Aldo Bianchini
PADULA – Nessuno, forse, nel gennaio del 2022 a poco più di due mesi dalla chiusura del PONTE TANAGRO (detto del Caiazzano o meglio ancora Ponte Cusati per via dell’impegno profuso pro riapertura dal noto giornalista valdianese, nonché promotore dell’intervento di Striscia la Notizia con Capitan Ventosa) mi prese sul serio quando scrissi che, a mio avviso, non sarebbe stato riaperto prima della fine del 2025. Probabilmente mi sbagliavo, perché si adombra la necessità di un nuovo lungo rinvio. Una barzelletta infinita.
Ma in Italia per quanto attiene i lavori pubblici funziona così; ignorarlo o far finta che non sia così è come vivere su un altro pianeta.
Ritorno a scrivere sul ponte perché in queste ultime settimane diversi personaggi si sono spesi in favore della riapertura del ponte, dalla sindaca di Padula al sindaco di Caselli in Pittari, passando per Salvatore Memoli (noto avvocato, politico, giornalista e scrittore salernitano con un vissuto nel Vallo di Diano).
COMUNE di PADULA: La sindaca del Comune di Padula, nei cui confini ricade il famigerato ponte, è uscita finalmente allo scoperto e con un comunicato stampa diffuso a tutte le testate giornalistiche (eccezion fatta per questo giornale) spiega ai suoi concittadini (ma virtualmente anche a tutti i valdianesi) che nessuna responsabilità ricade sull’amministrazione comunale da lei presieduta e scarica tutte le colpe sulla Provincia di Salerno titolata alla ricostruzione del ponte attraverso il passaggio pubblico di una gara tra imprenditori; gara sulla quale ci sarebbe tanto da dire; ma avremo tempo per farlo. La sindaca, in pratica e con molto coraggio, si è scagliata contro tutto l’establishement del partito politico cui Ella stessa appartiene: il PD, partito che nel Vallo, poi, governa quasi tutti i Comuni, la Comunità Montana, il Gal, il Distretto Sanitario, l’Assemblea dei Sindaci per la sanità, ecc. ecc. Un coraggio per riparare, forse, all’errore iniziale quando nell’ottobre del 2021, prima dell’annunciata chiusura, il Comune non richiese, come era suo diritto, in visione gli esiti delle prove di carico. Se lo avesse fatto probabilmente la storia sarebbe andata ben diversamente.
COMUNE di CASELLE in PITTARI: Pur non essendo direttamente interessato come territorialità del problema (legato ai confini del Comune di Padula) il sindaco di Caselle in Pittari, dr. Giampiero Nuzzo, con grande sensibilità ha avvertito la necessità di uscire allo scoperto e perorare una causa che, comunque, interessa il territorio in senso lato; ed anche per evidenziare le incapacità del csx con una filiera enorme di potere di mantenere fede alle tante promesse fatte nella varie campagne elettorali di questi ultimi anni. Un esempio di politica non politicante che tutti gli altri sindaci del Vallo dovrebbero seguire.
AVV. SALVATORE MEMOLI: Conosco l’avv. Salvatore Memoli da tanti decenni e non ho mai dubitato della sua genuinità politica tesa sempre, e comunque, all’ottenimento dei migliori risultati a favore di tutti i cittadini delle varie comunità che ha amministrato, attraverso le grandi agenzie di servizi comuni, con grande capacità professionale e lucidità politica. Detto questo è facile capire perché il suo intervento sul Ponte Tanagro (in territorio comunale di Padula), altrimenti conosciuto come Ponte Cusati o come il ponte dei sospiri, non mi ha sorpreso più di tanti; invero mi ha offerto la possibilità di commentare l’intervento preciso e mirato; una sorta di tiro alzo zero verso la politica locale e provinciale che promette, inciampa, non realizza e si incarta su se stessa senza l’ordine preciso del suo padre-padrone: il kaimano. Questo, ovviamente, Salvatore (che nei suoi scritti usa il fioretto con assoluta maestria) non lo dice; io invece vado giù con la sciabola.
L’approfondimento scritto da Salvatore è stato pubblicato su questo giornale il 13 giugno scorso; inizia con un amarcord degno dei migliori scrittori: “… L’acqua del Tanagro scorre lenta, da tempi lontani, attraversando terreni ubertosi che la mano nodosa dei contadini cura da sempre. I corsi d’acqua nel Vallo di Diano sono stati sempre una benedizione per tutti, per una rigogliosa agricoltura che dalla zootecnia al sostegno degli orti, pieni di grazia di Dio, hanno sostenuto l’economia semplice del posto. Il Tanagro è certamente il fiume più gallonato del Vallo di Diano. Conserva le memorie di anni di storia che si sovrappongono nei tempi che passano …”.
