A Salerno città la cultura esiste oppure è defunta?

dal dr. Vincenzo Mele (giornalista)

Esterno dell'ex chiesetta dei morticelli

La domanda che ci si pone attualmente è se a Salerno esista pure o meno il concetto di cultura e se attualmente ci siano gli spazi adatti per proporre non solo musica dal vivo ma anche proiezione di film o di piéce teatrali in città.

Interno dell'ex chiesetta dei morticelli

La domanda sorge spontanea a causa di un dibattito che sta infiammando la città, in particolare sui social: tutto nasce da un articolo di «Cronache», rilanciato poi su altre testate giornalistiche salernitane, nella quale ci sono le dichiarazioni del consigliere comunale Filomeno di Popolo relative al recupero e al riutilizzo dello spazio della Chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti, nota come “I Morticelli”. Lo spazio, recuperato dal Collettivo Blam, stando alle parole del consigliere comunale Di Popolo, è diventato “l’ennesimo bar”, “l’ennesima attività  svuotata delle sue funzioni iniziali come aveva immaginato l’amministrazione comunale di Salerno”.
Successivamente sono partiti i toto-nomi per il classico concertone di Capodanno della quale non si sa ancora se si terrà nella classica Piazza Giovanni Amendola come da tradizione oppure alla freschissima Piazza della Libertà e se si esibiranno i Pooh oppure Gigi D’Alessio. Sulla questione del Concerto di Capodanno si è espresso Stefano Bifulco, alias Bif, cantautore salernitano, in passato nel trio Drunky Lovers.
Secondo Stefano Bifulco la scena musicale salernitana ha svariate eccellenze, dalla Classica al Jazz fino alla Trap, tanto di voga tra i giovani e molto discussa, dal Pop al cantautorato passando per la musica popolare e che il Comune un lapalissiano esempio di “mala gestio nazionale”.
Intervistato sull’argomento sempre su «Le Cronache», Bifulco ha affermato che le parole di Filomeno Di Popolo sui “Morticelli” “sono fuori luogo e prive di fondamento”, invitando contemporaneamente lo stesso consigliere a vedere realmente gli sforzi fatti dal Collettivo Blam per far sì che un gioiello cittadino resti aperto al pubblico, nonostante le numerose difficoltà riscontrate.
Inoltre il cantautore ha ricordato come con pochi decina di migliaia di euro si potrebbe organizzare un concerto di Capodanno con band di Salerno, come i Yosh Whale, la Banda Maje, i Phatback, Tony Borlotti & i suoi Flauers, Fiori di Cadillac, i Parisi e molti altri ancora e non per forza un megaconcerto di dubbio gusto oltre che molto dispendioso, visto che le casse del comune campano siano praticamente in rosso.
Da qui arriva la risposta che ci si è posti all’inizio: la cultura esiste, ma deve essere valorizzata correttamente. Bisogna ricordare alla giunta comunale che esistono tantissime band e tanti musicisti che a Salerno non hanno un autentico riconoscimento, che vengono coinvolte solamente solo per il Concertone del Primo Maggio e non per altri eventi, come il succittato Concerto di Capodanno. L’appello legato alla valorizzazione della cultura a Salerno città si estende anche negli altri campi: basta pensare che a Salerno, oltre i già noti festival «Linea d’Ombra», «Salerno Letteratura» e «Irno Festival» per citarne alcuni, esiste dal 2010 il Festival «Salerno in CORTOcircuito» che premia i lavori audiovisivi, principalmente cortometraggi e documentari, ideati e progettati da filmmakers e anche da scuole di Salerno e della Provincia, evento organizzato dall’Ass. Rete dei Giovani per Salerno, in maniera indipendente e senza contributi pubblici; ci sono gli incontri letterari dell’Ass. “Casa della Poesia” che invita poeti dall’estero per farli conoscere al pubblico salernitano, sempre autonomamente e senza fondi pubblici.
Questo per ricordare a qualsiasi politico, vicino all’attuale consiglio comunale come il sovracitato Di Popolo o all’opposizione, che la cultura a Salerno c’è, esiste e deve essere valorizzata sia moralmente che economicamente.
Quel fermento culturale che esiste in città e che è stato valorizzato solo durante la prima ondata di pandemia da Covid-19, deve, di diritto e di dovere, essere valorizzato da associazioni e da personalità politiche del territorio realmente competenti in materia. Mettere all’angolo quel movimento artistico che si sta sviluppando in città per giochi politici e i molteplici interessi che si innescano tra politica e grossi eventi, equivale all’ennesima gigantesca sconfitta per la città di Salerno, già alle prese con altri problemi, come i giovani in fuga da altre parti d’Italia e all’estero, la disoccupazione, l’emergenza rifiuti.

 

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