Sulla legge di bilancio ,Fabrizio Balassone della Banca d’Italia ,in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato bacchetta il Governo sulle disposizioni in materia di pagamenti in contante.

 

da Pietro Cusati (giurista-giornalista)

 

E’ partita la decima edizione del Premio per la scuola “Inventiamo una banconota”, promosso dalla Banca d’Italia e dal Ministero dell’Istruzione .Il tema scelto per l’edizione 2022/2023 è “Il grande caldo, il grande freddo: le risorse della Terra non sono infinite“.Gli studenti dovranno realizzare il bozzetto di una banconota immaginaria riflettendo su questo argomento di attualità dal forte valore sociale e di educazione finanziaria e raccogliere così le loro emozioni e i loro pensieri. Le tre classi vincitrici ,una per la scuola primaria, una per la scuola secondaria di primo grado e una per la scuola secondaria di secondo grado, riceveranno una targa ricordo e un assegno di 10.000 euro per il supporto e lo sviluppo delle attività didattiche della propria scuola. Sono  previsti premi per le scuole finaliste locali e nazionali, per il miglior bozzetto presentato dalle scuole italiane all’estero e per quello più votato sui canali social della Banca d’Italia. Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro il 3 febbraio 2023, mentre i bozzetti dovranno essere presentati entro il 3 marzo 2023. Inoltre  Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia ,in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio ha sottolineato che le : “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. “39,2 miliardi è per noi la valutazione dell’importo lordo della manovra. Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto”, ha detto  Balassone, premettendo che “gli allegati tecnici alla manovra sono stati resi disponibili mercoledì scorso: che ci sia qualche arrotondamento che potrà essere rivisto io non lo escludo”. Nella manovra alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica “presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”,  “In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irpef comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo”. Nelle considerazioni nell’ambito delle audizioni sulla manovra di bilancio, Fabrizio Balassone ha richiamato  le principali novità sulla situazione congiunturale, che in larghissima misura confermano le valutazioni fornite a inizio novembre nella Memoria sull’esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022 (NADEF). Le ripercussioni economiche del conflitto in Ucraina si sono fino ad ora manifestate soprattutto sul mercato internazionale delle materie prime, i cui prezzi hanno subito rialzi e oscillazioni di entità eccezionale. Il prezzo del gas in particolare ha registrato una brusca impennata, raggiungendo un picco di 340 euro per megawattora nel corso dell’estate. Da allora, anche grazie al conseguimento degli obiettivi di stoccaggio da parte dei principali paesi europei, si è notevolmente ridimensionato, continuando a scendere anche nel mese di novembre. Tuttavia il suo livello rimane elevato, intorno a 140 euro, sette volte quello osservato all’inizio del 2021. La crescita dei prezzi delle materie prime ha determinato un deciso innalzamento dell’inflazione globale, che secondo il Fondo Monetario Internazionale raggiungerebbe il 9 per cento quest’anno. Questi andamenti, insieme all’aumento dell’incertezza determinato dal conflitto, si sono riflessi in un significativo deterioramento delle prospettive di crescita. Nelle sue più recenti valutazioni, il Fondo stima che il prodotto mondiale decelererebbe il prossimo anno al 2,7 per cento (dal 3,2 del 2022). Il rallentamento sarebbe più marcato nell’area dell’euro, per la quale il Fondo e l’OCSE stimano una crescita pari allo 0,5 per cento nel 2023; la stima della Commissione europea è di appena lo 0,3 per cento. In questo difficile contesto la congiuntura nel Paese ha mostrato per il momento una sostanziale tenuta. Il PIL nel terzo trimestre dell’anno è aumentato dello 0,5 per cento, sostenuto soprattutto dall’aumento, superiore alle attese, dei consumi di servizi e beni durevoli e dall’andamento ancora molto favorevole degli investimenti in beni strumentali.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *