CGIL: Tavella tra stati generali e art.18


Annalisa Corinaldesi

Accogliamo con vivo compiacimento, e la pubblichiamo integralmente, la lettera diffusa dal segretario generale della Cgil Campania “Franco Tavella” e indirizzata al governatore Stefano Caldoro. <<Egregio Presidente, è di ieri la mia proposta di aprire, insieme ad Enti ed Istituzioni regionali, provinciali e comunali, la “Vertenza Campania”. Un modo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del Governo Nazionale  la drammaticità della situazione regionale, strozzata dalla crisi, messa in ginocchio da tagli indiscriminati a diverse forme di finanziamento, mortificata dalla mancanza di speranze per le nuove generazioni. Continuo a ritenere, infatti, che si tratta di una vertenza di valore nazionale che, riguardando una regione con circa 6 milioni di abitanti, dovrà necessariamente tradursi in una priorità nell’agenda della Presidenza del Consiglio. Credo fermamente nella possibilità di aprire una nuova stagione per il nostro territorio, una stagione di svolta, di riprogrammazione. Di crescita. Per farlo c’è bisogno, però, sopra ogni cosa di una seria presa di responsabilità da parte di noi tutti. Ecco perché ho chiesto gli Stati Generali dell’Economia e del Lavoro. In questo modo potremo elaborare insieme, sindacati, istituzioni e forze economiche, senza polemiche e senza gelosie, una proposta concreta ed immediata, tesa a dare risposte al dramma occupazionale e produttivo che la Campania sta vivendo. Un movimento molto in voga recita il minuetto: “Se non ora quando?”.Io aggiungerei: “Se non noi, chi?”. Confido in una risposta quanto mai celere che si traduca in un incontro in cui mettere sul tavolo le priorità e su quelle – e da quelle – costruire un discorso nuovo, che parli la lingua dei problemi della gente comune e la traduca in possibilità di cambiamento. Distinti saluti. F.to: Franco Tavella >>.

 

Note della redazione: Conosciamo da troppo tempo Franco Tavella e la sua onestà intellettuale per non credere alla genuinità della sua richiesta. Molto probabilmente questo è il primo esempio in Italia di come si dovrebbe comportare il maggior sindacato che ha sempre difeso la “classe operaia” e i suoi inviolabili diritti. La posizione assunta da Tavella appare non solo molto democratica ma anche partecipativa in netta contrapposizione, ai limiti dell’antistoricità, con le barricate che la Camusso vorrebbe erigere ad ogni piè sospinto. “Costruire un discorso nuovo che parli la lingua dei problemi della gente…”, come dice Tavella, potrebbe essere la chiave di lettura per la risoluzione dei problemi dell’intero sistema Paese. La spinta che viene dalla Cgil-Campania potrebbe, quindi, rappresentare la punta di diamante di un laboratorio utile per tutti. Anche quando si dovrà, fatalmente, discutere dellle problematiche legate alla eccessiva elasticità di accesso ed alla eccessiva rigidità di uscita dei lavoratori dai cicli produttivi.

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