Ben vengano gli eventi culturali di richiamo.

Prof. Nicola Femminella (docente – scrittore)

Prof. Nicola Femminella

Ho partecipato negli anni a molte edizioni della Mostra del Libro per Ragazzi a Bologna, costatando l’eccezionale successo degli eventi che al suo interno si moltiplicavano. Poiché osservavo, di anno in anno, in forte crescita le masse dei visitatori provenienti da tutto il mondo che si aggiravano nei padiglioni allestiti, mi chiedevo come mai a Napoli, Palermo, situati al centro del Mediterraneo, non si replicasse un avvenimento di eguale eccellenza. Non solo per la sua levatura in relazione alle molteplici ricadute che avrebbe avuto sulle scuole delle Regioni del sud e sulla formazione culturale dei cittadini, ma anche per le migliaia di visitatori che, a contatto con le nostre bellezze, avrebbero incrementato i proventi nel comparto turistico. Il tempo è stato prodigo perché, soprattutto per l’impegno profuso dall’ amico editore Diego Guida, nel maggio del 2018 “si sono aperte le porte della prima edizione di Napoli Città Libro – Salone del Libro e dell’Editoria; il successo è stato travolgente! Più di 20000 persone hanno partecipato, hanno scelto di leggere, e soprattutto di scrivere, una delle pagine più belle della città”. Al termine oltre 140.000 i visitatori. Non a caso Napoli ha scalato di recente molte posizioni nella classifica delle “città che leggono”: ha raggiunto il 7° posto e l’apporto maggiore è stato dato dai ragazzi.

Io stesso nel 2011 organizzai con l’assessore alla cultura del Comune di Polla, Gennaro Gonnelli, la “1a edizione della “Mostra del Libro per Ragazzi” e un concorso di letteratura per ragazzi destinato ad autori e illustratori che ebbero un grande successo, neppure previsto. Al termine tra i protagonisti dell’iniziativa si disse che era un obiettivo da rincorrere quello di perseverare nell’intento anche negli anni successivi (l’evento con servizi e interviste ancora rimane su Google). Non fui ascoltato e tutto tornò come prima nel Vallo di Diano, rispetto alla diffusione della lettura nel comprensorio che era il nostro obiettivo.

L’introduzione per dire che ho accolto con euforia la notizia che segue.