Tra i tanti punti di difficoltà della politica locale mette in evidenza un aspetto tecnico sfuggito, forse, ai più: “… Certo i turisti possono anche non passare sul Ponte del Caiazzano ma non si riesce ad immaginare una vita locale dinamica se un pezzo di territorio si interrompe per anni, anzi si barrica dietro l’inefficienza delle istituzioni e le limitazioni degli strumenti. Ricostruire un ponte serve a rivitalizzare popolazioni laboriose di persone operose che hanno bisogno di vivere …”; è questo il punto dolente dell’intera storia che esime i tecnici della Provincia da eventuali e frettolose decisioni e sbatte in faccia alla politica tutta la sua insipienza. E’ vero, difatti, che ci sono altre strade, ma una è più simile ad una stradina di campagna e l’altra prolunga il percorso di diversi chilometri causando costi e ritardi. Su questo la Provincia sta giocando a nascondino facendo orecchie da mercanti, tanto ci sono percorsi alternativi. Da qui la gravità dell’errore del Comune di Padula nel non aver richiesto la visione degli atti relativi alle prove di carico prima della chiusura.
Salvatore Memoli si intrattiene, con la sua finissima penna, anche sugli aspetti commerciali che potrebbero determinare una class-action da parte dei tanti danneggiati; e chiude alla grande: “… Non ci sono giustificazioni che possano placare gli animi dei residenti che sentono il voltafaccia delle istituzioni interessate e non condividono i rinvii della ripresa dei lavori …”.
Per ragioni di etica giornalistica provvediamo a pubblicare di seguito sia l’intero intervento di Memoli che il comunicato stampa diffuso dal Comune di Padula.
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Il Ponte di Caiazzano: un disastro che divide tutto e tutti.
da Salvatore Memoli (avvocato – giornalista – scrittore)
(13 giugno 2025) — L’acqua del Tanagro scorre lenta, da tempi lontani, attraversando terreni ubertosi che la mano nodosa dei contadini cura da sempre. I corsi d’acqua nel Vallo di Diano sono stati sempre una benedizione per tutti, per una rigogliosa agricoltura che dalla zootecnia al sostegno degli orti, pieni di grazia di Dio, hanno sostenuto l’economia semplice del posto. Il Tanagro è certamente il fiume più gallonato del Vallo di Diano. Conserva le memorie di anni di storia che si sovrappongono nei tempi che passano.
I corsi d’acqua del territorio attraversano campi e centri abitati, di una valle piena di storia e di memorie che attraversano le vicende umane di tutti. S’ingrossano facilmente fino alla minaccia per i raccolti, più volte si sono trasformati in tragedie per l’integrità dei territori.
Caiazzano ha una sua particolarità, pur nella quotidianità della sua storia, la sua triste vicenda si riannoda con l’inquietante gestione amministrativa della Provincia che deve provvedere al recupero del ponte e che non riesce a riunire e mettere a sistema le diverse competenze istituzionali. La località si trova in mezzo a due fenomeni prodigiosi per le attenzioni mediatiche e per le presenze di turismo. Da una parte la Certosa di Padula e dall’altra la Valle delle Orchidee di Sassano, nel pieno del Parco del Cilento. Gli occhi possono sognare di riunire un territorio con le sue bellezze naturali e le sue invitanti architetture di un patrimonio religioso che ha attraversato i secoli.
Certo i turisti possono anche non passare sul Ponte del Caiazzano ma non si riesce ad immaginare una vita locale dinamica se un pezzo di territorio si interrompe per anni, anzi si barrica dietro l’inefficienza delle istituzioni e le limitazioni degli strumenti. Ricostruire un ponte serve a rivitalizzare popolazioni laboriose di persone operose che hanno bisogno di vivere.
All’inizio sembrava che tutto si sarebbe risolto subito e che la concordia politica e l’efficienza delle arti avrebbe consentito di riutilizzare un antico asse viario, oggi strada Provinciale 51, che pure consente a migliaia di persone di spostarsi per le quotidiane attività che trasformano in economia di base il frutto di un lavoro che il tempo non ha mai cambiato. Tra Sassano e Padula si arriva a circa diecimila abitanti ma l’incidenza del traffico che usa il Ponte di Caiazzano si calcola in modo da coinvolgere tutti gli interessi che s’incrociano da una parte e dall’altra dell’asse viario, moltiplicandosi con le variabili degli interessi quotidiani di strati diversi della dinamica popolazione del Vallo di Diano. Oggi tutti subiscono un torto di proporzioni indescrivibili con aggravio di costi e intensificazione dei flussi viari destinati a girare mezzo Vallo di Diano.
