Conte a Salerno: peggio delle comiche di Stanlio e Ollio

 

Aldo Bianchini

Foto ufficiale dell'inc0ntro tra l'ex premier Giuseppe Conte e la prof.ssa Elisabetta Barone(candidata a sindaco di Salerno con una coalizione di centro sinistra)

SALERNO – Se da un lato è stato sufficiente soltanto l’annuncio della probabile candidatura dell’avv. Tina Ciaco, in arte Priscilla Salerno, per gettare nel panico clerico-parrocchiale tutti i personaggetti salernitani che scimmiottano la politica come ai tempi di Stanlo e Ollio;  dall’altro lato la visita dell’ex premier Giuseppe Conte a Salerno ha tolto (semmai ce ne fosse stato bisogno) definitivamente il coperchio dal pentolone dell’approssimazione e dell’assoluta mancanza di progettualità. Tra abbracci e sdolcinamenti vari si è arrivati addirittura a parlar bene dei talebani , senza ricordare che uccidono le donne  e che il giorno prima, per molto meno, era stata massacrata Priscilla che, invece, per le donne lotta da una vita. Questa, ma Conte non lo sa, è la città di San Matteo, notissimo per le sue due facce.

Ma non voglio addentrarmi troppo negli sterili filosofeggiamenti che possono nascondere la brutale verità; per questo nell’analisi della visita di Conte (nel mondo meglio noto come “Giuseppi” dopo una delle tante cavolate di Donald Trump) parto da due riflessioni profondamente diverse e contrapposte; la prima più pratica e riflessiva fondata sulla totale conoscenza del territorio, la seconda fatta soltanto di citazioni “filosofiche” basata sul nulla e sulla non conoscenza del territorio.

On. Piero De Luca: Essendo venuto nel regno deluchiano per spalleggiare i fuoriusciti dalla maggioranza e per sponsorizzare il cosiddetto “polo antideluchiano” era naturale una presa di posizione del parlamentare salernitano (profondo conoscitore delle problematiche locali e voce ascoltata in ambito segreteria nazionale PD) e, puntualmente, è arrivata: “Ormai è chiaro e la passeggiata di Conte lo conferma: altro che liste civiche, qui si cerca di replicare il disastro amministrativo del modello Raggi a Roma. Salerno invece rifiuta la cortese offerta e va avanti lungo il percorso tracciato nei decenni scorsi” (fonte Il Mattino). La risposta di De Luca non è né sprezzante e neppure irridente, è soltanto pragmatica e legata alla capacità di analisi della situazione; e dimostra così di aver capito perfettamente la situazione di aggregazione sui generis, temporanea e raffazzonata di un polo indefinito sul piano politico e senza un progetto preciso e identificativo. Perché se Conte riesuma ancora la scuola medica salernitana (ed in questo ha fortemente ragione Mario Polichetti) siamo messi veramente male sul piano della progettualità che, invece, l’amato o odiato “polo deluchiano” conosce e pratica benissimo. E poi Piero De Luca, secondo me, ha pensato anche se non lo ha detto esplicitamente anche a quale fosse la reale rappresentanza dei 5Stelle che solo a Salerno cerca di contrastare l’attuale maggioranza; la risposta è semplice, la rappresentanza, almeno quella vista giovedì, è costituita soltanto dalla troika messa in piedi per costrizione da Provenza – Tofalo e Cioffi che oltre ad avere pochi voti non ha nemmeno una chiara progettualità, altrimenti una “frenzola” di lista con tanto di simbolo avrebbero potuto anche farla. Se, come è vero, il Movimento ha raccolto appena tre anni fa tutto il dissenso cittadino e provinciale, oggi era obbligato a presentarsi on il proprio simbolo. Naturale la domanda finale: “Il resto dei 5 Stelle dove sta ?”.

La copertina del settimanale "Panorama" del 6 gennaio 2021

Prof. Giuseppe Conte: Su di lui si è detto e scritto di tutto e di più per quanto attiene la presunta posizione che avrebbe assunto in favore del nord anziché del mezzogiorno-meridione. Chiacchiere da parte di chi, come accade sovente, dimentica i fatti di un recente passato; e questo che dico lo ha dimenticato anche Lui, il buon Giuseppi. Correva l’anno 2019, era il 29 di novembre, quando l’allora premier in pompa magna si recò a Vallo della Lucania per leggere ed apprezzare il cartellone di dieci punti per la rinascita e il rilancio del mezzogiorno, un cartellone accuratamente predisposto dal senatore pentastellato Francesco Castiello ed illustrato alla presenza delle massime autorità regionali e ad un centinaio di sindaci provenienti dalla Campania e dalla Basilicata. Io non faccio politica, lo ripeto spesso, ma nella situazione di Conte a Salerno che per parlare di mezzogiorno e della città evoca la scuola medica avrei assolutamente preferito farmi scortare dal sen. Castiello che, fino ad oggi, ha dimostrato di essere l’unico parlamentare grillino ad avere una propria autonomia e progettualità ed avrei affidato a lui il compito di spiegare ai giornalisti (smemorati anch’essi) quale potrà essere il piano per il sud. Ma Lui, il pugliese smemorato, va in giro per la città con tre parlamentari che fino ad oggi non hanno mai dato nulla in cambio di quello che hanno avuto e che,  oltretutto, sono assillati da quale mestiere politico fare da grandi. Probabilmente la politica è diversa da come la vedo io; questo, però, non fa altro che aumentare le possibilità di Enzo Napoli di portare a casa un risultato ormai quasi scontato, altro che ballottaggio.

Tanto dall’altra parte c’è il nulla, come giustamente ma anche con una certa tristezza dice l’on. Piero De Luca.

 

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