dal prof. Nicola Femminella (docente – storico – giornalista)
Vi sono uomini destinati a entrare nel gran libro della Storia e a fissare il proprio nome, scolpito in una delle sue pagine più luminose. Avviene in ogni luogo e in tutti i settori in cui l’uomo opera. Fin da quando si è costituito il primo raggruppamento di esseri umani.
Qui prendo ad esempio Claudio Gubitosi, che nel lontano 1971 pensò di istituire a Giffoni Valle Piano, un Comune di poco superiore ai diecimila abitanti, nell’entroterra salernitana, il Giffoni Film Festival, destinato alle nuove generazioni. Aveva diciotto anni e l’inizio sicuramente era avvolto da un drappo nero, che impediva di scrutare l’orizzonte davanti a sé. Non vi era un modello da cui attingere informazioni e le difficoltà non erano di poco conto per l’esordio della prima azione per iniziare il cammino. Era però, Claudio Gubitosi, già sorretto da una determinazione incrollabile e da una volontà rara a darsi nella misura che occorreva. Eppure furono compiuti i primi passi e individuato il lastricato della via da intraprendere. Il piccolo paese in cui abitava, incominciò ad essere pervaso da uno strano fremito mai comparso prima, si avvertiva che qualcosa di nuovo, anche se non percepibile, si andava a plasmare. Chiamò a sé compagni di viaggio che avviarono insieme a lui il carretto, trainato con le mani. E il sogno cominciò a materializzarsi, a prendere forma. Le vie, le case, la campagna circostante, tutti gli abitanti giorno dopo giorno furono avvolti in una bolla sconosciuta, neppure immaginata dagli indovini che nell’abitato praticavano le profezie più fantasiose. Come se una forza sovrumana, per un arcano e impenetrabile mistero, sollevasse ogni elemento del borgo, per portare l’intero abitato, di uomini e cose, verso un’altezza smisurata, ove dominava uno spazio stupefacente, di quelli che nelle favole creano meraviglia e stupore. Non dati da vedere nella vita reale. La gente del posto sentì parlare di cinema per ragazzi e vennero serate nelle quali fu chiamata davanti ad uno schermo, per seguire semplicemente delle storie. E adulti e bambini ne furono subito attratti. Qualche giornale ne parlò e nel centro del paese, davanti ai bar si discuteva dell’argomento, senza che nessuno gli desse un nome. Gubitosi ormai era un fiume in piena. Cercava film di ogni tipo adatti per bambini e adolescenti, film per riempire un lasso di tempo e organizzava incontri e dibattiti per approfondirne contenuti e forma artistica, messaggi e significati. Un festival! E non una serata occasionale! Incominciarono a venire forestieri e gruppi di persone adulte con bambini. Non se ne erano mai visti tanti alla festa patronale. Da paesi sempre più lontani. Poi qualche scolaresca. E poi, all’improvviso, servizi televisivi sempre più manifesti, gli articoli nelle riviste specializzate, i registi consonanti; vennero uomini importanti: attori e attrici che gli abitanti di Giffoni avevano ammirato nei film, giornalisti delle televisioni, scrittori vincitori di premi prestigiosi. Sempre più numerosi e sempre più famosi. Dall’Italia, dalla Francia, dall’America e poi da tutte le parti del mondo. Vennero l’attore Robert De Niro, il regista dei western Sergio Leone, i premi Nobel Gorbaciov e Rita Levi di Montalcini, il Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e perfino il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano! Roba da non credere! I ragazzi facevano a gara per scoprire i paesi e i divi che mancavano all’appello. Difficile era formulare l’elenco di quelli che già erano venuti a Giffoni Valle Piano. Tutto il mondo ormai si presentava al loro cospetto. Oggi più di ieri in un crescendo che ha raggiunto un apice di cui non si conosce l’altezza. Svetta nell’infinità del cielo! Gubitosi in una intervista ha detto che il festival da “Locale” è diventato “Globale”.
