Aldo Bianchini
SALERNO – Mentre i pubblici ministeri di varie Procure (al momento Salerno, Napoli e Lagonegro) si affannano alla ricerca del “sistema ammazza De Luca” ecco che per il governatore-kaimano appare all’improvviso sulla spiaggia della politica-politicante il cavallo di Troia.
Del mitico “cavallo di Troia” ne ha parlato, in verità in prima assoluta l’avv. Salvatore Memoli nel contesto di uno splendido articolo pubblicato da questo giornale il 4 giugno scorso dal titolo “De Luca si guardi dal cavallo di Troia” alludendo al mitico cavallo che i greci lasciarono artatamente sulla spiaggia per assaltare e bruciare Troia dopo dieci anni di guerra.
Condivido pienamente il contenuto dell’articolo di Memoli soprattutto quando scrive: “… Il partito gli presenta funzionari scoloriti di cui De Luca non deve fidarsi perché hanno tentato più volte di indebolirlo dentro al suo stesso partito e che hanno cavalcato un cambiamento di regole elettorali che sarebbe degno degli ultimi parvenus della politica. > Che cosa otterranno sostituendo De Luca? > Lo vedremo presto! Ora avanzano proposte di coinvolgerlo con candidati presidenti ammiccanti che fino ad ieri hanno agito per l’azzeramento politico della leadership di De Luca. Oppure vorrebbero fargli accettare il campo largo, un luogo dove c’è tutto. Tutto quello che al Governatore uscente non é mai piaciuto …”.
La storia del preistorico cavallo mi offre, però la possibilità di una lettura aggiuntiva della vicenda; se ben ricordate il cavallo, partorito dalla fervida mente di Odisseo (alias Ulisse), fu necessario agli assedianti per conquistare l’inespugnabile Troia; come dire che quasi sempre chi attacca non vince, a meno di non ricorrere a stratagemmi insospettabili ed inaspettati.
Il governatore De Luca è in chiarissima difficoltà; Schlein gli nega la candidatura e il centro destra lo ha messo al tappeto con il ricorso alla Corte Costituzionale che gli ha negato la terza candidatura.
Ed ecco che, nelle ultime ore, è lo stesso centro destra (come ha sempre fatto a livello locale per il passato) che accorre indirettamente in suo aiuto per almeno due motivi:
- Il caso importante per la solidità della maggioranza di governo che riguarda la ricandidatura del governatore Zaia a tutela degli interessi della Lega;
- La ricandidatura di De Luca in Campania spaccherebbe ancora di più il csx e spianerebbe meglio la strada per l’eventuale successo del cdx.
E’ di poche ore fa la notizia che proprio Fratelli d’Italia (il partito che maggiormente aveva spinto per il ricorso alla Corte contro De Luca) si è sciolto a livello nazionale affermando che sul terzo mandato può essere ripresa la discussione, subito spalleggiato dalla Lega di Salvini.
In pratica il cdx non può neanche adombrare il rischio di perdere una regione del nord-est come il Veneto e deve cercare, costi quel che costi, di scompaginare il csx per conquistare anche la Regione Campania e vincere le elezioni del prossimo autunno e continuare speditamente nell’esercizio del governo nazionale; dando il benservito sia alla Schlein & soci che a De Luca.
Ma per De Luca tutto questo è come l’oro colato, forse la sua ultima occasione; insomma la grande opportunità che gli viene offerta dal nemico per vincere come aggressore, in barba anche ai “cavalli di Troia” menzionati da Salvatore Memoli