SALERNO – ACQUA PUBBLICA E UTILI PRIVATI – UNA OPPORTUNA RIFLESSIONE

 

 

di Alfonso Malangone

(Ali per la città)

 

SALERNO – La recentissima riflessione sulla Sistemi Salerno-Servizi Idrici SpA ha spinto una gentile lettrice, qui ringraziata, a osservare che la gestione di una risorsa di rilevanza sociale è assolutamente compatibile con le finalità istituzionali dell’Ente Comunale, proprietario indiretto per il tramite di Sistemi Salerno-Holding Reti e Servizi SpA. A Suo dire, poi, la presenza degli utili costituisce la prova della correttezza delle scelte imprenditoriali, non di prevalenti interessi economici. Su tutto questo, è doveroso fare una riflessione, sia pure con riferimento ai dati di fine 2021 per l’assenza di notizie recenti su possibili modifiche intervenute nell’assetto delle partecipate.

E’ da premettere che la natura pubblica dell’acqua ha trovato conferma in Leggi consolidate (fonte: artt. 143-144 Dlgs 152/06), come sono consolidati i poteri dello Stato e delle Regioni nella pianificazione, programmazione e controllo del settore nell’esclusivo interesse dei consumatori. Per questo, i Servizi Idrici Integrati (SII), cioè Acqua, Fognature e Depurazione, sono stati assegnati in massima parte a società pubbliche, o a preminente capitale pubblico, e solo nella misura del 4% a società private (fonte: Utilitalia).

Ciò posto, sulle osservazioni avanzate dalla cortese lettrice, possono essere espresse le seguenti considerazioni:

1 – La Sistemi idrici non ha tutta l’acqua che fornisce. Il 45% proviene dalle due sorgenti in concessione, Cernicchiara (20%) e Prepezzano (25%), mentre il 55% è acquistato da Ausino (16%) e Asis (39%) a prezzo industriale (fonte: Bilancio). E’, questa, una grande criticità, perché trasforma l’acqua pubblica in un bene da ‘commercializzare’ per realizzare ‘profitti’ facendo la ‘cresta’, come pure si dice, tra costo e prezzo. Una domanda: questa particolare modalità di gestione è in linea con le finalità dell’Ente Comunale?

2 – La Sistemi Idrici ha un bacino di utenza ristretto alla Città e a qualche frazione dei Comuni vicini. In relazione alla progressiva decrescita demografica Comunale, dai 135.261 residenti del 2016 ai 127.647 di fine Maggio scorso, potrebbero restringersi pericolosamente gli spazi commerciali. A fine 2021, i clienti attivi erano 71.691 con volumi di risorsa distribuita in regresso rispetto all’anno precedente. Il totale ricavi per vendite è sceso a € 26,8milioni contro i 27,4m. del 2020 (fonte: Bilanci, pag. 4). Le forniture, peraltro, hanno generato un livello di insoluti molto elevato. Nel 2021, a fronte dei ricavi già detti, sono presenti crediti per € 31,1milioni, di cui € 14,7m. svalutati, cioè considerati perduti (fonte: Nota Integrativa, pag. 17). C’è da chiedere: è sostenibile nel tempo questo andamento finanziario? In verità, se oggi l’insufficienza degli introiti già costringe a farsi carico di debiti per € 31,0milioni, di cui € 7,5m. v/Banche, € 11,1m. v/Fornitori e € 6,5m. v/Controllante, e se i crediti considerabili ‘vivi’ sono pari solo a € 24,8m., appare complicato assicurare l’equilibrio ottimale (fonte: Bilancio). Ovviamente, se eventuali difficoltà dovessero costringere a interventi di sostegno da parte della proprietà, che appartiene a tutti, sarà inutile chiedere chi pagherà. Sarebbe una domanda davvero superflua.

