COVID CENTER: “Indagate pure, io vi batterò !!”

 

Aldo Bianchini

Il mitico Fort Apache

SALERNO – Me lo immagino, anzi lo vedo; è lì in piedi e troneggiante sulla torretta di Fort Apache, sguardo sprezzante, denti digrignanti, con addosso la sua tradizionale mantella imperiale e tanto di corona d’alloro. Davanti ai suoi occhi la grande e arida pianura dell’Arizona che si estende a 360 intorno alla fortificazione militare, quasi inattaccabile perché i nemici o gli assalitori comunque devono uscire allo scoperto prima dell’assalto finale.

Quel Lui è Vincenzo De Luca (denominato colonnello Oswald Turner, comandante di Fort Apache), già sindaco di Salerno, già deputato della Repubblica ed attuale governatore della regione Campania in procinto di essere nuovamente rieletto per un secondo ed importantissimo mandato che potrebbe aprirgli addirittura le porte romane della segreteria nazionale del Partito Democratico ovvero del governo nazionale.

Al suo fianco c’è il fedelissimo (non so fino a che punto !!) Fulvio Bonavitacola (nella ricostruzione storico-scenica assume il nome del leggendario capitano Kirby York) che stando doverosamente un passo indietro cerca di consigliare al meglio il suo colonnello in quella che si annuncia come una battaglia decisiva contro lo strapotere di una magistratura inquirente che si nasconde abilmente dietro i cactus ed i cespugli per sferrare a sorpresa l’attacco decisivo. Nel cortile del forte sostano preoccupati ma decisi alla battaglia gli uomini che per salvare il salvabile: Luca Cascone (capitano Sam Collingwood), Ciro Verdoliva (tenente Manuel Shannon O’Rourke), Roberta Santaniello (Philadelphia Turner), Corrado Cuccurullo (sergente Festus Mulcahy) e poco più in là il nuovo arrivato  Antonio Limone (sergente Festus Mulcahy).

Nella prateria, in ordine sparso e ben nascosti, gli esponenti della Procura della Repubblica indiana: Giuseppe Lucantonio (Cochise, il capo), Simone De Roxas (l’uomo della cavalleria) e Mariella Di Mauro (Ma, la figlia di Cochise).

In terza linea i grandi suggeritori della Procura indiana: Marcello Taglialatela (Tom O’Feeney, il grande inquisitore), Fanpage (il cronista) e Giovanni Crisostomo Martini (il vetturale, che qualche anno dopo passerà alla storia come John Martin il trombettiere di George Armstrong Caster, nato a sala Consilina nel 1852 e morto negli Usa nel 1922), l’unico uomo i  grado di sopravvivere alle battaglie di Fort Apache e di Little Bighorn.

 

In ballo ci sono ben tre Covid-Center che Turner ha dovuto avviare ed aprire con somma urgenza (anche sotto la pressione dell’opinione pubblica che voleva tutto e subito) al fine di contrastare il dilagare di un contagio malefico trasmesso da un virus che all’epoca era assolutamente sconosciuto e che rischiava di far cadere Fort Apache ancora prima dell’assalto, quasi sconsiderato, dei giudici-apache costretti ad uscire allo scoperto, almeno nelle ultime centinaia di metri prima di toccare i legni del forte.

Le motivazioni per l’assalto finale sono abbastanza evanescenti per non dire sconcertanti; si va dalla turbativa d’asta alla configurazione di un personaggio in grado di tessere le fila tra il palazzo Santa Lucia (Fort Apache) e le varie aziende interessate all’affare Covid, non ultima l’azienda zooprofilattica (ISZM) di Portici retta dall’ultimo arrivato Antonio Limone, indagata per “concorso in turbativa della libertà degli incanti nell’ambito dell’inchiesta sulla conduzione dell’emergenza in Campania” ed anche per i rapporti con la Ames (importante laboratorio di analisi di Casalnuovo) nei cui depositi sarebbero stati stivati macchinari, reagenti e varie.

Il governatore Vincenzo De Luca, arrabbiato con tutti

Lui, il capo, è fermo lì sulla torretta del forte e guardando dall’alto in basso gli assalitori grida: “Indagate e assediate pure, io vi batterò come ho sempre fatto”; ma è pensieroso, bisogna agire rapidamente e cerca di capire come: liquidare brutalmente tutti i personaggi coinvolti o affidare una missione speciale e delicatissima all’unico uomo di sua assoluta e incondizionata fiducia ?

La scelta è obbligata, la decisione immediata; si gira e chiama a se il capitano York (Bonavitacola); gli affida, con il timbro di voce delle occasioni da ultima spiaggia, la grande missione: convincere Cochise (procuratore Lucantonio) che tutta la fase dell’emergenza è stata condotta nel solco della massima e assoluta legalità e che, quindi, l’assedio può essere allentato, almeno fino alla festa di San Matteo.

Intanto sulla vicina collinetta di osservazione, posta a destra del forte, si ammassa una folla di spettatori assetati di vendetta contro Turner ed in favore di Cochise. Il colonnello li guarda e con fare sprezzante grida: “Speculazioni politiche”.

Il seguito ? alla prossima puntata.

 

 

 

 

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