IL GARANTE PER LA PRIVACY: I sistemi di videosorveglianza non possono essere installati in luoghi dove può essere violata la sfera di intimità e la dignità delle persone.

 

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma,11 ottobre 2021. Il Garante per la privacy ha sanzionato con il pagamento di cinque mila euro una residenza  per persone cieche,che si erano lamentate per l’istallazione di un sistema di videosorveglianza in grado di riprenderle in momenti privati della loro vita. Le telecamere interne inquadravano anche il corridoio che collegava i loro alloggi con le docce comuni. Le riprese non solo erano registrate ma erano mostrate in tempo reale sui monitor degli operatori della portineria, con il rischio che le immagini venissero accidentalmente viste anche da visitatori o fornitori. L’amministrazione dell’Istituto aveva giustificato l’installazione del sistema di videosorveglianza con la necessità di difendersi da furti e di garantire la sicurezza sanitaria degli ospiti, evitando accessi non autorizzati nel periodo di pandemia. L’amministrazione sosteneva poi che i residenti erano stati informati della presenza delle telecamere con cartelli e appositi segnali sonori. Secondo il Garante per la privacy i sistemi di videosorveglianza non possono essere installati in luoghi dove può essere violata la sfera di intimità e la dignità delle persone. Se poi il sistema riprende soggetti ciechi o ipovedenti, non basta informare quest’ultimi sulla presenza delle telecamere attraverso mezzi tradizionali, come i cartelli, ma devono essere utilizzati strumenti adatti, come i messaggi audio. Nella motivazione del  provvedimento sanzionatorio il Garante per la Privacy  ha sottolineato che la scelta di installare l’impianto di videosorveglianza nel corridoio che conduce alle docce lede la sfera personale degli ospiti, e che tale scelta non può essere giustificata da generiche esigenze di sicurezza, che avrebbero potuto comunque essere soddisfatte dall’Istituto con modalità meno invasive per gli ospiti. Il Garanye per la Privacy  ha anche rilevato che l’Istituto non aveva neppure informato correttamente i residenti sulla presenza delle telecamere, tanto che ha affisso alla bacheca un’informativa dettagliata sul sistema di videosorveglianza solo dopo l’avvio dell’istruttoria. La nuova informativa, per giunta, non era adatta agli ospiti della struttura che, eventualmente, avrebbero dovuto riceverla con un messaggio audio preregistrato, riascoltabile a richiesta.Tenuto conto del fatto che le violazioni alla privacy sono avvenute per un periodo di tempo limitato e che le telecamere del corridoio sono state disattivate nel corso dell’istruttoria, all’Istituto è stata comminata una sanzione di 5.000 euro. L’Istituto entro trenta giorni dovrà rendere disponibile agli ospiti, anche in formato audio, l’informativa completa sul trattamento dei dati personali. Inoltre il Garante per la Privacy ha sanzionato con cinque mila euro un’agenzia immobiliare per non aver fornito riscontro alle richieste di informazioni. Rilevato l’illecito, il Garante ha rivolto un ammonimento all’agenzia, invitandola ad adottare idonee misure organizzative. L’Autorità ha ritenuto la misura sufficiente e proporzionata, considerando il fatto che si tratta di una piccola impresa, esposta alla crisi economica causata dalla pandemia, che non risultano ulteriori procedimenti a suo carico e che si è trattato di un solo contatto diretto alla reclamante. L’agenzia ha comunque dovuto subire una sanzione di 5.000 euro per non aver fornito riscontro alle reiterate richieste di informazioni del Garante, rendendo necessaria la notifica tramite il Nucleo speciale privacy della Guardia di Finanza.

 

 

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