3 – La tariffa non ha finalità sociali. Il metodo tariffario (MT) approvato da Arera mira a favorire una convergenza in ambito nazionale sia per la qualità del servizio che per l’adeguamento tecnologico delle reti. La tariffa, per questo, comprende anche una quota destinata alla copertura dei Programmi degli Interventi (PdI) previsti per l’area gestita. Nella Relazione al Bilancio 2021, sono elencati tutti i lavori eseguiti, tra cui ben 743 solo di manutenzione (fonte: Relazione). In cifre, tuttavia, l’impegno finanziario è quantificato in € 606.118,00 per investimenti materiali, mentre quelli definiti immateriali, perché eseguiti su beni altrui, reti e Depuratore, sono stati pari a € 2.342.636,00, oltre a € 2.645.590,00 sostenuti con Contributo Regionale (fonte: Bilancio). Una domanda, facendo salvo ogni errore, anche di interpretazione: è possibile che la redditività finale, che è stata pari a € 1.232.937,22, sia frutto di una tariffa con aliquota eccessiva destinata agli investimenti? Se fosse, il dividendo di € 924.702,92, pagato alla proprietà, andrebbe a sottrarre risorse alla gestione delle reti e, magari, all’aggiornamento degli scarichi fognari volti ad evitare di versare a mare i liquami del ‘troppo pieno’. La condizione della balneazione non necessita di altre spiegazioni.

4 – La distribuzione di utili accresce i dubbi su un possibile interesse ‘reddituale’. Altre concessionarie locali, con eguali problemi di vetustà degli impianti, operano diversamente. Basta leggere il Bilancio 2021 della Gori SpA, società mista che raggruppa 76 Comuni dell’’Ambito 3, Sarnese-Vesuviano’. Si rileva che sono stati accantonati ben 7,6milioni in una apposita riserva di patrimonio, non distribuibile, finalizzata a nuovi investimenti come disposto dall’art. 35.1 dell’Allegato A della Delibera 580/2019/R/IDR dell’Arera (fonti: Bilancio e Arera). Ma: questa delibera non è valida per tutti i concessionari? E, quindi: è possibile per qualcuno distribuire gli utili puntando sui finanziamenti pubblici per rinnovare le reti? E’ solo una domanda, in assoluta buona fede.

Non è opportuno proseguire, anche se si potrebbero fare altre osservazioni. All’opposto, è importante sottolineare, in risposta alla gentile lettrice, che la gestione di una risorsa pubblica dovrebbe privilegiare la qualità del servizio e il ‘sociale’, non distribuire dividendi. Peraltro, neppure si può sostenere che tutti gli utili della Sistemi Idrici siano integralmente a disposizione della proprietà Comunale. Basta leggere bene i Bilanci della Holding. Salvo errore.

In ogni caso, la gestione dell’’isola Salerno’ nel mezzo di aree assegnate ai Consorzi Ausino e Asis appare davvero una sorpresa, sia perché l’acqua è fornita in maggioranza da loro, sia perché l’Ente Comunale è presente in entrambe con quote rispettive del 17,98% e del 33,2%. Adesso, però, si legge che avrebbe deciso di uscirne (fonte: Consiglio).

In realtà, sarebbe una scelta davvero saggia quella di trasferire la gestione e incamerare il controvalore da utilizzare per alleviare il peso dei tributi imposto dal risanamento del Bilancio Comunale, dopo il ricorso al decreto Aiuti. E’ davvero auspicabile che la dott.ssa Adinolfi, Assessora al Bilancio, voglia condividere e assumere le migliori decisioni a tutela degli interessi dei cittadini e dei lavoratori. Avere imprese ‘in house’ è una buona idea, fare impresa nel mercato libero potrebbe non essere egualmente buona. Salvando, ovviamente, la buona fede di tutti.

(P.S.: i dati esposti, tratti da siti ufficiali, sono forniti senza responsabilità o garanzia).

Alfonso Malangone - Ali per la Città - 31/08/2022

 

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