Aldo Bianchini
SALERNO – Il dibattito in atto è talmente alto e diffuso che se ne parla anche nei bar di periferia dei piccoli comuni italiani; a provocare questo enorme dibattito è stato l’incontro nello studio ovale della casa Bianca tra il presidente degli USA Donald Trump, il suo vice presidente James David Vance e il capo dell’Ucraina Volodymyr Zelens’kyj; un incontro che doveva essere risolutivo per la pace tra Ucraina e Russia e che invece si è trasformato in una casa mai vista, secondo gli storici più attenti, nel mitico “studio ovale” della White House statunitense, almeno da 270 anni a questa parte. In pratica, come visto da tutto il mondo, mancava poco che il soldato Zelens’kyi venisse cacciato fuori a pedate; c’è mancato pochissimo.
Dunque resettiamo tutto e torniamo con la mente al 16 settembre 1940; nello studio ovale ci sono seduti personaggi politici molto più importanti dei tre di oggi: Franklin Delano Roosevelt (presidente degli USA), John Nance Garner (vice presidente USA) e Sir Winston Leonard Spencer Churchill (primo ministro britannico); calibri da novanta, insomma, per discutere dell’attacco aereo su Londra iniziato il giorno prima da parte della Germania nazista di Adolf Hitler.
Churchill, giunto da pochi minuti tutto trafelato per chiedere aiuti immediati, si siede sulla poltrona alla destra di Roosevelt, mentre il vice Garner sulla sinistra del presidente; insomma lo stesso set di venerdì scorso, solo che sulle sedie invece di quei grandi erano seduti personaggi molto mediocri.
Roosevelt gli dice: – Non hai le carte per fare il duro. Stringi un patto con il Führer prima che sia troppo tardi. È un uomo pacifico, lo conosco da molto tempo.
Churchill risponde: – Ma, signor Presidente, ci sta bombardando! I miei predecessori nel 1938 cercarono di raggiungere un accordo con lui, ma capisci cosa successe? Non rispetta alcun accordo di principio.
Il vicepresidente John Nance Garner irrompe nella conversazione: – Churchill, il tuo Paese è un disastro! Noi e Hitler vogliamo la pace ma voi volete la guerra! Sei tu che non sei capace di negoziare! Le vostre richieste di sostegno dimostrano mancanza di rispetto per il nostro Studio Ovale.
Roosevelt chiude: – Sì, Churchill, stai giocando con la Seconda Guerra Mondiale! Fate subito la pace con Hitler e dateci tutte le risorse della vostra isola.
Come sappiamo tutti gli USA entrarono in guerra appena 164 giorni dopo quell’inquietante incontro del 16 settembre precedente, ovvero il giorno dopo l’attacco sconsiderato del Giappone alla base navale del Pacifico “Pearl Harbor”.
La storia si ripete ? Credo di sì oppure no; se questa conversazione, dimenticata dai tanti soloni che pontificano sui network e sui giornali mondiali, dovesse essere vera è la più plastica dimostrazione di come la storia possa essere manipolata; e ringrazio mio nipote Alessandro, attento ricercatore di tutte le spigolature del primo e del secondo conflitto mondiale, per averla trovata.