GFF: io non amo Gubitosi !!

Aldo Bianchini

SALERNO –  “Noi amiamo Gubitosi !!!!!” questa l’affermazione scritta il 31 luglio 24 (ore 17.19) sul gruppo web “Comunicati stampa” con ben 127 iscritti; un’affermazione quanto meno insolita per non dire altro; con l’utilizzo del pronome “NOI” con estrema leggerezza  si vorrebbe forse far passare l’affermazione di una tendenza che non esiste, cioè che i 127 membri del gruppo amerebbero tutti Gubitosi.

Non è assolutamente così ed è giusto precisarlo subito prima ancora che tale affermazione gratuita possa diventare un luogo comune; difatti io che mi onoro di far parte di quel gruppo di giornalisti non ho mai amato, e non amo, Claudio Gubitosi come personaggio; anzi per dirla tutta non mi è mi stato mai particolarmente simpatico.

Ma questo sentimento personale non ha mai influito sul mio giudizio giornalistico nei confronti di Claudio Gubitosi che ho sempre indicato come un personaggio pubblico capace di dar vita e di sostenere una grande iniziativa come quella del “Giffoni Film Festival” che è arrivata alla 54^ edizione ed è rispettata in tutto il mondo.

Con altrettanta sincerità dico che non mi sono mi piaciute le sceneggiate che in questi ultimi decenni lo stesso Gubitosi ha messo in atto contro questo o quel politico, soprattutto se di centro destra quando quest’ultima è stata al potere nei ruoli chiave per l’esborso di contributi a pioggia che, a volte, non sono stati utilizzati al meglio del loro impiego sul territorio; e non parlo solo del GFF. La sceneggiata di quest’anno ha toccato l’apice perché ha smascherato definitivamente la posizione politica che Gubitosi legittimamente occupa ma che non dovrebbe mai utilizzare per portare sugli altari alcuni e scaraventare nella polvere altri.

Il dr. Claudio Gubitosi è assolutamente legittimato a porre domande inerenti la sopravvivenza del suo Ente ma è obbligato in maniera anche più forte a dare risposte concrete sulle modalità di spesa dell’imponente contributo di denaro pubblico (che non è né di sinistra e né di destra !!) che riceve annualmente dal ministero della cultura, dalla regione Campania, dalla provincia di Salerno, ecc. ecc.

Tecnicamente (ma non sono io che deve insegnargli come si fa) l’Ente Giffoni Film Festival per essere trasparente fino in fondo dovrebbe sistematicamente alla fine di ogni edizione convocare una specifica conferenza stampa per dettagliare l’opinione pubblica (attraverso le varie testate giornalistiche) su come sono stati spesi i soldi pubblici; soldi che, ripeto, sono di tutti tranne che di Gubitosi, del ministro, del governatore e del presidente della Provincia.

Questo non mi sembra che sia avvenuto, almeno negli ultimi dieci anni, da quando cioè l’Ente fu aggredito da un controllo serrato tra Direzione Provinciale del Lavoro e la Guardia di Finanza. Il blitz, per chi facesse finta di non ricordare, fu provocato da una specifica e dettagliata denuncia dell’allora parlamentare grillino Angelo Tofalo.

Solo per la cronaca, ma soltanto per la cronaca intendo ricordare a Gubitosi che nel periodo gennaio – febbraio 2015 con una serie di articoli mi interessai alla vicenda e con l’esperienza della mia lunga attività di “ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro” cercai di fare chiarezza e, addirittura, di difendere l’Ente (ma questo Gubitosi non lo sa) mentre tutta la stampa (da sempre ben foraggiata) si mascherò dietro il dovere di dare la notizia e si girò dall’altra parte.

Per questo oggi mi meraviglio della grinta politica dimostrata da Claudio Gubitosi contro il “sistema di potere politico” della destra; e fa il giustiziere sentendosi spalleggiato dal “sistema di potere politico deluchiano”.

Non funziona così, non deve funzionare così; ed ecco che alle tantissime domande rivoltegli da politici e da semplici cittadini (web) ora Gubitosi ha il dovere di rispondere; poi potrà anche minacciare licenziamenti. E non solo perchè  l’Ente  ha comunque dato a Lui ed alla sua famiglia il giusto rilievo di immagine in tutto il mondo.

In caso di risposte precise mi sentirò in dovere di andare a Roma anche a piedi e di protestare con Lui e con violenza sotto il Ministero; anche se, ribadisco, non ho mai amato Claudio Gubitosi.