, 80 anni fa: ma so benissimo che voi mi potete vedere solo come una nonna». «Nonna» Liliana, Liliana Segre, inizia così la testimonianza pubblica a Rondine (Arezzo), Nonna Liliana a 90 anni ha la capacità di attualizzare la storia e decide di passare il testimone ai giovani, custodi della memoria. A loro ripropone il racconto di come una quattordicenne possa essere espulsa dalla scuola perché ebraica, ignorata dai suoi ex compagni di classe, ritrovarsi in fuga verso la Svizzera e respinta e infine precipitare nel gorgo di Auschwitz. Le leggi razziali, la paura, i pochi coraggiosi. «Gli ultimi veri uomini che ho incontrato prima della fine della guerra sono stati i detenuti di San Vittore». Che lanciano a lei e al padre «la cella era stata la nostra ultima casetta», arance, mele, biscotti. «No, non ho mai perdonato, non ci sono riuscita, non ce la faccio». Non ha perdonato quelli «che si sentivano razza superiore ma non erano umani». Non solo i nazisti ma quanti galleggiavano nel grigio. «C’erano anche vicini di casa a spingerci verso il treno della morte». Non ha perdonato ma «non sono diventata come loro». Davanti alla possibilità di farsi vendetta, alla pistola abbandonata dal comandante del campo in fuga «ho avuto la tentazione di raccoglierla ma non l’ho fatto: e così sono diventata libera». «Non ero più una ragazza, non ero una donna, ero un numero: il numero 75190, rimasto indelebile sul mio braccio». Esattamente come la memoria, un’arma potentissima che da sempre usa per inchiodare chi l’ha piegata a diventare una «donna schiava» ma anche l’indifferenza, l’egoismo alleati dell’orrore. «Biondina, occhi azzurri, francese, si chiamava Janine». Un volto al quale la ministra Azzolina dedica un concorso nazionale per le scuole. «Scegliete sempre la vita» esclama tra gli applausi. Ricorda il padre: tornando indietro dal tentativo di fuga in Svizzera getta via nel bosco la collezione di francobolli. «Erano la sua passione ma non sopportava di non riuscire a difendere la figlia». Pochi mesi e il gas avrebbe diviso le loro strade. Si chiamava Alberto: come il figlio che la segue nascosto tra i ragazzi. Alla Senatrice a vita Liliana Segre è stata consegnata la copia anastatica della prima edizione della Costituzione Italiana, inviata in dono dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La Costituzione è stata scritta avendo davanti agli occhi le tragiche vicende che hanno coinvolto anche Liliana Segre da ragazza ed è stata approvata con la ferma determinazione di non permettere che i mostri del totalitarismo che avevano devastato l’Europa potessero ancora avvelenare l’Italia, il nostro continente. Mai più privazione della libertà, guerre di aggressione, mai più negazione dei diritti umani, mai più razzismo, odio, intolleranza. Questa era la comune volontà dei padri costituenti. Merito loro se la nostra Repubblica è fondata su principi di grande valore: democrazia, libertà, uguaglianza, centralità della persona umana, pace e giustizia tra le nazioni”.La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha anche lanciato il primo bando di concorso rivolto alle scuole di ogni ordine e grado promosso insieme a Rondine Cittadella della Pace(Arezzo), dal titolo ‘Voltati, Janine vive!’, la  giovane ragazza francese  compagna di prigionia di Liliana Segre, uccisa ad Auschwitz nella camera a gas . Il concorso si propone l’obiettivo di educare le nuove generazioni al rispetto delle differenze, contro ogni forma di violenza e discriminazione, conservando sempre viva la memoria della Shoah nelle Scuole. Il concorso nasce dal Protocollo d’Intesa siglato tra Ministero dell’Istruzione e l’Associazione Rondine Cittadella della Pace e rientra nelle attività promosse con l’obiettivo di educare le nuove generazioni al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione, conservando sempre viva la memoria della Shoah nelle scuole. In pratica per favorire tra i giovani la conoscenza e la consapevolezza del tragico evento della Shoah e promuovere l’educazione ai diritti umani. Liliana Segre rappresenta, insieme agli altri sopravvissuti ai tragici eventi della Shoah, un esempio di vita e di impegno civile. La sua storia, oltre ad essere un passaggio fondamentale per conoscere fino in fondo uno dei più tragici eventi della storia mondiale, dimostra come la dedizione agli altri e l’attenzione a non restare mai indifferenti dovrebbe divenire la regola. Una testimonianza fondamentale per comprendere fino in fondo il valore della democrazia e tenere viva la memoria del passato, in cui risiede la possibilità di non commettere nuovamente errori che comportino la privazione della libertà ed il mancato godimento dei diritti fondamentali.

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