Ed ecco la notizia di questi giorni. Il 31 dicembre 2025 Claudio Gubitosi, dopo 55 anni in cui ha diretto una sorta di nave da crociera con migliaia di persone a bordo, con i motori accesi tutto l’anno, che ha superato, come detto, dopo alcuni anni la dimensione nazionale per diffondersi nel mondo, lascia l’incarico al figlio Jacopo e al gruppo di amici che egli stesso ha formato negli anni. Nella loro anima e nella loro mente ha trasferito metodiche e strategie per la conduzione e la governance degli eventi, ma anche passione e amore, per protrarre con uguale successo l’opera straordinaria sin qui da lui svolta, che di sicuro si proietterà nell’era dell’intelligenza artificiale con uguale successo straripante. Gubitosi ha subito precisato che non andrà in pensione; pensa ad altre invenzioni per coinvolgere ancora una volta i giovani: serie di fiction per le TV e di animazioni, su di una, le Streghe di Benevento, ha già la trama narrativa. Il suo sogno sarebbe una Scuola delle Idee, da costruire nel borgo con aule e camere per ospitare giovani creativi, ai quali assicurare ogni sostegno, per dare ali impetuose alle loro intuizioni. Questo perché il tema dei giovani, della loro formazione e crescita, e quello del Mezzogiorno d’Italia che deve aspirare ad una collocazione dignitosa tra le regioni più ricche del Nord, sono stati sempre al centro del suo impegno e dei suoi affanni. Le ragioni prime, alimento quotidiano dell’energia sprigionata senza interruzioni per cinquanta anni.
Anni addietro spesso ho partecipato, seppure ogni volta per un giorno, agli eventi molteplici organizzati a Giffoni: presentazioni di film, dibattiti con i maggiori esperti di cinema per ragazzi, presenze di star stellari abituati al luccichio degli Oscar, scrittori di fama mondiale ecc. E sempre rimanendo abbagliato dal clima che si componeva nel borgo in tutte le ore del giorno, che non era dato di vivere in altri luoghi. Di corsa, senza tregua, fagocitavo personaggi famosi, giunti da ogni dove, udivo analisi e commenti di qualità eccelsa, assistevo alla proiezione di film capolavoro e quasi non riuscivo a comprendere come un giovane avesse potuto fin dall’inizio saputo organizzare quella scenografia che richiamava le immagini oniriche e surreali che il grande Fellini riusciva a creare nelle sue pellicole. Me ne tornavo a casa con tutti i miei sensi imballati da tanto splendore, che luccicava lì, in quel piccolo borgo, alla mia portata, reso palpabile, limpido e immediatamente decodificabile da adulti e ragazzi provenienti da quasi tutte le etnie sparse in ogni angolo della Terra. Era la creatura incredibile che Claudio Gubitosi aveva messo al mondo! A significare che a tutti è dato di trasformare le utopie in realtà, i sogni in fattualità. Anche nel nostro Sud, dove tutto è difficile da costruire.
Da alcuni anni ormai non valgono gli inviti di Gubitosi, perché uomini e donne famosi in tutti i campi della cultura, della politica e dell’economia fanno a gara per omaggiarlo con la loro presenza e dal festival trarre alimento prezioso per accrescere la propria notorietà e la propria dimensione culturale. Ormai si organizzano eventi per tutto l’anno e le strade sono invase da scolaresche vocianti, che evidentemente comprendono appieno il significato profondo che Gubitosi ha messo a chiare lettere nel suo progetto inimitabile: creare un messaggio forte per i giovani chiamati a perseguire i propri sogni con tenacia inarrestabile, perché ogni obiettivo può essere raggiunto, se diventa una delle ragioni di vita di coloro che lo concepiscono.
L’ideatore del miracolo ama ricordare che il festival ha contribuito a creare lavoro per molti suoi concittadini. Le attività del posto in questi anni sono state potenziate al massimo grado. Il festival e l’indotto hanno creato ricchezza. Nel paese sono giunti quasi 900 milioni di finanziamenti pubblici e privati. Il marchio oggi vale una settantina di milioni. Sono uno stimolo per le regioni del Sud la nascita della Citta del Cinema e la Giffoni Multimedia Valley, mentre si sta ultimando, dopo il Museo, l’Arena che potrà ospitare circa 5000 persone a significare il numero dei visitatori che ogni anno aumenta a dismisura. E il futuro è assicurato dalle collaborazioni istituzionalizzate con il Ministero della Cultura e dell’Istruzione, per diffondere nelle scuole l’importanza della cultura cinematografica nel nostro Paese, dalle attività programmate per tutto l’anno e dall’esportazione delle sue iniziative in 35 paesi sparsi nel mondo.