Appello delle giornaliste e dei giornalisti italiani per la sorte delle colleghe afgane, la libera informazione è stata messa al bando dalla conquista talebana. La RAI mantenga viva l’attenzione sulla situazione delle donne.

 

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

Nella foto alcune giornaliste afghane

Roma, 27 agosto 2021. Le  giornaliste  e i giornalisti italiani sono  preoccupati, per contatti diretti e indiretti, per la sorte delle colleghe afghane. La libera informazione è stata messa  al bando dalla conquista talebana, le difficoltà e i pericoli per i giornalisti che hanno manifestato in questi anni il loro libero pensiero, le intimidazioni e le minacce, vedono le donne professioniste dell’informazione come prime vittime, costrette alla fuga, a rischio  della propria vita. I componenti della Commissione Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dei Giornalisti, insieme con la Cpo Fnsi, la Cpo Usigrai e GiULiA ,sono molto preoccupati, a seguito di testimonianze dirette ed indirette raccolte in questi giorni, per la sorte delle donne  afghane, sia per aver svolto mansioni professionali vietate dai talebani, sia per aver frequentato scuole e università, sia per aver condotto la propria vita al di fuori della moralità fanatica o per qualsiasi altro motivo.Servono nell’immediato corridoi umanitari, serve un’azione politica perché il potere talebano mantenga aperte le frontiere e i Paesi vicini siano pronti alla prima accoglienza, serve soprattutto che , passata l’emozione dei primi momenti, resti alta l’attenzione internazionale, per questo è necessario riuscire a garantire il flusso di informazione dall’Afghanistan, tutelando le professioniste e i professionisti di questo Paese e garantendo l’accesso ai media internazionali.

Non ci illudiamo  di fronte alle prime mosse propagandistiche, che concedono a giornaliste la conduzione televisiva. Chiediamo a tutti i nostri organismi di aderire all’appello dell’IFJ per la solidarietà internazionale nei confronti della libera stampa afghana, e rivolgiamo la stessa richiesta a tutte le giornaliste e i giornalisti italiani che hanno incarichi e ruoli pubblici, in Parlamento e nel Governo italiano, così come al Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e al Commissario europeo Paolo Gentiloni. Come giornaliste e giornalisti italiani ci sentiamo impegnati perché resti alta l’attenzione internazionale sui diritti delle donne afghane e sulla libera informazione.«La Rai, in linea con i principi del Contratto di Servizio, mantenga viva l’attenzione mediatica sugli avvenimenti in corso in Afghanistan, soprattutto sulla situazione delle donne». È quanto chiedono all’azienda le Commissioni Pari opportunità Rai e Usigrai. E anche che la Rai si faccia portavoce di questa esigenza nel consesso dei broadcaster di Servizio Pubblico europei.«Serve una vigilanza dei mezzi di informazione costante e resistente, che dia anche la misura della coesione e della capacità di intervento sui temi della pari dignità delle persone».

 

 

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