Sicignano-Lagonegro: non s’ha da fare !!

Aldo Bianchini

Duro attacco del Codacons del Vallo di Diano al CIPE che ancora una volta ha bocciato la tratta da anni abbandonata

Vallo di Diano – Quello di oggi è un argomento molto spigoloso, qualsiasi cosa si dice o si scrive si rischia di sbagliare. E’ utile, comunque, provarci. Per prima cosa è necessario pubblicare uno stralcio del comunicato del Codacons a firma di Rocco Panetta (responsabile settore trasporti): “”La nostra previsione di nessun finanziamento erogato dal CIPE, nel contesto del “Piano per il SUD”, per la riapertura della linea ferroviaria Sicignan-Lagonegro, almeno nel tratto campano, fino a Casalbuono, si è, purtroppo, avverata. Ringraziamo per questo il Presidente della Provincia, Cirielli, e tutti i Parlamentari salernitani, di ogni colore politico, per il loro TOTALE disinteresse per la questione. I veri ringraziamenti li devono rivolgere i cittadini LUCANI ai loro rappresentanti politici, nazionali e regionali perché nella stessa riunione il CIPE ha totalmente finanziato, con 200 MILIONI di euro, l’ammodernamento della linea ferroviaria POTENZA-FOGGIA, anch’essa a binario unico e non elettrificata come la linea Sicignano-Lagonegro, nella prospettiva di un rapido collegamento, a Foggia, con la nuova linea ad Alta Velocità che dovrà essere costruita tra Napoli e Bari””. Per commentare questo duro comunicato del Codacons con cui non sono strettamente in sintonia è giusto fare una prima osservazione. Paragonare la tratta ferroviaria Sicignano-Lagonegro con quella tra Potenza e Foggia, per rimarcare la differenza di trattamento, vuol dire non essere con i piedi per terra. La linea Potenza-Foggia, per chi non lo sapesse, è assolutamente fondamentale anche per i collegamenti nord-sud e viceversa e per lo sviluppo economico-commerciale di decine e decine di realtà territoriali estese tra la Lucania e la Puglia. Continuare a trattare la questione con questi termini di paragone produce soltanto l’annacquamento delle cose pur giuste propugnate dal Codacons. Non si può sempre vaneggiare di una Lucania perfetta (io sono lucano!!) e di una Campania arruffona; sono certo che se la tratta del Vallo si fosse trovata in Lucania sarebbe egualmente stata messa da parte nell’attesa di tempi migliori. Detto questo non voglio certamente dire che la Sicignano-Lagonegro deve essere lasciata a se stessa. Proprio un anno fa mi intrufolai, giornalisticamente, nella polemica sbocciata tra Adriano Bellacosa (allora assessore provinciale) e Rosario Luisi (tuttora tra i responsabili del PdL del Vallo) proprio su che cosa fare della Sicignano-Lagonegro. Mi permisi di suggerire, già sapendo dell’inutilità della proposta, di studiare un progetto per fare della nostra ferrovia una specie di “tratta super turistica” alla stregua del “trenino rosso” che collega Tirano a Saint Moritz (ora patrimonio dell’Unesco) passando nel bel mezzo del ghiacciaio del Bernina e fino Cervino, attraverso i più autentici passaggi alpini della Svizzera. Una pubblicità delle ferrovie federali svizzere degli anni ’50 recitava “Der Kluge reitt im Zuge” (il furbo viaggia in treno).  Un progetto, quello nostro, sicuramente ambizioso che dovrebbe però anche cambiare buona parte del percorso in quanto così com’è disegnato è un tracciato che tocca solo i paesi tralasciando le bellezze naturali che darebbero un senso alla spesa ed un ritorno in termini economici. Non solo, dovremmo anche cambiare la nostra mentalità per dare seguito a quella pubblicità svizzera. Difatti negli ultimi anni di funzionamento la “littorina” viaggiava quasi sempre assolutamente vuota in quanto l’autostrada aveva già sostituito nell’immaginario collettivo la vecchia tratta ferroviaria. Per capire che “i furbi viaggiano in treno” dovremmo cambiare il nostro modo di vedere e vivere gli spostamenti passando dall’apparente facile trasporto su gomma a quello su ferro. Dunque inutile insistere, secondo me, con la storiella della littorina utile ai collegamenti su ferro del Vallo di Diano con la città capoluogo. L’unica alternativa rimane il percorso naturalistico che può inserirsi anche nella millantata realizzazione della stazione di sci invernale sul Cervati nell’ambito del discorso più ampio relativo all’intero Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.  In verità non so se, almeno per arrivare a queste semplici considerazioni, ci vorranno i prossimi cinquant’anni. La cosa più semplice, in questo momento, è quella di dare addosso ai politici ed alle istituzioni che reagiscono come un muro di gomma; così facendo, però, non si costruisce niente di buono. I politici e le istituzioni salernitani sanno benissimo che Salerno è uno dei due capolinea dell’alta velocità, ma sanno altrettanto bene che la tratta Sicignano-Lagonegro non è tra quelle, purtroppo, da inserire in cima all’elenco delle cose urgenti da fare avendo disponibili pochi soldi.


 

 

 

 

 

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