UNISA: potere o innovazione, quale futuro per l’ateneo salernitano ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO / FISCIANO – Il dado è tratto, il Rubicone è stato superato, il futuro nuovo ed al passo con i tempi velocissimi della storia si è spalancato davanti alla troika che nei prossimi sei anni, se tutto ovviamente va bene e se le alleanze reggeranno, dovrà gestire le scorie del passato, gli errori del presente e le speranze del futuro. Insomma la nostra Università è finalmente giunta al bivio e bisogna fare le scelte giuste per poter dire che la comunità riabbraccia la grande università e l’invidiabile campus che la circonda.

LA TROIKAVirgilio D’Antonio (magnifico rettore, al centro nella foto) con Paola Adinolfi e Pietro Campiglia, un pool di elevatissime professionalità, questi i nomi chiamati a gestire il cosiddetto “cambio di paradigma” di una università apparentemente ingessata su se stessa, molto paludata e profondamente immersa nelle scorie di un passato remoto e prossimo fatto di “potere politico” sistematico e senza esclusione di colpi.

I TITOLI – Sulla stampa i titoloni da prima pagina si sono sprecati; ho scelto quelli pubblicati da Il Mattino che mi sembrano quelli più efficaci sul piano comunicazionale:

  • Affluenza record e l’investitura di Pasquino: «Generato entusiasmo»
  • «Una elezione speciale la comunità riabbraccia la sua grande università»
  • IL NOSTRO OBIETTIVO È FAR RISCOPRIRE LA CENTRALITÀ DEL CAMPUS MI SENTO GIÀ INVESTITO DELLA RESPONSABILITÀ
  • «Una elezione speciale la comunità riabbraccia la sua grande università»
  • Ateneo, la governance rinnovata al posto del potere costruito sull’isolamento
  • «Con D’Antonio a Unisa un giurista salernitano»
  • «Dovrà tradurre in azioni concrete un grande progetto di cambiamento»

I COMMENTI – Ho seguito e letto con molto interesse i report della validissima giornalista Barbara Landi e di Alfonso Amendola (professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università degli studi di Salerno), li rispetto ma, ovviamente a mio sindacabilissimo giudizio, non li condivido per niente in quanto non focalizzano l’esatta dimensione dello stato dell’arte.

Difatti è il primo titolo che mi sconcerta e non poco; affluenza record e l’investitura di Pasquino: «Generato entusiasmo», mi sconforta non solo la pubblicazione della foto con l’antico rettore Raimondo Pasquino che abbraccia il nuovo Virgilio D’Antonio ma l’attacco giornalistico del pezzo: “Un lungo abbraccio tra Virgilio D’Antonio e il professore emerito e già rettore Raimondo Pasquino: è una delle immagini più intense di questa elezione, quasi una sorta di investitura per il nuovo magnifico”.

TUTTO PER COLPA DI UNA FOTO – Si dice che le foto sono meglio degli articoli firmati da grandi giornalisti – storici e professionisti; ebbene la foto dell’abbraccio tra D’Antonio e Pasquino, se vista come una investitura, non fa che rimandarci tutti al passato remoto più buio della nostra università con l’assoluta sovranità di un “sistema di potere politico” senza freni che per decenni ha praticamente bloccato lo sviluppo che i primi rettori avevano avviato, pur appartenendo a precise identità politiche.

La foto cancella in un sol colpo anche l’affascinante concetto democratico del potere che il prof. Amendola così descrive all’inizio del suo approfondimento: “C’è un momento preciso in cui il potere, quando viene accentrato, non diventa più forza ma peso. È un punto di non ritorno, spesso doloroso, in cui chi comanda cessa di essere guida e si trasforma in triste custode di sè stesso

Con D’Antonio abbracciato a Pasquino siamo di nuovo a quel punto di non ritorno ? Il neo magnifico avrebbe fatto meglio ad evitare la foto con il passato prorompente di potere.

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