CRAXI: Salvatore Memoli e il caso “C” … non solo i figli di Bettino sono divisivi !!

 

Aldo Bianchini

 

Bettino Craxi con i figli Bobo e Stefania

SALERNO – Quando mi ritrovo a dire e/o scrivere di essere socialista avverto a pelle una strana sensazione, quella cioè di non essere pienamente creduto dai cosiddetti “falsi socialisti di oggi”, anzi più di qualcuno di loro si tura addirittura il naso. Falsi socialisti che fuggirono negli anni ’90 e che sono ritornati come api nel miele.

Ritengo che i falsi socialisti di oggi abbiano una visione distorta dell’essere socialista; probabilmente il loro dogma è il “personaggio” e non il “pensiero socialista” che è ben altra cosa rispetto alla limitatezza dello spessore umano dei singoli che, molto volte, sfocia nell’arroganza del potere sfrenato e incontrollabile. Che, badate bene, fu alla base della disfatta giudiziaria del Partito Socialista, e non solo craxiano.

Per questo nessuno di loro, interessati soltanto alla rendita personale di posizione, è oggi credibile.

Lo è, invece, e devo ammetterlo, l’avvocato Salvatore Memoli che da cavallo politico di razza qual sicuramente non socialista, proprio ieri su “leCronache.it” ha portato alla ribalta il problema socialista di sempre o almeno degli ultimi trent’anni con un articolo dal titolo “Il caso C e le posizioni divisive dei figli”.

Un’analisi perfetta quella esposta da Memoli che andrebbe ripresa, discussa e portata al centro di un dibattito che necessita a partire dalla città di Salerno, e non solo perché è la città che ospita, come figlio diligente, il segretario nazionale del Partito Socialista avv. Enzo Maraio che è un vero socialista.

Va subito detto che, comunque, la disgrazia del PSI non sta solo nel fatto che i figli del mitico Bettino, Bobo e Stefania, appaiono e sono divisivi; purtroppo nella realtà socialista di oggi sono tutti divisivi; frutto forse di quella pseudo rivolta culturale che ci fu nei primi anni ’90 contro i maggiorenti dell’epoca che, secondo un noto e compianto socialista salernitano, “non si inebriavano al profumo dei garofani ma a quello delle mazzette”.

Avv. Salvatore Memoli

A mio avviso la figlia di Craxi può fare quello che vuole, anche nel far credere che è la destra di oggi a voler restaurare nell’immaginario collettivo il personaggio politico-istituzionale che fu il padre Bettino, degno di essere posizionato tra i grandi statisti del secolo scorso. Ma per farlo dovrà prima sdoganare la sua stessa figura e spiegare a tutti, tra le tante cose, quale influenza ha avuto nel suo “essere diventata berlusconiana” (come fulminata sulla via di Damasco) la vicenda ancora contorta legata alla “Magnolia” che il padre, unitamente al Cavaliere, le misero in mano per produrre i più importanti programmi televisivi dell’epoca. Agenzia poi acquistata da Mediaset con una spesa di circa 10milioni di euro.

Le pecche, ovviamente, non mancano neanche per il figlio Bobo che nominato dal padre quale responsabile dell’immagine del partito organizzò a Salerno il festival del PSI che finì miseramente nelle fauci già spalancate della Procura. E questo solo per citare un episodio tra i tanti. Ma almeno Bobo è rimasto, comunque, a sinistra.

Io sono da sempre garantista (ho affrontato per il PSI ben quattro processi nei primi anni ’90 e in tanti fanno finta di non saperlo, compreso i leader dell’epoca) ma essendo soprattutto giornalista non posso non ricordare anche a Salvatore Memoli che, purtroppo, Bettino Craxi non era un esiliato ma un latitante per la legge italiana.

Ovviamente sul discorso della persecuzione giudiziaria partita da “mani pulite” sono in primissima fila nell’affermare che il PSI fu una vittima predesignata e sacrificale. Ma bisogna anche ricordare, per chiarezza storica, che sia Bettino che il “suo partito” non fecero nulla, o veramente pochissimo, per scansare molti degli effetti di quella tragedia ormai inevitabile.

Ricostruire e ripristinare la memoria non è facile; almeno non lo è fino a quando non saremo disposti e disponibili a ricordare (parlo di Salerno) che anche i marciapiedi della città gridavano vendetta contro un sistema di potere ormai asfissiante.

Benissimo ha fatto, quindi, l’avv. Salvatore Memoli a riprendere e rilanciare un discorso che dovrebbe appartenere a tutti noi, soprattutto a chi dice di essere giornalista prima ancora che socialista.

 

 

 

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