Carlo Gilardi: un caso di “Ergastolo Bianco”

 

da Giuseppe Amorelli

(avvocato – scrittore)

 

Prof. Carlo Gilardi - "colpevole solo di essere generoso e anziano"

Il Prof Carlo Gilardi,  ex docente di Estimo e Ragioneria, di anni 93, ricco benefattore di Airuno (Lecco), ), conosciuto nella sua comunità per l’elevato spessore culturale, per i contributi poetici e letterari, per l’amore per la natura, nonché, soprattutto, per la grande umanità e solidarietà che non ha mai lesinato di mostrare nei confronti dei più deboli, ma che, paradossalmente, ad oggi, gli stanno costando la libertà. Infatti si trova  dal 27 ottobre 2020 in  una casa di riposo di Lecco, contro la sua volontà. Infatti  la nuova amministratrice di sostegno, senza preavviso e disponendo un vero e proprio prelievo forzoso, ha trasferito il Gilardi nella  residenza sanitaria assistenziale de qua . Circa cinque anni fa la sorella, più anziana di lui e unica parente vivente, allertata dalla banca per una serie di movimenti ritenuti sospetti sul suo conto corrente e preoccupata per la gestione del patrimonio del fratello, ha chiesto e ottenuto dal tribunale di Lecco la nomina di un amministratore di sostegno  per la tutela “dei suoi interessi”. Nel caso di specie si sono succeduti 5 amministratori di sostegno che anzichè proteggerlo ed assisterlo  si sono  approfittati di lui, dilapidando e appropriandosi di parte del suo ingente patrimonio personale. Piu volte il Prof. Gilardi ha chiesto la revoca dell’amministratore di sostegno  essendo impedito di accedere al proprio patrimonio per esigenze primarie. Nel giugno 2020 il Prof. Gilardi  decide  di sottoporsi spontaneamente ad una perizia psichiatrica, il cui esito ha accertato che.:«”non emergono anomalie o segni di patologia  Il pensiero è privo di alterazioni,.. nessun segno di deterioramento mentale o cognitivo “. Nel luglio 2020, il giudice tutelare ha poi  richiesto una consulenza tecnica d’ufficio per capire se l’”amministrato Gilardi” avesse bisogno di ulteriori misure di tutela, mentre, contestualmente, l’amministratrice di sostegno, adducendo varie scuse, avrebbe continuato a negargli nonostante i suoi continui appelli ad assumere una condotta inversa.

A seguito del suo collocamento in casa di cura” al Prof.  Gilardi “si è visto imporre un isolamento dal mondo esterno, e in particolare dalla sua famiglia e dai suoi amici”.Sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea, invece si è trasformata in una sorta di detenzione senza fine, un “ergastolo bianco”: da quel momento Carlo Gilardi non ha più potuto mettere piede a casa propria e gli è stato consentito di tornare in paese solo un paio di volte, scortato come un galeotto; i familiari, i parenti, i suoi vecchi amici, gli ex alunni e le tante persone che lo stimano inoltre non possono nemmeno andarlo a trovare, quasi fosse stato condannato al 41 bis. Ogni richiesta rivolta alla autorità giudiziaria diretta a far cessare l’abuso dell’amministratore , chiedendone la revoca o addirittura chiedendo la ricusazione del giudice tutelare per incompatibilità ambientale. Tutte richieste rigettate

Tra il 2021 e il 2023 il Garante nazionale dei diritti dei detenuti ha effettuato diverse visite alla casa di cura dove si trovava Carlo Gilardi e ha rivolto una raccomandazione alla procura della Repubblica, auspicando, tra l’altro, la revisione delle misure adottate per la tutela di Carlo Gilardi e la determinazione di un più adeguato sistema di sostegno per il futuro.

