Endecasillabo d’arte negli spazi dell’ex Convento: Corpo cieco.

Marco Bencivenga

L’appuntamento con l’arte al femminile è iniziato domenica 11 dicembre 2011, con l’inaugurazione di ‘Corpo cieco’ , presso ‘Il Muse’ di Pellezzano. La mostra si snoda perfettamente tra le celle dell’ ex Convento dello Spirito Santo, che per l’occasione diventano le ‘Celle degli artisti’: all’interno di esse, infatti,  un tempo luogo di meditazione per i religiosi che le abitavano, oggi le opere di undici artiste entrano in armonia con la sacralità dell’ ambiente e danno l’avvio ad un percorso emotivo ed emozionante. Presenti alcune delle artiste, nonché l’ideatore e curatore della mostra, il prof. Rino Mele , che ha inaugurato, quattro anni fa,  ‘Il Muse’, oggi solida realtà e punto di riferimento per l’attività culturale della città di Salerno. Così come il suo creatore  lo definisce,  ‘Il Muse’ ci appare davvero  uno ‘spazio dinamico’, attraendoci lungo i tre livelli in cui si articola l’esposizione e guidandoci alla scoperta delle opere che ospita . Lungo il percorso, in ogni scultura, in ogni tela, nelle installazioni  e nel cortometraggio, riconosciamo i tratti dell’animo femminile, carichi di quelle sfumature e di quella romantica fierezza, che da sempre ne compongono la semplice ed atavica complessità. Nell’area della cisterna, veniamo colpiti dall’opera di Wanda Fiscina che veicola messaggi forti, attraverso le sue ceramiche ripetute per ben 13 volte, catturando anche l’attenzione dell’osservatore meno attento, attraverso “la grazia primordiale che lei dona a una mater natura a tessere il rebus di una cattura.” Al secondo livello, tra le altre è la serie di opere di Loredana Gigliotti ad ammaliarci, attraverso tinte chiare, tenui, che rendono alla fisicità dei suoi soggetti, una delicata naturalezza che li accosta al reale. L’artista salernitana si dice entusiasta del ‘taglio tutto femminile’ della mostra. ‘Per troppo tempo – dichiara – l’espressività femminile è stata repressa; quella di stasera è una vittoria di noi donne, che attraverso l’arte riusciamo a liberare il nostro vissuto, e a renderne partecipi coloro che vogliono avvicinarci’. Nelle  tele in mostra nella sua ‘cella’, la pittrice lascia trasparire il difficile ruolo della comunicazione e del messaggio, in una sorta di “diario intimo  di ombre di colori ”, quale idea per esprimere il suo “io sono la mia pittura”. Arriviamo al terzo livello, dove veniamo quasi sopraffatti dalle sculture sospese in aria dell’artista Bruna Alfieri, che, a proposito della sua opera ci dice : ‘Il mio ippogrifo, vuole essere un omaggio all’Orlando Furioso e non è solo una scultura da osservarsi,  ma anche da toccarsi : voglio che se ne percepisca la tridimensionalità, apprezzata attraverso i diversi sensi’. Laura Cristinzio, invece, solletica l’immaginazione con il suo onirico omaggio alla Luna, offrendo ai visitatori un punto di vista alternativo. Nella fosca cella è uno specchio circolare, disposto al centro del pavimento, a riflettere lune di neon installate sul soffitto della cella, che illuminano l’attenzione sulle note di una melodia esoterica quasi a voler imprigionare “le albe, fermandole in  lune di luci”. E così, come in un endecasillabo sciolto,  ribelle alle regole della rima baciata, le undici artiste compongono un verso che vibra libero, e rifugge da tutto ciò che può ricondurre al conformismo cieco dell’attuale società. “ Corpo cieco”, mostra dedicata  alla lucente cavalla cieca di Bernardo Barlotti, proseguirà domenica 18 dicembre con la presentazione del dialogo di  Rino Mele e Pier Luigi Rovito  su una pittrice antica, luminosa: Artemisia Gentileschi.

 

 

3 thoughts on “Endecasillabo d’arte negli spazi dell’ex Convento: Corpo cieco.

  1. In questo articolo così accattivante leggo di donne che espongono le loro opere affascinanti, in un posto scelto da chi s’intende alla perfezione di arte e spettacolo. Ritengo che una passeggiata al Muse sia doverosa!

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