Perché la Bce ha deluso i mercati

Filippo Ispirato

Giovedì 2 Agosto è stata una giornata da dimenticare per i listini azionari del vecchio continente: Milano – 4,64%, Madrid – 5,16%, Parigi – 2,68% e Francoforte – 2,20%. Performance negative legate alla scorsa riunione della Bce; ci è sembrato utile capire ed analizzare le motivazioni che hanno fatto crollare le borse di Eurolandia.

Nella riunione mensile di politica monetaria il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse allo 0,75%, ovvero ai suoi minimi storici. Come si aspettavano gli economisti non c’è stato l’ulteriore taglio di un altro quarto di punto, che potrebbe, con molta probabilità, avvenire entro fine anno.

Nella conferenza stampa tenutasi a Francoforte Il Governatore Mario Draghi, che ha fatto seguito alla decisione di lasciare invariati i tassi, si sono discussi in maniera ampia e dettagliata quelli che sono i problemi che stanno affrontando alcuni paesi membri dell’Eurozona per  risanare i loro debiti pubblici e si sono discusse le possibili opzioni di politica monetaria da mettere in atto per calmierare l’eccessiva pressione sugli spread e sui prezzi delle obbligazioni governative.

I differenziali dei titoli di stato di alcune nazioni, Spagna ed Italia ad esempio, hanno raggiunto un livello molto alto rispetto al Bund Tedesco, ostacolando in maniera pericolosa i piani di ristrutturazione del debito dei due paesi mediterranei.

Nelle sue dichiarazioni l’istituto di Francoforte ha affermato che, per far uscire dalla situazione di stallo e di tensione sugli spread i paesi in difficoltà, c’è bisogno che i governi nazionali intervengano in maniera diretta, attraverso politiche di risanamento di bilancio, riforme strutturali, per ridurre il loro debito e favorire la crescita interna.

Il messaggio chiaro è che la Bce non può sostituirsi ai governi nazionali e risolvere i problemi, e almeno al momento non interverrà con misure immediate a sostegno dei governi in crisi; queste affermazioni hanno deluso gli investitori che si aspettavano delle misure concrete in aiuto di Spagna ed Italia in particolare.

La delusione dei mercati è da addebitare nello specifico alla mancanza di un acquisto  immediato di obbligazioni e titoli di stato dei paesi in difficoltà per evitare l’aumento eccessivo del loro spread, ma solo di un possibile intervento in tal senso in futuro.

 

 

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