La politica interna é alle prese con un 38/37 e mezzo sul termometro della propaganda sotto l’ascella destra.

 

 

da Antonio Cortese (docente – giornalista)

 

Senza entrare nel merito o nel demerito di un ex protagonista ripescato (definizione valida più per la sindrome che per effettiva ed attuale partecipazione da non mettere in discussione se non sugli schermi che lo notiziano), anche Nordio si é espresso a proposito della solita esagerazione inquisitoria, ancora da debellare affinché la ricerca farmacologica trovi per gli italiani un sedativo, un lenitivo per tali infiammazioni partitiche.

 

Parimenti qualche leghista dopo una parentesi di sane intenzioni ed interventi, anche se molti italo-padani si sbagliarono minacciando dimissioni in caso di vittoria delle sinistre o dei cinque stelle, come pure numerosi del seguito di Alemanno qualche anno fa, ha dichiarato che bersagliare taluni vorrebbe dire fermare l’Italia. Una frase oramai fatta, una specie di short-track della musica elettorale. Ma oltre a non ricadere nell’errore delle dimissioni promesse e non mantenute, andrebbe consigliato e ricordato che non esistono mica solamente i soliti noti o gli amichetti di banco del club dei repubblichini (?) e che l’Italia é d’altro canto forse la nazione con maggior numero di partecipanti politici al mondo, dai consiglieri dei piccoli comuni fino ai portaborse , dagli scrutatori fino agli uscieri di palazzo Madama, con una presenza di partiti e segreterie fino ai bar dopolavoro, che supera quella dei club sportivi.

 

Certamente se invece degli imputati si riponga sotto i riflettori la funzione ed il ruolo di una magistratura che altrimenti va sempre più incartandosi nei propri lacci burocratici, allora la questione non si ripeterebbe come per i tanti filo-berlusconiani, anche se indirettamente a sinistra, che destano scandalo bigotto da una parte e inaudito dall’altra. Rammentando che le radici di determinati pool sono chiaramente di matrice ed azione faziosa, anche se nel legittimo lavoro di dover far rispettare gli articoli costituzionali, ma purtroppo specie i più ovvii vengono a risultare i più sviliti data la doverosa e cocciuta pretesa ideologica di partenza.

 

Ci si augura che ora che saremo quasi sessanta milioni di europei ad andare al voto, tali esempi di provincialismo politico anche se in malafede da parte di qualche rotatoria editoriale che non sa fare altrimenti informazione, spingendo le procure ad indagare su quanti cucchiaini di zucchero ci fossero nella tazza di zia Peppina, una coscienza ed una serietà nell’agone elettorale regali un fair play anche in questo campo allo stivale del continente.

 

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