LICEO TASSO: al di là di ogni ragionevole dubbio !!

 

Aldo Bianchini

Il monumentale liceo classico "T. Tasso" di Salerno

SALERNO – Il liceo classico più antico della città è “di nuovo” nella bufera perché, ben “al di là di ogni ragionevole dubbio”, come in una sorta di immutevole inganno, ancora una volta ha prestato il suo fianco alle più disparte cronache ed è entrato decisamente nel tritacarne mediatico che, fortunatamente, si limita ad eclatare le sterili notizie senza un benchè minimo accenno ad un esame più articolato della questione; ma si sa, gli approfondimenti per la stampa cittadina sono ancora un oggetto alquanto misterioso.

Esattamente come sono “oggetti misteriosi” le decisioni che un dirigente pubblico (sia esso della scuola che di altro settore) è chiamato ad emanare più volte nella stessa giornata; e meno male che sempre la stampa locale non ha trascinato il caso del Tasso tra quelli che vengono annoverati di sinistra o di destra, etichettando questi ultimi come “espressioni fasciste”; ogni riferimento agli ultimi eventi nazionali non è puramente casuale se si pensa all’aggressione subita dall’attuale governo per ver aggiunto la parolina “merito” alla denominazione del ministero competente.

Tutto questo, fortunatamente ed almeno per il momento, è stato evitato per il caso del liceo classico “T. Tasso” che è chiamato dalla storia, e non soltanto dalla città o da un umile giornalista come me, a dispensare i saperi per la condivisione del pensiero attraverso un dibattito costruttivo per arrivare ad “un sereno giudizio di merito” non solo per la preparazione culturale dell’allievo (che purtroppo molto spesso è vincolato alla conoscenza nozionistica del sapere), ma anche se non soprattutto per favorire l’inserimento degli studenti nella società civile.

Un ragazzo ha fatto la pipì per terra nell’antibagno e la dirigente scolastica, in mancanza del responsabile che si cela da sciacallo nelle pieghe dell’omertà, punisce tutti gli studenti maschi di quelle aule del piano (circa novanta ragazzi) senza minimamente pensare che a farla fuori luogo potrebbe essere stata benissimo una studentessa; perché non è assolutamente dirimente la circostanza del luogo, sia esso per “men” o per “women”.

La dirigente si copre con il paravento del regolamento; anche se dovrebbe sapere benissimo che, di fronte alla legge, non c’è regolamento che conti.

Il Tasso, però, come dicevo in apertura non è nuovo a queste decisioni monocratiche molto distanti dalla democrazia; dieci anni fa l’allora preside si beccò una richiesta di rinvio a giudizio in sede penale per non ver consentito ad una ragazza di uscire prima da scuola; in quel caso il dirigente sentenziò che la ragazza voleva imbrogliare l’istituto perché non voleva essere interrogata e la fece soccorrere, con acqua e zucchero, da un bidello. Gli andò bene, però, perché il GUP (la dott.ssa Donatella Mancini) nell’esercizio del “libero convincimento” (una delle cose forse più aberranti del sistema giudiziario) decise che il fatto non costituiva reato. La fortuna in quel caso giocò un ruolo predominante sia per il preside che per il magistrato.

Nella fattispecie che ci interessa oggi un qualcosa di diverso c’è; difatti i genitori dei ragazzi puniti incominciano a proporre ricorsi al TAR che a breve dovrà decidere sulla legittimità o meno della drastica decisione della dirigente scolastica.

Difficile dire come andrà a finire; io diffido anche del TAR, figurarsi se azzardo anche una semplice ipotesi sulla conclusione del caso.

Non vorrei, però, che questi atteggiamenti di durezza ripetuti nel tempo non fossero altro che un maldestro tentativo di recuperare il gap che ormai separa il Tasso dal De Sanctis, a tutto vantaggio di quest’ultimo.

Naturalmente, al di là di ogni ragionevole dubbio.

 

 

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