CONTE – PNRR: perché a Salerno non funziona ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Faccio parte anche io del gruppo “Cittadino Sudd” saggiamente amministrato dall’on. Federico Conte, ovviamente facendo il giornalista lo leggo sempre attentamente anche se deontologicamente mi astengo dll’intervenire; il compito di un giornalista è essenzialmente quello di leggere e di ascoltare per poi, semmai, intervenire avendo le idee chiare in momenti e per fatti davvero eccezionali.

Ho letto, quindi, con attenzione l’articolo apparso sabato 13 aprile 2 su “Milano Finanza” che, per quei pochissimi che ancora non lo sapessero, è un giornale finanziario a livello dei grandi quotidiani economici mondiali (soprattutto inglesi e americani); con l’aggiunta che per l’Italia è un solido passaporto, un specie di lasciapassare per l’Europa e non solo come notiziario finanziario ma addirittura come strumento di idee politiche di alta qualità.

L’articolo, dal titolo “Pnrr alla milanese” (in cui si parla di come la metropoli meneghina intende spendere il miliardo di euro ricevuto dall’Europa nei grandi cantieri NGEU per mobilità green, digitale e piano case) è incentrato sull’azione del giovane assessore al bilancio “Emmanuel Conte” (figlio d’arte) e sul suo modello-spesa degli enormi fondi europei. Un fatto, questo, che proietta il giovane Conte direttamente nell’olimpo dei grandi economisti del nostro Paese per un paio di circostanze assolutamente non casuali: è un bocconiano ed è figlio di un mostro politico che seppe, da ministro, dare lezioni anche in sede di governo nazionale.

La cosa che, leggendo i commenti apparsi sul gruppo “Cittadino Sudd”, più mi ha meravigliato è il fatto che tutti i commentatori si sono fermati ai doverosi e necessari complimenti nei confronti di Emmanuel, ma gli stessi complimenti mi sono apparsi fin troppo scontati nella celebrazione di un giovane politico, emigrato dal Sudd verso il Nordd per avere successo, che già nel recente passato aveva dato sicura prova delle sue eccellenti capacità.

Nessuno è andato oltre, purtroppo; difatti se diamo per scontato che Emmanuel fa parte integrante di una “family”, la saga dei Conte, che è stata in grado di dare lustro prima all’intera provincia di Salerno ed ora, addirittura, all’unica metropoli italiana inserita a pieno titolo in Europa, bisognerebbe chiedersi: 1) perché il “modello Emmanuel” a Milano funziona ed anche alla grande e il “modello Federico” stenta a decollare per rimettersi in pista dopo quel momentaneo successo elettorale ?; 2) perché Federico portatore di un pensiero politico molto condivisibile viene puntualmente, anche se non apertamente, ostracizzato dagli altri esponenti in campo ?

Lo dimostra il fatto che a diffondere sul gruppo l’articolo milanese sia stato lo stesso Carmelo che mal si adatta nel ruolo di secondo piano cui è stato costretto dagli eventi della storia e che cerca in tutti i modi di ritornare a galla.

La risposta non è delle più facili; la più banale potrebbe essere quella riguardante i “cromosomi come unità funzionali del dna” che la natura ha distribuito in maniera difforme tra un padre e due figli.

Ma sappiamo tutti che, ovviamente, non è così e che, dunque, un’altra risposta, meglio percepibile, va ricercata nella credibilità dell’azione dei soggetti in campo; perché qui da noi l’azione politica di Federico (Caramelo) è legata troppo al passato del padre e, invece, a Milano quella di Emmnauel (Carmelo) è completamente sganciata da qualsiasi riferimento. E l’idea politica alla fine, comunque, vince, anche se solo a Milano; perché la “family Conte” è ancora oggi in grado di partorire idee e progetti

Infine da socialista non mi resta che constatare come l’azione bislacca di qualche insipiente magistrato locale, nelle vesti di giustiziere di tangentopoli, sia stata in grado di sfatare un mito per sempre.

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