Crescent, Piazza della Libertà e Rio Fusandola: una querelle senza fine …

 

Aldo Bianchini

Il Rio Fusandola che sfocia, dopo la deviazione, sulla spiaggia di Santa Teresa a Salerno

SALERNO – La battaglia politica, tra destra e sinistra con l’intromissione a gamba tesa della magistratura e dell’opinione pubblica ma anche del semplice osservatore, continua e sembra non avere fine.

Capisco che l’argomento del contendere è di quelli assolutamente principali, ma un argine bisognerebbe pur metterlo per cercare di capire  se davvero Il Crescent è un’opera edile abusiva, se la Piazza della Libertà è stata oltrenche un abuso edilizio anche uno strumento di mazzette – prebende e tessere di partito e, infine, se la deviazione della foce del Rio Fusandola può costituire un elemento di spiccata pericolosità per l’incolumità fisica di migliaia di residenti lungo il suo corso; questo sulla scorta del precedente molto negativo dell’alluvione del 1954.

Il Rio Fusandola, per dirla tutta, è il vero problema dei problemi; se si dimostra la pericolosità della sua deviazione tutto diventa più facile e conseguenziale circa il presunto abusivismo su cui si reggono il Crescent e la Piazza.

Come risposta a tutti questi quesiti propongo l’interessante intervento dell’ammiraglio Gaetano Perillo che, dopo le recenti schermaglie politiche con la presa di posizione del ministro dell’ambiente (Gilberto Pichetto Fratin) contro il Crescent, pone delle domande e cerca di fornire anche delle risposte; dalle quali è facile capire che se si continua a fare soltanto chiacchiere non sarà mai possibile dimostrare la pericolosità del Rio Fusandola (che, badate bene, esondò quando ancora non era tombato !!) e conseguentemente gli abusi edilizi relativi alla costruzione della Piazza e del Crescent:
“””Egr. direttore Bianchini, prendo atto di quanto riferito dagli organi di informazione in merito alla risposta ministeriale all’interpellanza riguardante i rischi che il Rio Fusandola, nella sua attuale configurazione, farebbe correre ai cittadini di Salerno.  È da credere che gli elementi forniti al Ministro abbiano coperto gli aspetti del problema in tutta la sua complessità, visto che si è pervenuti alla conclusione che si è trattato di un “abuso edilizio” da sanzionare nei modi dovuti.

Da tempo, vari studiosi evidenziano la sussistenza del pericolo di esondazione del Fusandola nel centro storico di Salerno, attribuendone la possibile causa alla avvenuta deviazione del tratto terminale del suo alveo. Al riguardo, si potrebbe avere una convalida di tale assunto se si conoscesse con esattezza il profilo geometrico della deviazione, onde verificare con esattezza come esso sia stato alterato e quale concreto ostacolo costituisca per un regolare scorrimento dell’acqua nell’alveo coperto, provocando gorghi per erronea sagomatura.

Propendo comunque nel credere che il progettista abbia tenuto conto dell’impatto creato da un simile intervento, anche e soprattutto in raffronto con il precedente assetto.

Il Crescent e l'antistante Piazza della Libertà a Salerno

Viene altresì disapprovato il presunto errato comportamento di chi “ardisce negare l’evidenza” e vorrebbe ignorare l’importanza “della prevenzione e della cura del territorio”. E invece appare riduttivo che non si tengano anche in debito conto le vere cause che provocano i disastri da esondazione, tipo quello tragico di Salerno dell’Ottobre 1954 o analoghi nubifragi avvenuti in altre località.

In simili casi esistono criticità nei territori a monte che costituiscono la causa scatenante delle frane che si abbattono a valle. Se si pretende che il Fusandola, col tratto tombato già nella parte alta dell’abitato, possa assorbire e ordinatamente incanalare verso la foce siffatti fenomeni alluvionali, si è fuori dalla realtà, e ciò indipendentemente dalla deviazione o meno del suo tratto terminale.

Si teme altresì che i cittadini siano quotidianamente esposti a gravi rischi? Allora è anche il caso di interrogarsi se esista un efficiente piano di costante monitoraggio delle condizioni dell’alveo in tutto il suo sviluppo e dei conseguenti necessari interventi di manutenzione.

E ancora. Se c’è la convinzione che variazioni di pendenza o fenomeni di insabbiamenti alla foce siano causa di probabili ostacoli al normale deflusso dell’acqua, un sistema empirico di verifica potrebbe consistere nell’installazione di aste idrometriche per controllo livelli. Proprio in occasione di piogge più forti del normale, simili dispositivi, specie quelli installati a monte della ipotetica “strozzatura”, darebbero una indicazione precisa sulla differenza di livello in fase di “magra” rispetto a quello in fase di “piena”, nonché sulla reale entità della stessa.

Può sembrare un’ovvietà e magari esiste già una simile predisposizione. E tuttavia è questo un utile e immediato sistema per capire se la deviazione costituisca realmente motivo di ostacolo allo scorrimento dell’acqua e si comporti come una specie di tappo che ne fa sollevare il livello a monte.

Esistono mezzi, procedure e provvedimenti sia per accertare con rigore e oggettività la reale portata di tale problematica, sia per mettere in atto gli interventi idonei ad eliminare le criticità esistenti. L’importante è non limitarsi alle denunce, ma soprattutto pretendere interventi realistici, praticabili e oggettivamente risolutivi.

Infine una riflessione sulla richiesta, avanzata da varie parti, di ripristinare il tracciato terminale riportandolo allo statu quo ante. Si tratta di un lavoro non di poco conto e piuttosto oneroso. Quale sarebbe la sua utilità?

Ritornare allo stesso assetto che 69 anni fa non si dimostrò idoneo a contenere la piena, nonostante nessuno ne avesse spostata la foce? F.to: Amm. Gaetano Perillo”””

Non resta che augurare buona e proficua discussione nel prossimo Consiglio Comunale che verterà, per gran parte, proprio su queste tematiche ambientali.

 

 

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