Sicurezza sul lavoro: dalla morte di Luana tante verità !!

 

Aldo Bianchini

Luana D'Orazio, morta il 3 maggio 2021 perchè risucchiata da un orditoio mentre lavorava in un'azienda del tessile a Prato

SALERNO – Nel corso della mia lunga esperienza di “ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro” ho sentito e visto di tutto e di più, ma tutto ciò che sta venendo alla luce dopo la tragica morte di Luana D’Orazio, letteralmente inghiottita da un orditoio mentre lavorava in un’azienda tessile (rientrante nel mondo Façon) di Prato, mi ha sinceramente sorpreso e turbato.

Prima di andare avanti voglio, però, precisare senza contraddirmi che io sono sempre garantista con tutti e lo sono stato nei mesi scorsi anche verso i titolari e il tecnico dell’azienda pratese (di Luana Coppini, titolare dell’azienda, del marito Daniele Faggi, che gli inquirenti ritengono amministratore di fatto dell’impresa, e il tecnico manutentore Mario Cusimano) arrivando addirittura a scrivere che prima di sparare sentenze bisogna attendere i processi e la conferma delle relazioni tecniche redatte dai CTU.

Ma quando ad ammettere le proprie responsabilità sono gli stessi personaggi, che per mesi hanno cercato di negare l’evidenza dei fatti, qualche dubbio sinceramente mi assale circa l’imperturbabilità dell’essere garantista a tutti i costi.

Omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche”, questa l’enorme accusa contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini; ora spetterà al GIP fissare i tempi e le modalità del processo a carico dei tre responsabili che avrebbero, a giustifica, avanzato la circostanza che avrebbero rimosso le cautele antinfortunistiche per accrescere la produzione e, quindi, salvare e/o aumentare i posti di lavoro.

 

Questo nuovo e strano quadro della drammatica situazione apre a due diversi tipi di ragionamento:

  • Bisogna subito chiedersi perché due titolari e un tecnico di impresa confessano così candidamente le loro presunte colpe; per evitare il carcere e/o per disperdere nel tempo e nella ritualità dei processi ogni responsabilità ?;
  • Ma c’è anche un altro aspetto della situazione che riguarda la subfornitura molto presente nel tessile; e quì che nasce e prolifera l’origine del male connesso direttamente alla velocizzazione delle fasi di produzione a causa della scarsa redditività dell’impresa; una pecca determinata dallo strapotere dei committenti che impongono il cosiddetto “prezzo della commessa” che non tiene conto di tutte le componenti economiche che andrebbero normalmente riconosciute a chi lavora per conto di terzi.

 

Per dirla tutta, i façonisti lavorano a prezzi maledettamente  “scannati” spesso inferiori addirittura  a quelli praticati nei paesi esteri ad alta povertà. Tale condizione di sottomissione “obbliga” i piccoli produttori a fare delle scelte sacrificali.

In questa guerra senza esclusione di colpi c’è un’alternanza micidiale di chi deve pagare; una volta tocca all’uno, l’altra all’altro.

Alla fine, però, oltre all’impresa façonista paga sempre e comunque il lavoratore che con le guerre economico-finanziarie non c’entra niente, o quasi.

Nessuno, comunque, risponde alla domanda più semplice: “Perché l’origine del problema, sopra enunciato, non viene mai stanato dalla sua casa blindata per poterlo scaricare su un tavolo di trattativa concertata ai fini di una riflessione collettiva ?”.

Ma questo è un discorso che, verosimilmente, non vuole affrontare nessuno, dalle aziende fino alla magistratura passando per la classe operaia – forense e i sindacati; tutti amano molto di più il chiacchiericcio di maniera che la risoluzione del problema dei problemi che produce quasi tre morti sul lavoro al giorno; ma vince il comune denominatore del “Dio Denaro”.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *