25 aprile Festa della Liberazione

La celebrazione del 25 Aprile è un sacro dovere. Un’occasione importante per inchinarci alla memoria delle donne e degli uomini che hanno sacrificato la loro vita per riscattare l’Italia dalla oppressione fascista e dall’occupazione nazista.

Siamo oggi in piazza, gridiamo ad alta voce, leviamo al cielo i nostri vessilli per testimoniare a quelle donne ed agli quegli uomini il sentimento più profondo della nostra gratitudine. Questi eroici martiri seppero in quelle tragiche situazioni storiche scegliere da che parte stare senza viltà, senza calcoli di convenienza, senza nessuna ispirazione che non fosse il bene della Patria finalmente redenta.

Nel ricordo dei martiri della Resistenza e della Liberazione Nazionale rinnoviamo il nostro impegno, ciascuno per la propria responsabilità, mantenere viva la loro fiamma ideale. La tradizione non consiste nel custodire le fredde ceneri ma nel ravvivare continuamente il fuoco della passione.

Guai a noi se ritenessimo scontati Democrazia, Giustizia e Libertà. Sono conquistate costate dolore sangue che vanno confermate giorno dopo giorno senza mai abbassare la guardia.

Il fascismo è il male assoluto, una pericolosa idra a cento teste. Può apparire sopito ma è sempre pronto a risorgere dalle ceneri ed a spargere il suo veleno. Per questo è vitale, decisivo, fondamentale celebrare il 25 Aprile.

Secondo alcuni è una ricorrenza divisiva. Sono d’accordo. Il 25 Aprile divide nettamente i fascisti dagli antifascisti , il 25 Aprile è un argine contro la dittatura e la prevaricazione, il 25 aprile è un patrimonio di tutti noi che amiamo e pratichiamo la democrazia. E questo patrimonio dobbiamo difenderlo ad ogni costo, senza tentennamenti a fronte dei meschini tentativi di revisionismo e negazionismo che subdolamente attraversano il mondo contemporaneo. E’ un veleno che non dobbiamo farci inoculare. Reagendo con l’antidoto della vigilanza democratica e la mobilitazione civica.

Piero Calamandrei nel suo discorso sulla costituzione è un faro esemplare

Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione.

Ed anche la nostra terra, la nostra gente ha pagato con il sangue la sua libertà. Salerno e provincia hanno contribuito alla lotta di Liberazione Nazionale. Oltre cento le vittime delle rappresaglie tedesche e dei loro alleati fascisti traditori della patria e dei loro concittadini. Ci siamo inchinati al sacrificio del Tenente Ugo Stanzione e dei cittadini civili e militari protagonisti di episodi eroici di resistenza in contrade della provincia come Cava, Scafati, l’Agro Nocerino Sarnese, la valle del Sele, i Monti Picentini. Tanti episodi , tanti gesti eroici troppe volte sepolti dall’oblio del tempo ma che noi onoriamo.

Voglio anche ricordare le vittime dei bombardamenti. Dal 21 giugno 1943 la morte cominciò ad arrivare dal cielo e le cruente battaglie dopo lo sbarco accrebbero il fardello dei lutti, delle devastazioni e del dolore che Salerno e la sua gente affrontarono con stoica fierezza.

Sono stati anche loro protagonisti di quella riscossa di popolo che ha costruito la democrazia per le generazioni successive.

Ma la storia della Liberazione non è solo la storia di donne ed uomini dimenticati o di vittime senza nome. E’ anche la storia di uomini di coraggiosi. Parlo dei protagonisti di quella che è passata alla storia come “La svolta di Salerno”. Tutti i partiti antifascisti, profondamenti divisi da ragioni politiche ed ideologiche, deciso di aderire al secondo Governo Badoglio nella primavera del 1944. Quel Governo insidiatosi il 27 aprile durò poche settimane. Ma ricostruì l’unità nazionale contro il fascismo ed il nazismo. Per il bene della Patria furono messe da parte le divisioni ed esaltati i valori comuni delle grandi ideologie politiche.

Socialisti, comunisti, cattolici democratici, liberali, repubblicani cooperarono insieme per vincere la guerra , liberare il Paese, affidare al popolo sovrano la decisione sulla forma istituzionale: con il referendum Repubblica/Monarchia.

Quelle settimane, quei mesi di Salerno Capitale hanno gettato le basi della nostra Costituzione e della nostra organizzazione istituzionale. La Grande Storia ha attraversato le nostre strade ed abitato i nostri Palazzi. E questo accresce ancor di più la nostra responsabilità ed il nostro orgoglio.
Salerno Capitale d’Italia grida con forza: Ora e Sempre Resistenza

 

 

 

 

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