EVENTI AVVERSI ASSOCIATI AI FARMACI PER LA DISFUNZIONE ERETTILE

da Dr. Alberto Di Muria
Padula-La disfunzione erettile, cioè l’impossibilità a raggiungere o mantenere un’erezione tale da permettere un rapporto sessuale normale e soddisfacente, quando non è occasionale ma si ripete con una certa frequenza è una patologia che mina la qualità di vita, compromette il rapporto di coppia, diminuisce la propria autostima e può condurre a stati depressivi. Purtroppo non è rara: tra gli uomini che hanno passato i cinquant’anni ne soffre uno su tre e tra i diabetici, i cardiopatici, gli ipertesi gravi, i fumatori e gli etilisti cronici ne soffre, addirittura, uno su due. Ciò significa che in Italia ci sono almeno 3-4 milioni di uomini che soffrono di disfunzione erettile totale o parziale, e nel mondo ne sono colpiti almeno 150 milioni.
Le cause possono essere molteplici, sia di origine psichica, come ansia, inibizioni personali, pensieri disturbanti da stress per problemi personali, familiari o professionali, depressione, sia di origine somatica, legate ad altre patologie sottostanti quali diabete, ipercolesterolemia, il tabagismo cronico, malattie vascolari, obesità ed etilismo cronico. Anche l’uso di alcuni farmaci, quali i beta-bloccanti, alcuni antiulcera, gli psicofarmaci e gli anti-androgeni, usati questi ultimi nella terapia del tumore della prostata, possono causare come evento collaterale la disfunzione erettile.
Negli ultimi anni la terapia della disfunzione erettile si basa prevalentemente sull’uso degli inibitori della fosfodiesterasi 5. Il capostipite di questa classe è il Sildenafil, il celeberrimo Viagra, cui sono seguiti il Tadalafil (Cialis), dotato di emivita molto più lunga, il Vardenafil (Levitra) e l’Avanafil (Spedra).
Purtroppo questi farmaci sono tutt’altro che privi di effetti avversi, anche gravi, tra i quali infarto del miocardio, palpitazioni o tachicardia. Di recente è stato osservato anche che questi farmaci possono essere associati a riduzione o perdita dell’udito.
Qualche mese fa è stato condotto uno studio per stimare l’incidenza di eventi avversi cardiovascolari e la mortalità associata a ciascuno degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5. Lo studio ha utilizzato il database Adverse Event Reporting System della Food and Drug Administration (FDA), l’Ente americano di controllo sui farmaci. Durante il periodo considerato, pari ad oltre dieci anni, i casi di decesso sono stati pari a 2.181. Il Sildenafil è risultato associato a 1.824 delle morti segnalate, seguito dal Tadalafil con 236. Gli eventi cardiovascolari includevano sordità, amnesia, retinopatia, lombalgia e cefalea.
I numeri risultanti nello studio non devono spaventare in assoluto considerando l’enorme diffusione di questi farmaci ma sottolineano che essi presentano comunque degli effetti avversi anche seri per cui è indispensabile che non siano legati all’autoprescrizione, ma indicati da medici, possibilmente specialisti, che sapranno valutare al meglio il rapporto rischi-benefici del loro utilizzo.

 

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