ALTA VELOCITA’: lo spettro della programmazione … tra “risorse territorializzabili” e “valenza generale”

 

Aldo Bianchini

Il mitico treno ad alta velocità "Freccia Rossa"

SALERNO –Dopo il volo di ieri nello spazio è giusto tornare con i piedi sulla terra per meglio capire le infinite alchimie della politica.

Nei primi tre giorni del nuovo anno 2022 in merito al PNRR e specificamente alla cosiddetta “alta velocità” sono accadute un paio di cose terribili; cose che danno la giusta dimensione di come la politica sia capace di rimescolare promesse-aspirazioni ed attese in un calderone infernale in cui domani non vuol dire domani e ieri non vuol dire ieri.

Dalle pagine di questo giornale da molto tempo avverto tutti i lettori di non  credere a “sogni facili”, di non insistere con le lotte territoriali intestine su come – dove e quando dovrà essere allocata una stazione dell’alta velocità tra Salerno e Scalea; i politici del Vallo contro quelli del Cilento per chi la vuole ad Atena e chi a Sapri o giù di lì; per non dire dei politici che non possono scontentare né il Vallo e né il Cilento e si barcamenano tra l’una e l’altra soluzione, mentre sullo sfondo viene fuori anche l’illusoria aspirazione di Lagonegro.

Tutto inutile; dai primi tre giorni del 2022 sono emerse due espressioni chiare che determineranno le scelte dell’immediato futuro condizionato dalla scadenza fissata per il 2026: “risorse territorializzabili” e “valenza generale”.

Espressioni che sembrano distanti tra loro e poco significative ma che allo stato pratico avranno una incidenza che va ben oltre la nostra immaginazione. Cerco di sintetizzare al massimo, anche se non è molto facile.

La politica nazionale nel primo documento ufficiale depositato in Parlamento qualche giorno fa, con l’impegno di approvarlo entro il 28 febbraio prossimo, ha stabilito che la nostra alta velocità ricade nella “valenza generale” delle opere da fare; ma ha detto anche che in questa categoria ricadono anche tutte le opere già strutturalmente avviate tra il centro e il nord Italia. Vale a dire, ad esempio, che la tratta franco-italiana molto contestata della TAV sarà tra le prime opere da completare, così come lo saranno le decine di altre opere avviate o almeno stratificate con progetti definitivi ed esecutivi in tutto il nord. Quindi, data la nostra storica lentezza, potrebbe accadere che il SUD rimanga fuori da tantissimi progetti con il rischio di veder svanire anche la cosiddetta alta velocità. Anche perché l’area milanese ha già chiesto di rastrellare tra le “risorse territorializzabili” tutti quei fondi che rischierebbero di dover ritornare all’Europa per colpa del Sud.

Insomma se si conferisce, sempre per esempio, alla “pedemontana lombarda”, o alla variante “Gronda di Genova” il titolo di “valenza generale” potrebbe accadere che, vista la velocità esecutiva del nord, saremo costretti subito cancellare un paio di opere al sud; anche a disdoro delle promesse fatte in queste ore dal ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini che le percentuali di attribuzione dei fondi “probabilmente” non saranno accompagnando l’avverbio con la promessa da marinaio del solito e liturgico  “lo saprete nei prossimi giorni”; come se da qui a febbraio la politica non debba interessarsi soltanto della elezione del nuovo Presidente.

L’altra sera ero a cena con due amici (Gabriele e Pierino) e tra l’altro discutemmo anche dell’alta velocità; loro sono convinti che l’opera sarà presto realizzata, io sono rimasto dell’avviso che probabilmente non la vedremo mai. Alla luce anche del fatto che sono ritornate prepotentemente a galla due opere per il sud: il Ponte sullo Stretto e la Napoli-Bari, che da sole rischiano di assorbire gran parte delle potenziali risorse che al momento sono solo “lontane chimere”.

 

 

One thought on “ALTA VELOCITA’: lo spettro della programmazione … tra “risorse territorializzabili” e “valenza generale”

  1. Il Commissario Straordinario per la realizzazione dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria Dott.ssa Vera Fiorani nelle sedi competenti ha affermato sin dall’inizio che RFI,rete ferroviaria Italiana, ha individuato nel nuovo tracciato una fermata nel Vallo di Diano.

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