In data 20 settembre 2021 veniva  depositato  ricorso (n. 46412/21) presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, invocando gli articoli 5 (diritto alla libertà e sicurezza) e 8 (diritto al rispetto della vita privata) della Convenzione, da parte del cugino e del prof. Carlo Gilardi, ove si lamenta la messa sotto tutela giuridica del sig. carlo Gilardi e l’isolamento sociale che ne deriva. Nella spceie il ricorso metteva  in luce come le autorità abbiano, in pratica, abusato della flessibilità dell’amministrazione di sostegno per perseguire le finalità che l’ordinamento italiano assegna, con severi limiti, al trattamento sanitario obbligatorio mediante ricorso abusivo all’amministrazione di sostegno

Nel caso del sig. Carlo tuttavia è stato previsto un rigoroso regime di isolamento, deciso dall’amministratore di sostegno, avallato dal Giudice Tutelare, nonostante lo stesso chiedesse di poter tornare a casa. L’amministrato è stato privato invero, salvo poche eccezioni, di ogni contatto con l’esterno e ogni richiesta di colloquio telefonico o di visita dava luogo a filtraggio da parte dell’amministratore di sostegno o del giudice tutelare.

La CEDU  il 06.07.2023 con propria sentenza, a seguito dell’analisi del singolare caso, ha ritenuto che la misura adottata nei confronti dell’anziano è un’ingerenza ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione, seppur prevista nel nostro codice negli artt. 404 e 411 c.c.

La Corte europea dei diritti dell’uomo afferma  la violazione dell’articolo 8 della convenzione Edu: “Carlo Gilardi si è trovato posto sotto la completa dipendenza del suo amministratore in quasi tutti gli ambiti e senza limiti di durata”.

La Corte , ha potuto rilevare inoltre che, sebbene gli esperti abbiano raccomandato un ritorno graduale dell’anziano a casa già a partire dal 2021, questa misura non è mai stata messa in atto.

Ha evidenziato  inoltre che il sig. Carlo  Gilardi non è mai stato dichiarato incapace, non è mai stato soggetto ad alcun divieto, e che le perizie hanno indicato, al contrario, una buona capacità di socializzazione dell’amministrato. Nel caso di specie dunque, c’è stato un abuso delle autorità sulla flessibilità dell’istituto dell’amministrazione di sostegno.

Rileva, inoltre, con preoccupazione, che le autorità hanno, in pratica, abusato dell’elasticità dell’amministrazione di sostegno per perseguire le finalità che la legge italiana assegna, con dei rigorosi limiti, al tso (trattamento sanitario obbligatorio), la cui disciplina legislativa è stata dunque elusa mediante un ricorso abusivo all’amministrazione di sostegno”.

A seguito della decisione del CEDU , nella  seduta del 18 LUGLIO 2023, della  Camera dei Deputati Italiana, a firma degli On.li D’Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Cappelletti, Barzotti vi è stata una interpellanza  al Ministro della Giustizia su quali iniziative di competenza urgenti il Ministro  intenda porre in essere per risolvere la vicenda che ha riguardato il Prof. Carlo Gilardi in modo da porre fine agli abusi rilevati anche dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti del signor Carlo  Gilardi; se il Ministro interpellato non intenda attivarsi presso le autorità di cui in premessa, anche con iniziative ispettive, e se non intenda adottare iniziative normative urgenti al fine di modificare la disciplina dell’amministrazione di sostegno in modo che le suddette vicende non possano ripetersi in futuro.

Il caso del prof. Carlo Gilardi, ancora una volta  ci fa riflettere sulla necessità di una  decisa e irreversibile “svolta” che affermi che dietro ogni norma , c’è un valore da tutelare, c’è la vita delle persone da disciplinare , tra libertà e autorità, tra privato e pubblico, tra cittadino e stato. La “Dignità Umana è un diritto intangibile, inviolabile ed irrinunciabile ed è compito dei poteri dello stato proteggerlo e farlo rispettare. La volontà che promana dalla Costituzione è quella di realizzare un processo il cui protagonista è l’Uomo e non le carte.

 

 

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