Aldo Bianchini
SALERNO – Come già scritto qualche giorno fa, nelle ultime settimane dopo un letargo di moltissimi mesi, è riapparsa sulla stampa la vicenda annosa e controversa della soppressione del Tribunale di Sala Consilina materialmente avvenuta mercoledì 11 settembre del 2013. Aveva cominciato il sen. Francesco Castiello nel dicembre 2020 a rispolverare il problema della possibile riapertura. Poi era stata la sen. Felicia Gaudiano a rispolverare il 6 marzo 2021 l’argomento con una sua interrogazione alla ministra della giustizia Marta Cartabia (interrogazione che aveva suscitato qualche perplessità); a ruota il consigliere regionale Corrado Matera (11 marzo 2021) per segnalare uno spiraglio di credibilità; ancora dopo il 19 marzo l’avv. Angelo Paladino con una lettera aperta a tutti i consiglieri regionali sui problemi del Tribunale e dell’alta velocità; di nuovo il 19 marzo l’avv. Corrado Matera per rimarcare il suo interesse anche attraverso la figura del governatore De Luca e del figlio Piero (deputato); per arrivare al 24 u.s. con una interrogazione della deputata dei 5 Stelle Anna Bilotti insieme alla collega Elisa Scutellà (presidente intergruppo parlamentare geografia giudiziaria).
Nelle ultime ore ritorna sulla scena l’on. Piero De Luca per ricordare a tutti di aver proposto interrogazione molto tempo prima degli altri e per sottolineare l’alleanza raggiunta con il consigliere regionale Matera insieme al quale ha già avviato un percorso strutturale e concreto, ben lontano dagli interventi propagandistici degli altri e scrive testualmente: “D’intesa con il Consigliere Regionale Matera continueremo a seguire la vicenda, lavorando su una proposta di legge simile invece a quella ipotizzata dalla Regione Marche per consentire anche riaperture transitorie di sedi soppresse nell’attesa di una riforma complessiva ad oggi molto difficile. E solleciteremo il nuovo Ministro della Giustizia a seguire con attenzione la vicenda per provare a mettere in campo ipotesi concrete su un tema tanto sentito nel nostro territorio”. Alleanza De Luca – Matera per una nuova strategia politica vincente ? Probabilmente si, le risposte nei prossimi mesi.
Ma veniamo alla storia del tribunale di Sala Consilina che è lunga ed articolata; la storia affonda le sue radici nel 19° secolo per arrivare all’inizio dell’era fascista quando, nel 1923, venne soppresso. Anche allora in favore del nascente Tribunale di Lagonegro.
Il Tribunale venne ripristinato nel febbraio del 1944 subito dopo l’operazione “Avalange” nel Golfo di Salerno. Dopo lo sbarco (per la precisione dall’11 febbraio 1944) Salerno ospitò i primi governi dell’Italia post fascista e la famiglia reale divenendo di fatto Capitale fino a dopo la liberazione di Roma.
A volere fortemente il ripristino del Tribunale di Sala Consilina, dopo 21 anni di chiusura, fu principalmente uno dei principi del foro del tempo, l’avv. Antonio Cappelli (padre di Igino e nonno di Gherardo) detto “don Nino”.
E’ stato sufficiente il lasso di tempo che normalmente segna una storia familiare tra nonno e nipote per determinare e proclamare l’inizio e la fine della stessa storia; all’inizio degli anni ’40 don Nino fece anche l’impossibile per riaprire le porte del tribunale e ci riuscì; dopo 69 anni il nipote, avv. Gherardo Cappelli, non ha fatto tutto il possibile per continuare a mantenerle aperte quelle porte, e il tribunale è stato nuovamente soppresso; e sempre in favore di Lagonegro.
Ovviamente con Gherardo Cappelli (che prima di diventare presidente dell’Ordine degli Avvocati era sicuramente l’ispiratore dell’azione dell’ex presidente ) deve essere chiamata in causa tutta l’avvocatura valdianese che si è mossa poco e male per evitare l’oltraggio.
Ma sulla conclusione della storia del Tribunale di Sala Consilina pesano due accadimenti:
- la cena del 27 dic. 2011 tra i presidenti dei due ordini, Rosa Marino per Lagonegro e Michele Marcone per Sala; presenti diversi altri avvocati in quella cena, forse, fu raggiunto l’accordo per la costituzione del nuovo ordine, sicuramente fu svenduto il tribunale salese;
- la lettera, più o meno dello stesso periodo, indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dall’eurodeputato Gianni Pittella che iniziava con un “Caro Giorgio …”, che la dice tutta e lunga. Con tutti i sindaci e amministratori locali in silenzio e senza il coraggio di ricordare a Pittella che era stato eletto anche, se non soprattutto, con i voti del Vallo di Diano.
Nella tomba verosimilmente si starà ancora rigirando Gioacchino Murat che nel 1808 trasferì la sede giudiziaria da Sapri a Sala Consilina.
A questo punto c’è da sperare soltanto e serenamente nella neo alleanza De Luca – Matera.