da Pietro Cusati
I fatti di Bucha ,con civili morti per strada, colpiti con atrocità dall’esercito russo ha scatenato un’ondata d’indignazione che si parla di un quinto pacchetto di sanzioni. Nessuna giustificazione per Vladimir Putin ,secondo l’ex-Procuratore per i crimini di guerra Carla Del Ponte che ha chiesto alla Corte penale internazionale di emettere un mandato d’arresto per il Presidente russo .“Putin è un criminale di guerra“, sostiene il magistrato Carla Del Ponte, conosciuta per le sue indagini sui crimini di guerra in Ruanda e nell’ex-Jugoslavia, oltre che per aver prestato servizio per anni nella Commissione investigativa delle Nazioni Unite sugli abusi dei diritti nella guerra in Siria. Carla Del Ponte (Bignasco, Canton Ticino, 1947) è stata procuratrice generale della Confederazione elvetica dal 1994 al 1998, e dal 1999 al 2007 procuratrice capo del Tribunale penale internazionale dell’Aia per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia e il genocidio in Ruanda. In seguito ha assunto l’incarico di ambasciatrice della Svizzera in Argentina. Dal 2011 al 2017 ha fatto parte di una commissione internazionale dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, incaricata di indagare sulle violazioni commesse durante la guerra in Siria. Per la sua attività le è stato riconosciuto il Premio della pace 2017 dell’Assia. Nel 2008 è stato pubblicato in italiano il suo primo libro, La caccia. Io e i criminali di guerra (Feltrinelli), mentre nel 2018 è uscito Gli impuniti. I crimini in Siria e la mia lotta per la verità (Sperling & Kupfer). Del Ponte ha ricordato che spiccare un mandato d’arresto rappresenta un segnale importante.“E’ l’unico strumento esistente che consente di arrestare l’autore di un crimine di guerra e portarlo davanti alla Corte penale internazionale“, ritiene Carla Del Ponte .Questo, ha spiegato l’ex-procuratore per i crimini di guerra, non significa necessariamente che Putin verrebbe messo in carcere dopo il mandato di arresto.”Se rimane in Russia, non verrebbe mai arrestato ,ha ammesso Carla Del Ponte. Ma sarebbe impossibile per lui lasciare il suo Paese e sarebbe un segnale forte che ha molti stati contro di lui”. Sugli spiragli di pace il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha detto: “La conferenza di pace, che deve essere il risultato della mediazione turca, deve diventare un passaggio fondamentale per l’accordo di pace”, “dobbiamo lavorare sui cessate il fuoco ed evacuare più persone possibili”. “Gli italiani in Ucraina erano duemila all’inizio del conflitto e adesso sono 160, ma la maggioranza ancora non vuole lasciare il Paese. Il mio appello è: lasciate l’Ucraina il prima possibile”.