Licenza di uccidere II.

 

di Antonio Cortese (docente)

Mentre gli Stati Uniti sono “divisi” sulla legalità dell’aborto, l’Italia è palcoscenico di una perpetuata nefandezza sponsorizzata da un’aberrazione di matrice radicale. Oggi il partito di Pannella, riemerso in un periodo di revisione storico politica, è portato avanti da una specie di Rifondazione Radicale che si spera, come per il remix bertinottiano, abbia breve durata o scarso successo. L’eutanasia come l’aborto sono due tipologie di omicidi e non c’è bisogno più che la Chiesa si pronunci a riguardo per farlo capire anche ai differentemente abili. Il partito figlio del sessantotto ha sempre fatto meglio e più dei sindacati in questo Paese, ma assurgersi a padroni e giudici della Concezione è purtroppo ancora oggi una bestemmia che appartiene alla scienza e alla medicina dei paesi non cattolici con costituzioni che non si confanno al nostro tricolore. Se il Sessantotto ha preteso e spesso ottenuto diritti e dignità di doveri, dalle donne agli ultimi gradini di della scala sociale, non è detto che vada assunto a modello in toto, guardandone come dei fan con popcorn da sgranocchiare i film cult che ne trasmettono anche i valori sbagliati.  La mancanza di spirito critico in questo caso, figlio della voglia di ribellione ed emancipazione di allora, non deve accecare di perbenismo industriale gli italiani, tant’è che anche i grossolani yankee se ne sono accorti, da Biden alle svariate corti supreme. Autorizzare aborto e eutanasia equivale inoltre ad un fallimento della ricerca scientifica, non solamente della fede di ciascuno, che si arrenda in tal modo al progresso della ragione anche nei casi più disperati. Io come italiano almeno, ad oppormi a queste prese  ignoranti di coscienza non mi arrendo mai, anche perché tornando alla carta costituzionale, gli articoli 7, 8 e 19 chiariscono l’importanza e la separazione della sfera religiosa da quella istituzionale; ma anche se l’ambito cattolico fosse prioritario e preminente, anche per le altre religioni, se intese quale tabula rasa dei buoni propositi di una popolazione o una società civile, l’aborto e l’eutanasia oggi significano mancanza di senno ovunque. Specie se sospinti da chi, arricchito da menefreghismo parlamentare, sia convinto di battersi per una causa giusta; solamente nelle fiction degli stupidi in corsia.

 

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