Alberto De Marco
Nei prossimi giorni il 27 marzo, ricorre l’anniversario del talentuoso Artista salernitano, il Maestro Aniello Torretta, che ci ha lasciato prematuramente 17 anni fa, nel 2008 per andare ad impreziosire ulteriormente “la Volta Celeste” con le sue pulsioni d’intenso amore per “gli ultimi” e “gli emarginati”, contribuendo sicuramente “nella battaglia Divina” finale, del bene che vincerà il male. L’epoca attuale, infatti sembra la più controversa per la sopravvivenza dell’intera umanità. Torretta è stato uno straordinario espressionista, che amava rappresentare la bellezza della natura e riusciva a coinvolgere i fruitori delle sue opere di profonde emozioni. Nelle immagini di Torretta, le donne hanno avuto un ruolo importante, sono state rappresentate : con la bellezza della loro fisicità; con la visione della figura materna; e sono state altresì raffigurate dai dettami della sua ricerca della spiritualità, come Immagine della Madonna nella Sua Sacralità, con un’icona allo stesso tempo serena, ma con una velata malinconia. La raffigurazione che ci offre è “imbrigliata” nei complessi strati, dai palpiti umani: di malinconia e di tenerezza; di sofferenza e di gioia; di odio e di amore; pervasi dalle emozioni e da quei forti sentimenti, mirabilmente rappresentati, attraverso il contrasto di luci e di ombre, con una maggiore intensità delle ombre, che hanno caratterizzato soprattutto gli ultimi anni della sua vita, devastata dalle disastrose conseguenze, cagionate dall’implacabile malattia del diabete, che ha logorato la parte vitale della fisicità del suo corpo, ma non certamente la sua anima, che ha sempre osteggiato l’animosità, perché impreziosita dall’amore, dai valori morali e dalla pulsione per il trascendente, ed ha accettato con serenità la malattia. L’artista Aniello Torretta, che non ha mai manifestato interesse al successo, nonostante il coinvolgimento ed il gaudio di un pubblico erudito, che ha stimolato con alcune mostre retrospettive delle sue opere in prestigiose Gallerie d’arte. L’artista soprannominato, “controsenso” per il “modus vivendi”, ma soprattutto perché nella città di Salerno, tra la zona orientale, dove viveva ed in quella di San Leonardo, circolava frequentemente con il motorino ed imboccava sempre il senso contrario a quello di marcia. Quando gli chiedevano il motivo del suo andare contromano, rispondeva : “… Non sono io che vado controsenso è il mondo che va al contrario, percorrendo quella strada di maggiore incoerenza con la ragione …”. Il segno e le alchimie dei colori utilizzati dallo stupefacente Artista, hanno un ruolo determinante nel suo percorso professionale, dove persiste una profusa propensione per la ricerca, ed è presente l’ansia per l’infinito, che analizza la profondità dell’animo con le sue articolazioni del mondo esistenziale, con le percezioni e la ricerca del vero e della serenità, attraverso l’incontro fiabesco, che alimenta il nostro divenire. Nelle opere del Maestro Torretta è sempre presente la lotta per la vita, i contrasti e la passione, rappresentati con i segni ed i colori scuri; mentre utilizza le immagini con i colori vivaci per illuminare il cammino della fede alla ricerca della serenità e dell’amore, per dipanare in tale modo lo sconforto ed il limite terreno ed esautorare la sofferenza con la crescita per la ricerca nella luce e nel sovrannaturale, che sfocia nell’infinito amore per Gesù, che si è lasciato crocifiggere per la Redenzione dell’uomo. Torretta ha una grande capacità per le diverse tecniche pittoriche ed ha manifestato una predilezione per i colori a tempera e soprattutto per la tecnica olio su tela. L’Artista, animato sempre di una straordinaria creatività, era un bohémien, non soltanto per il modo di vestire non convenzionale, ma anche per il suo “modus vivendi”, che presentava molte delle affinità, che hanno caratterizzato, anche la vita e le opere di Antonio Ligabue, uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo, che era un personaggio selvaggio, istintivo, un uomo considerato folle, ma di grande intelligenza e di straordinarie capacità creative ed artistiche. Un tema frequente nella loro poetica artistica, è rappresentato dall’autoritratto, che colpisce per la profondità dello sguardo. Questi due artisti avevano altresì la capacità di trasportare nelle loro opere “i demoni”, che turbavano ed agitavano la loro anima, per sottrarre la fugace quiete e serenità. Nel corso della loro breve esistenza terrena, hanno realizzato dipinti di immediato e di grande impatto emotivo, pure avendo vissuto gli ultimi anni della loro vita in condizioni di salute particolarmente precarie, per Antonio Ligabue, la patologia era diversa, presentava una grave paresi, comunque entrambi, hanno continuato nella loro attività creativa, animati dalla stessa intensa passione per l’arte, fino alla prematura morte. Per Aniello Torretta, al quale il Comune di Salerno ha dedicato in passato una targa di ceramica del Maestro d’Arte Pasquale Lembo, che è stata collocata sulla recinzione in ferro del parco giochi, che si trova a Salerno, tra la Via Loria ed il sottopasso di Via Rocco Cocchia del Quartiere Pastena, suggeriamo di organizzare in occasione del diciassettesimo anniversario della morte dell’Artista, una manifestazione ed un ricordo di maggiore rilevanza, con la consapevolezza che ci ha lasciato molti insegnamenti ed ha dimostrato sempre nel corso della sua breve esistenza, un grande amore per la sua città.