Un anno, due, alcuni anni, siamo quasi a quattro anni di fermo della viabilitâ e di moltiplicazione delle chiacchiere, hanno dimostrato che questa gente ha avuto una tolleranza che ha sfidato la proverbiale sopportazione.
I danni si sommano e sono tali da essere registrati e da far scattare una class action contro chi usa le variabili di aggiornamenti come arma per gettare nella palude qualsiasi passo in avanti.
A che servono le promesse di risoluzione, le prospettazioni di interventi di macchinari prodigiosi che potrebbero risolvere i problemi e che invece diventano un miraggio in un deserto demotivante?
A chi possiamo guardare in faccia per esprimere il disappunto di un ritardo che cristallizza una condizione di marginalità tecnica e politica che scarica su una porzione di popolazione il peso di tanta incapacità?
La vicenda del Ponte di Caiazzano divide gli animi quanto un territorio tenuto ostaggio di problemi strutturali, politici, di efficienza tecnica e amministrativa.
La strada Provinciale 51 é morta! La sua morte trascina con sé tutto e tutti, soprattutto le speranze di un popolo che merita maggiore rispetto.
Ho deciso di parlarne come testimonianza di vicinanza ad un territorio a cui sono legato da vivissimi sentimenti e ricordi, per il quale si deve sentire vergogna ed indignazione. Meno male che esiste un vasto schieramento di persone ed associazioni che si spende ogni giorno per mantenere in vita la drammaticità di questo ” problema Caiazzano”.
La ferita di questa incomprensibile paralisi infrastrutturale tocca tutto il Vallo di Diano. Non ci sono giustificazioni che possano placare gli animi dei residenti che sentono il voltafaccia delle istituzioni interessate e non condividono i rinvii della ripresa dei lavori.
Problema che solleva gli animi e rinverdisce l’amarezza di una distanza come periferia dai centri di potere decisionale.
Potrà il Presidente della Provincia arch. Vincenzo Napoli farsi carico di questa priorità?
COMUNICATO STAMPA COMUNE di PADULA del 31 maggio 2925:
In merito alla situazione del ponte di Caiazzano che collega Padula a Sassano, chiuso dall’ottobre 2021 a causa di gravi problemi strutturali, la sindaca di Padula, Michela Cimino, interviene per fare chiarezza e lanciare un appello accorato al nuovo Presidente della Provincia di Salerno, Vincenzo Napoli.
La chiusura si rese necessaria per motivi di sicurezza, in seguito a controlli che evidenziarono la necessità di un intervento urgente di messa in sicurezza e successiva ricostruzione. Tuttavia, a quasi quattro anni di distanza, i lavori procedono con estenuante lentezza, tra ritardi, interruzioni e lungaggini burocratiche.
«I cittadini di Padula e Sassano – ha dichiarato la Sindaca Cimino – vivono da anni un disagio inaccettabile. La chiusura del ponte ha provocato gravi ripercussioni sulla vita quotidiana e sull’economia locale. Attività̀ commerciali in crisi, famiglie isolate, lavoratori costretti a percorsi alternativi lunghi e disagevoli. Ricevo telefonate ogni giorno da persone esasperate, che chiedono risposte. E hanno ragione».
La sindaca ha voluto chiarire che la competenza sulla ricostruzione del ponte è della Provincia di Salerno, non del Comune di Padula: «È importante che i cittadini siano consapevoli che il Comune non ha alcun ruolo diretto nella progettazione né nell’esecuzione dei lavori. Tuttavia, come sindaca, sento la responsabilità̀ di rappresentare e difendere i diritti della mia comunità̀».
Per questo motivo, l’appello è rivolto direttamente al nuovo vertice provinciale: «Rivolgo un invito rispettoso ma deciso al Presidente della Provincia di Salerno: prenda in carico questa vicenda come una priorità̀. Si tratta di un’emergenza che merita attenzione immediata. Non stiamo parlando solo di un ponte, ma della vita concreta di persone, famiglie e imprese che da troppo tempo attendono risposte».
Cimino ha ribadito la volontà̀ di mantenere un tono costruttivo: «Non voglio polemizzare. Non è questo il momento. Ma è doveroso chiedere con chiarezza un impegno forte e risolutivo. Padula e Sassano non possono più̀ aspettare. Serve un’azione decisa da parte della Provincia per sbloccare la situazione e restituire finalmente alle nostre comunità̀ un collegamento vitale per il territorio».