Il Cilento prepara il “Festival Letteratura per Ragazzi” per il 2022. L’iniziativa è stata decisa e deliberata dalla Giunta comunale di Capaccio-Paestum, guidata dal sindaco Franco Alfieri e vede il concorso in rete di quattro Comuni con la qualifica di “Città che legge”: Capaccio Paestum (Comune capofila), Agropoli, San Giovanni a Piro e Castelnuovo Cilento. La nascita dell’evento avviene sotto i migliori auspici, perché godrà della collaborazione del Premio Strega ragazzi e ragazze, del Giffoni Film Festival, dell’Ente Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano Alburni e di altri sponsor noti. È auspicabile che tutte le maggiori case editrici in Italia partecipino con i propri cataloghi e installazioni espositive alla manifestazione; se pubblicizzata con modalità e strumenti giusti, sicuramente vedrà la presenza di qualche azienda straniera. La formula ideata presenta tratti originali che sicuramente le procureranno simpatia e incentiverà adesioni e presenze: gli stand e le attività previste nel programma saranno dislocati nei quattro paesi coinvolti direttamente e le sedi saranno i numerosi palazzi storici, le nostre piazzette suggestive, gli splendidi lungomare, le ville comunali. Non mancheranno gli edifici scolastici che potranno essere utili con i loro spazi, anche per coinvolgere e attivare docenti e alunni. Ci saranno dibattiti e convegni, tavole rotonde, laboratori vari e sicuramente incontri con gli autori di libri per ragazzi, con a capo i vincitori del Premio Strega giovani e del Premio Strega ragazzi e ragazze. Saranno tre giorni nei quali bambini e ragazzi coglieranno immagini piacevoli, coinvolti in un vissuto inedito e ricco di mille colori; sfoglieranno pagine di libri con personaggi ed eroi diversi da quelli che incontrano ogni giorno sui telefonini, con illustrazioni che si andranno a fissare nella loro mente, non scandite dalla velocità pervasiva degli algoritmi tecnologici. Saranno semi speciali destinati a germogliare, soprattutto nel cuore dei più piccoli. I giovanissimi cominceranno nel giusto periodo della loro vita a conoscere e ad amare i libri, a usare le mani per sfogliarne le pagine e a non lasciare ai soli occhi la percezione delle storie sul display: il libro potranno lasciarlo e riprenderlo senza affanno, perché esso è un amico fedele per tutta la vita che aspetta di essere chiamato quando il lettore lo cerca È attraverso questo rituale che si assume l’abitudine alla lettura. I libri servono, forniscono a bambini e ragazzi vitamine preziose perché nasca l’amore per la lettura, strumento utile e non sostituibile per una loro buona crescita e per limitare l’uso di telefonini e tablet orientati verso altri prodotti. Particolare attenzione sarà riservata ai ragazzi con disabilità come BES o DSA, che saranno accolti e assistiti da esperti in attività ludiche. Saranno coinvolte associazioni e comunità locali perché l’evento entri nella vita dei paesi e duri nel tempo. A tal proposito sarà dedicato uno spazio per premi assegnati ai ragazzi locali che saranno così incentivati a intraprendere l’attività della scrittura. Obiettivo non trascurabile tra quelli che nutrono gli organizzatori è quello di organizzare al suo interno visite guidate per far conoscere agli ospiti la bellezza dei nostri luoghi. Insomma nulla è stato trascurato perché l’evento possa diventare un’occasione efficace per promuovere la cultura e dare una mano al turismo. Io aggiungo che la mostra ha un altro significato di grande rilievo. La differenza tra nord e sud non si misura solo con gli indici e i pil dell’economia, ma anche attraverso le iniziative culturali che prendono vita sui territori. Nelle regioni del nord vengono organizzate le due mostre internazionali di Bologna e Torino e in altre località, appuntamenti ormai consolidati nel calendario delle manifestazioni editoriali più frequentati nel mondo. Ma non possiamo non ricordare i festival di letteratura, di filosofia, di cinema, di musica classica, le rassegne e le mostre d’arte che nel corso dell’anno riempiono i programmi di quelle regioni, comuni, associazioni, con un’attenzione ormai consolidata alla cultura. I meeting e convegni che si fanno sui temi dell’economia e dei rapporti tra i paesi. Tutto questo accanto alle fiere nei vari settori produttivi che portano milioni di persone nel nord e nel centro d’Italia. Di contro voglio ricordare ancora una volta, a mo’ di esempio, il fenomeno delle mostre che non si organizzano negli spazi smisurati della Certosa. Ecco una petizione da rivolgere al Polo Museale di Napoli e alla Sovrintendenza di Salerno. La Certosa dev’essere un contenitore per una eminente scuola di restauro, ma anche una location per importanti mostre di forte richiamo nazionale. Lo hanno saputo fare nel passato con grandi capacità nel diffondere e organizzare straordinari eventi culturali i benemeriti Francesco Abate, Mario De Cunzo, Eletta De Martino, mettendo a buon frutto le risorse impiegate, a fronte delle costose comparsate di Sgarbi o la inopportuna rassegna di arte moderna di Bonito Oliva, estranea forse alla cornice settecentesca della Certosa e al suo percorso nella storia dei luoghi, che, a mio parere, non hanno prodotto e lasciato nulla a favore del Cilento. Il Cilento tutto percorra la strada aperta meritatamente dagli amici di Capaccio-Paestum con la mostra del libro, e dai maestri citati con le mostre d’arte “II Cilento ritrovato” e “Il Vallo ritrovato”, seguendo le loro orme. È una strada del tutto compatibile con i suggerimenti accorati che i nostri territori ci inviano.

 

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