Elezioni e Cooperative: il coraggio del sindaco, la consegna del silenzio e la possibile forza degli assessori

 

Aldo Bianchini

Il sindaco di Salerno arch. Vincenzo Napoli

SALERNO – E luce fu. All’improvviso, senza alcun segnale e/o spifferi di qualsiasi genere, la luce si è riaccesa su Palazzo Guerra. E il tutto mi sembra avvenuto, oltre che con la velocità della luce, anche nel dovuto silenzio ovattato, un po’ come nello stile di colui che dovrebbe essere l’uomo simbolo di questa nuovissima giunta comunale. Per la cronaca alludo all’ex magistrato Claudio Tringali al quale dedicherò nelle prossime ore un intero articolo dalle colonne di questo giornale. Un uomo che può e deve dare l’esempio di maggiore serenità e serietà in un momento molto difficile per tutta la comunità e non soltanto per la politica deluchiana; anche se, in tutta sincerità, al suo posto avrei evitato le dichiarazioni e le interviste pubbliche che se analizzate seriamente danno già adito a dubbi e incertezze.

Qualsiasi sistema di potere politico ha bisogno di rigenerarsi, addirittura di ripulirsi dalle inevitabili incrostazioni per arrivare finalmente a quella tanto agognata “rigenerazione etica” che magistratura e politica devono fare al loro interno, e non soltanto per accogliere il messaggio del Presidente della Repubblica, sfruttando anche le diverse opportunità che la storia contemporanea offre al sistema per rigenerarsi e ritornare ad essere credibile.

Le donne e gli uomini della giunta comunale di Salerno, varata la sera di venerdì scorso con grande coraggio e determinazione dal sindaco Enzo Napoli, hanno potenzialmente tutte le carte in regola per assicurare non solo alla Città ma anche al sistema politico quel cambio di passo che la gente comune invoca orami da tempo indefinito.

Adinolfi Paola, docente universitaria, delega al bilancio; Brigante Michele, presidente ordine degli ingegneri, delega all’urbanistica ed ai lavori pubblici; Tringali Claudio, già magistrato, delega alla sicurezza ed alla trasparenza; De Roberto Paola, delega alle politiche sociali e giovanili; Falcone Gaetana, delega alla pubblica istruzione; Ferrara Alessandro, delega alle attività produttive; Memoli Pasqualina, detta Paky, delega alle pari opportunità, vice sindaco; Natella Massimiliano, delega alle politiche ambientali, hanno le carte in regola (come dicevo) di assicurare quel cambiamento epocale tipico dei progressisti; un cambiamento che le donne e gli uomini che si sono succeduti nell’antica e storica lista “Progressisti per Salerno” non hanno saputo offrire alla comunità salernitana.

Dalle prime battute mi era parso che da questa nuova giunta comunale fosse venuta fuori, prima di ogni altra cosa, la tanto sospirata “consegna del silenzio” in quanto l’assoluta riservatezza e segretezza nelle scelte per la composizione della giunta avevano mandato subito in tilt tutta la stampa salernitana che si era incartata su se stessa fino al punto di vaticinare (nelle edizioni del mattino di venerdì) tempi lunghissimi, incerti e probabilmente irraggiungibili per la nomina degli assessori. Silenzio e segretezza equivalgono ad una buona amministrazione, lo tengano da conto tutti gli assessori.

Gli otto assessori della nuova giunta comunale di Salerno

Per questo la mia delusione del giorno dopo è stata ancora più cocente nell’apprendere delle interviste che già alcuni componenti forti della giunta (in special modo quella di Tringali e a seguire di Brigante) avevano ceduto alla voglia di apparire, correndo il rischio di rovinare quanto di buono aleggiava intorno al rinnovato “sistema di potere politico”; l’analisi delle interviste la rimando a bocce ancora più ferme e fredde. Così non si va da nessuna parte, il piede giusto iniziale è obbligatorio. La bramosia dell’apparire e di forzatura nell’esposizione mediatica non danno mai buoni frutti; meglio sarebbe lasciare ad un unico delegato il compito di informare e comunicare, soprattutto in un momento delicato come questo in cui è giusto e doveroso lasciare alla magistratura la possibilità di indagare a tutto tondo, senza frenate e senza accelerazioni.

Abbandoniamo tutti la facile pratica del gossip: quella è la moglie di, quello è il marito di, oppure quello ha sistemato il nipote e quell’altro farebbe bene a dimettersi dal suo incarico istituzionale; rimandiamo il tutto a tempi più felici.

In caso contrario è meglio andare tutti e subito a casa per restituire agli elettori una nuova possibilità di scelta.

 

 

 

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