da Uff. Stampa
L’anziana, simbolo vivente della comunità, inaugura la 28esima edizione della sagra dedicata
al fiore gastronomico del Tanagro e del Vallo di Diano
PERTOSA – In un’epoca in cui le madrine degli eventi sono spesso volti noti dello spettacolo o
dei social, Pertosa, comune in provincia di Salerno noto anche per le Grotte, sorprende
tutti scegliendo come testimonial della 28esima edizione della “Sagra del Carciofo Bianco
di Pertosa” una figura autentica e profondamente radicata nel territorio: nonna
Clementina Caggiano, 101 anni e mezzo, esempio di longevità e memoria collettiva.
Sarà proprio lei, con il suo passo lento ma sicuro, a tagliare il nastro dell’atteso evento
enogastronomico, che animerà i fine settimana dal 2 al 4 e dal 9 all’11 maggio. Un gesto
semplice, ma carico di significati: omaggio a una donna che incarna l’identità più genuina
di Pertosa, e insieme celebrazione di un prodotto che di quella stessa identità è simbolo: il
carciofo bianco di Pertosa.
Questa varietà pregiata, priva di spine e coltivata in piccoli appezzamenti familiari, è frutto
di un’agricoltura lenta e sapiente, lontana dalle logiche dell’industria. Lavorato
rigorosamente a mano, il carciofo bianco di Pertosa è un presidio slow food e rappresenta
un’eccellenza del Tanagro e del Vallo di Diano, oggi più che mai al centro di un percorso di
riscoperta e valorizzazione.
La scelta di nonna Clementina non è casuale. Nata il 5 novembre 1923, la sua storia si
intreccia con quella del paese: ha cresciuto figli e nipoti, ha lavorato nei campi, ha
tramandato ricette e tradizioni. La sua longevità, si potrebbe dire, è figlia dello stesso terreno
fertile che dà vita al carciofo bianco di Pertosa: aria buona, cucina sana, senso di comunità.
“Clementina è la forza e la memoria dell’identità della nostra comunità”, scriveva il
sindaco Domenico Barba in una pergamena consegnatale per i suoi 100 anni. Oggi, quella
memoria cammina ancora tra le vie di Pertosa, sorridente e fiera, pronta a inaugurare una
festa che non è solo gastronomia, ma racconto collettivo, radici, orgoglio locale.
Con lei, la sagra si fa ancora più vera: non vetrina, ma specchio del paese. Non marketing,
ma cultura viva. E forse proprio in questa autenticità, nella scelta di una madrina che è
madre, nonna e simbolo, sta il segreto della longevità di una manifestazione che, come
nonna Clementina, ha ancora tanto da dire.
A PERTOSA IL CARCIOFO BIANCO HA UNA MADRINA D’ECCEZIONE: LA CENTENARIA NONNA CLEMENTINA
