BILANCIO 2022 – PER FAVORE, EVITATE DI FARCI SCENDERE PIU’ IN BASSO

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – Il Bilancio di qualsiasi struttura, pubblica o privata, è prodotto da complesse operazioni contabili che utilizzano dati certi e valori numerici quantificati a tavolino, benché nel rispetto della normativa in vigore. In sostanza, è possibile che i documenti siano in parte ‘aggiustati’ in funzione dell’obiettivo prefisso. Anche il Consuntivo 2022, da deliberare nel corso del prossimo Consiglio Comunale, sembra non immune da mirati interventi, salvo ogni errore, per assicurare il rispetto dell’obbligo di riduzione del Disavanzo di Amministrazione a € 162,3 milioni, ex € 169,9 di fine 2021. Peraltro, gli stessi Revisori hanno sollevato ben 31 osservazioni per “irregolarità non sanate, rilievi, considerazioni e proposte” invitando a rendere il documento più trasparente e più aderente alla realtà (fonte: Relazione, pagg. 34-35). Si è detto, in altra occasione, dell’entità dei Residui Attivi e Passivi nonché del trasferimento di € 4,2 milioni dai Fondi di Riserva della partecipata Sistemi Salerno Holding appena prima del brindisi di fine anno. Per questo, malgrado la presenza di prospetti dimostrativi di positivi equilibri finanziari, qualche dubbio pure viene sull’effettiva capacità dell’Ente di assicurare con regolarità il desiderato livello di servizi. In merito, un indicatore ‘certo’ è quello del diminuito flusso delle Entrate dei primi tre Titoli, cioè delle proprie, e della riduzione degli impegni di spesa decisa già nel corso dell’anno (fonte: Residui Passivi da Competenza, pag. 244).

Per prendere coscienza della condizione finanziaria, basta leggere che le Entrate per tributi sono state pari a € 100.656.602,77 a fronte di una previsione di € 133.493.595,96 (-25%). Di seguito, le Entrate per fondi integrativi distribuiti dallo Stato sono state di € 11.032.360,75 contro una previsione di € 32.733.286,45 (-67%). Da ultimo, le Entrate extra-tributarie, che comprendono quelle della gestione dei beni, delle multe e dei servizi a domanda, sono state di € 19.585.201,51 contro una previsione di € 54.907.116,01 (-65%). In definitiva, sommando tutte le voci, il totale di € 131.274.165,03 è pari solo al 59,4% dei preventivati € 221.133.998,42. Cioè, sono mancati € 89.859.833,29, più del 40% degli introiti, uno dei valori peggiori in assoluto. E, meno male che, a collaterale, sono aumentate le riscossioni sui crediti degli anni precedenti, € 81.624.636,50 su € 354.695.477,06, con il recupero del 23% del totale (fonte: Bilancio).

E’ del tutto naturale che, riducendosi le entrate, si debba decidere di chiudere i cordoni della borsa, magari rinviando opere e servizi. Un aiuto, in tal senso, è certamente offerto dal prolungamento dell’esercizio provvisorio per lo slittamento della data di approvazione del Bilancio di Previsione alla fine del corrente mese, come pure consentito dal Governo. Le limitazioni imposte dalla Legge sul versante delle spese appaiono davvero propizie e, forse, anche opportune visto che quest’anno si debbono ‘mettere da parte’ ben € 18.589.969,62 a riduzione del Disavanzo (fonte: contratto Aiuti). Non può essere esclusa, infatti, la conferma della riduzione delle Entrate per il corrente esercizio visto che il perdurare della crisi energetica, di quella economica e dell’inflazione, costringe i cittadini a scadenzare i debiti da pagare in funzione della loro urgenza. E, tra quelli impellenti, generalmente non sono compresi i tributi locali. Peraltro, da quest’anno è operativo il primo aumento dell’addizionale Irpef e andranno ‘a regime’ gli incrementi delle altre voci per fitti, canoni, tariffe e servizi, tra cui la mensa e il trasporto scolastico (fonte: contratto Aiuti).

Non va trascurato, in tutto questo, il possibile effetto della contrazione della platea dei soggetti ‘pagatori’. A fine Febbraio, infatti, è stata ‘sfondata’ al ribasso la soglia dei 127.000 residenti per la perdita, in due mesi, di ben 186 unità. Così, la Città è ‘dimagrita’ a 126.896 abitanti (fonte: Istat). Di questo passo, su base annua, potrebbe perdere fino a 1.200 unità e, ritrovandosi al di sotto delle 126.000, lasciare il posto di seconda Città della Campania a Giugliano di Napoli. Ovviamente, se diminuisce la popolazione, deve crescere necessariamente il carico fiscale a danno di chi resta. Questa, non sembra una prospettiva favorevole, né per l’Ente, né per i cittadini.

In verità, la gestione di una fase di riequilibrio per eccesso di Disavanzo non può essere l’effetto solo di manovre di rientro nella continuità delle situazioni date. Una Comunità in decrescita e in crisi finanziaria va risanata con scelte radicali, assimilabili a quelle usualmente assunte dalle società private in difficoltà che, per questo obiettivo, ridisegnano l’intera struttura aziendale. Quindi, sarebbe necessario elaborare progetti per una nuova gestione amministrativa, con il decentramento nei quartieri, una nuova fase operativa, con la digitalizzazione delle procedure e l’utilizzo in circolarità dei dati, una nuova modalità di offerta dei servizi, con la revisione delle partecipate nel rispetto della Legge (fonte: art. 4 c. 1, L. 175/2016), al fine di rendere la Città più innovativa, più consapevole, più partecipativa, più libera, più equa, più giusta, più coesa. Se proseguiamo così, gli unici risultati saranno la sottrazione delle risorse a chi ancora può, la vendita dei beni comuni, ricchezza di tutti, e la crescita delle diseguaglianze in un contesto privo di vitalità ed efficienza. Siamo già al 97° posto per la qualità della vita (fonte: 24Ore). Per favore, evitate di farci scendere più in basso.

 

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 17/05/2023

P.S.: i dati riportati sono stati acquisiti da fonti diverse. Si fa salvo ogni errore.

 

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